COSENZA Alle 10 del mattino in uno dei centri vaccinali in provincia di Cosenza ci sono medici e infermieri, ma neppure una persona in attesa del vaccino. Le sedie sono vuote, le forniture sono quelle che sono e l’organizzazione non eccelle. È il quadro iniziale del servizio che “Titolo V” dedica ai guai della campagna vaccinale in Calabria. La “macchina” arranca ma, purtroppo, c’è di peggio.
Il peggio emerge durante un colloquio tra l’inviato e Rosalbino Cerra, presidente dei medici di base calabresi. In Calabria mancano i vaccini e quei pochi che ci sono devono essere somministrati prima di tutto agli over 80 e alle persone estremamente vulnerabili. Una tabella del ministero della Salute, valida in tutta Italia, stabilisce quali siano. Ma a Cosenza, racconta Cerra, le cose vanno diversamente.
«C’era un modellino che girava e che non era quello del ministero della Sanità – spiega il medico –. Per fare un esempio, la tabella ministeriale prevede gravi patologie come la fibrosi polmonare, o i pazienti oncologici, e invece in quella tabella c’erano cose molto banali come una semplice tiroidite, patologia assolutamente non da considerarsi estremamente fragile».
Il medico trova sullo smartphone il modellino. E questo, in effetti, prevede che tra le categorie a rischio, e dunque con priorità per la somministrazione del vaccino, vi siano anche i pazienti affetti da tiroidite, broncopneumopatia “moderata” e nanismo ipofisario.
Vincenzo La Regina, commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, dice di non sapere da dove venga quella tabella, che reca in calce il numero verde del centro prenotazioni dell’Asp di Cosenza. E, in effetti, la verifica dell’anomalia arriva grazie a una telefonata al Centro unico di prenotazione. L’operatrice non ha dubbi: «La tiroidite di Hashimoto rientra tra le categorie fragili e anche il nanismo: sì, 039». «Rimango senza parole», commenta Cerra. Mentre Longo scarica sull’Azienda («i responsabili sono i commissari straordinari delle singole Asp») e dice che «in situazioni di questo genere bisogna fare anche una segnalazione in Procura».
La Regina – ovviamente, visto che mostra di non saperne nulla – non ha presentato alcun esposto; il commissario alla Sanità spiega che una segnalazione sarebbe partita «anche» dal proprio ufficio. L’impressione che se ne ricava è che nessuno fosse al corrente della tabella “personalizzata” dell’Asp di Cosenza. Tranne chi l’ha realizzata e chi, forse, ne ha beneficiato. Perché il dubbio, nella sanità degli “amici degli amici”, è che una manina abbia ampliato il set dei soggetti fragili per favorire qualcuno. Soltanto un dubbio, appunto. In attesa delle verifiche che sembrano necessarie. (ppp)
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