CORIGLIANO ROSSANO «Ormai succede di tutto: i pescatori sballottati a levante e a ponente, mentre l’intero settore è in ginocchio per via dell’emergenza sanitaria ed economica. Certo, condividiamo che bisogna tutelare le risorse del mare ed, in particolare, la fascia costiera, ma i pescatori da chi sono tutelati? Dobbiamo aspettare di vederli solo al museo? Nessuno pone attenzione al continuo smantellamento della flotta e all’espulsione dal settore di tanti pescatori?». È quanto dichiara Salvatore Martilotti, presidente del “Comitato Pescatori Calabria”.
«E poi, chi controlla che c’è concorrenza sleale dei cosiddetti pescatori sportivi, spesso, meglio attrezzati dei pescatori professionali? I pescatori – prosegue Martilotti – non possono che condividere l’allarme per la salvaguardia delle risorse del mare. Tutelare la fascia costiera e l’ambiente marino, oltre che fatto culturale, è una delle modalità possibili per assicurare un futuro ad un settore antico in grado di raccontare la storia dell’identità delle nostre Comunità costiere. E allora perché non si punta anche l’indice verso l’inquinamento marino con fiumi di veleni scaricati in mare anche per l’eccessivo uso di fertilizzanti? Si può denunciare l’inquinamento marino per l’inesistenza di veri e propri depuratori dei Comuni costieri? Perché non si fa nulla per arrestare l’eccessiva urbanizzazione della costa e velleitari disegni di lungomari chilometrici in grado di sconvolgere l’ecosistema costiero?»
Martilotti prosegue chiedendo, ancora, se gli strumenti dell’Unione europea per la pesca, in questo momento di grave emergenza, siano in linea con il settore della pesca al tempo del Covid-19. «Alla luce della crisi sanitaria ed economica collegata al Coronavirus – avanza Martilotti – la DG Mare della Commissione europea ha invitato gli Stati membri a informare i flag della possibilità di aggiornare le proprie Strategie per sostenere più efficacemente le imprese della pesca e dell’acquacoltura. Non sarebbe opportuno controllare se le risorse risultano utilizzate per sostenere il settore? O, invece, ci lasciamo andare ad interventi estemporanei giusto per aumentare il consenso fra i pescatori disorientati per l’emergenza in atto? Milioni di euro spesi nelle due ultime programmazioni senza nessun risultato di rilievo per l’occupazione e lo sviluppo settoriale in modalità inter-settoriale. Ad oggi, purtroppo, con scarsi risultati non è esagerato affermare che siamo in presenza di dispendio di risorse pubbliche. E con questi risultati deludenti, forse, sarebbe opportuno una riflessione da parte di qualche amministratore pubblico».
«Per far ripartire il settore al tempo dell’emergenza Covid-19 serve anche moralità e trasparenza e per questo siamo convinti – conclude Salvatore Martilotti – che la Regione Calabria sia chiamata ad uno sforzo straordinario per rispondere ad una crisi straordinaria. La pur buona performance contabile non è però sufficiente per traghettare le imprese fuori da questa grave crisi sanitaria ed economica. Per far ripartire la pesca e l’intera filiera è indispensabile liquidità sotto forma di bonus, ma anche reperire risorse aggiuntive, per dare seguito agli strumenti messi in campo dalla legge regionale di settore, che è tra le più innovative a livello nazionale, ma che è rimasta finora inattuata per la completa assenza di ogni dotazione. Le priorità su cui puntare sono l’Osservatorio regionale della pesca, strumenti finanziari innovativi come l’Agenzia per lo sviluppo delle imprese ittiche, aiuti all’occupazione ed alle attività di servizio e supporto ai sistemi produttivi, ma anche interventi per riposizionare lo strumento strategico dei Gruppi di Azione costiera (Flag) , quali pilastri di un nuovo modello di sviluppo integrato della pesca, in un momento di così grande e profonda emergenza sanitaria ed economica del settore pesca e dell’intera filiera».
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