CROTONE La giunta comunale di Crotone redarguisce il presidente della Commissione pari opportunità, Carmen Giacotti, e il consigliere comunale di maggioranza Fabrizio Meo. La vicenda che ha fatto scattare la presa di posizione dell’esecutivo guidato dal sindaco Vincenzo Voce è quella di cui si è occupata la Commissione pari opportunità al comune di Crotone. «Ci riferiscono due consigliere comunali di indecorose espressioni che il consigliere comunale Fabrizio Meo avrebbe indirizzato nei loro confronti durante una seduta della terza commissione consiliare; – si legge in una nota diffusa dalla Giunta – altri astanti in quella sede ci danno conferma di tale accaduto». La consigliera comunale destinataria delle presunte «indecorose espressioni» ha chiesto la convocazione di un’apposita seduta della Commissione pari opportunità, alla quale hanno partecipato anche diversi assessori. Continuando la Giunta scrive: «Abbiamo parimenti appreso di altrettanto deprecabili illazioni rivolte dal medesimo consigliere nei confronti di un nostro stimato dipendente comunale, il Dott. Francesco Vignis». Francesco Vignis è il portavoce del sindaco, una carica che ha già ricoperto con Peppino Vallone, Ugo Pugliese e con il commissario prefettizio Tiziana Costantino. La scintilla che ha innescato la polemica tra il consigliere e la sua collega sarebbe proprio legata alla vicenda del portavoce. Secondo quanto riferito la consigliera comunale avrebbe contestato al suo collega l’attacco rivolto a Vignis. A proposito di Vignis, la Giunta scrive: «Un dipendente che per le proprie capacità, la propria autonomia ed onestà intellettuale ha meritato la fiducia di ben tre amministrazioni negli ultimi 15 anni, compresa la nostra, quale componente dell’organo di diretta collaborazione del Sindaco«. E relativamente a Giancotti, la Giunta scrive: «Abbiamo appreso delle evoluzioni altrettanto deprecabili che hanno caratterizzato la condotta della Presidente della commissione pari opportunità, Carmen Giancotti, la quale ha dichiaratamente smentito l’oggettività delle contestazioni a carico del consigliere – del resto verificabili attraverso le registrazioni fonografiche della seduta – interpretandole a modo proprio nell’opinabile tentativo di difendere ciò che è oggettivamente complesso difendere». La Giunta fa riferimento alla «smentita» mandata a questo giornale quando è stato scritto l’articolo su quello che era successo. In particolare Giancotti aveva dichiarato che la Commissione pari opportunità non avesse assunto nessuna decisione. «Tanto alle consigliere di parità, quanto al Dott. Vignis, – si legge ancora nella nota – va la nostra più incondizionata solidarietà». Nel passaggio successivo la Giunta estrae il cartellino rosso nei confronti di Meo: «Il consigliere di opposizione Meo vanta una lunga militanza da consigliere comunale che gli impone la necessità – salvo che non intenda smentire radicalmente l’accaduto assumendone le relative conseguenze – di fare un passo indietro e chiedere scusa. Senza condizioni». Meo era stato eletto nelle file della maggioranza e la Giunta lo espelle per relegarlo all’opposizione. «La consigliera Giancotti – continua la Giunta – riveste un ruolo ancora più delicato, in quanto rappresentante di un organismo che ha lo specifico onere di tutelare valori che, mai come in questo caso, avrebbero meritato una ferma reazione di sdegno. Quella stessa reazione che buona parte delle componenti della commissione che ha l’onore di presiedere hanno puntualmente espresso in commissione e di cui ella non ha inteso prendere atto, contravvenendo alle prerogative del proprio ruolo».
«Quando si parla di diritti, di dignità delle persone e dei ruoli, quando si parla di rispetto delle istituzioni e dei cittadini, quando sono in gioco le libertà, quando si violano le regole minime del vivere civile, quando si usano parole violente e sessiste, quando si offendono i lavoratori, – sottolinea la Giunta – noi non abbiamo dubbi. Sappiamo da che parte stare e chi non lo sa evidentemente non sta dalla nostra stessa parte». Anche nei confronti del presidente della Commissione pari opportunità viene estratto il cartellino rosso. Da quello che scrive la Giunta si comprende che anche Giancotti non fa più parte della maggioranza. «Ci sono limiti che non devono essere valicati e chi ha inteso valicarli, – scrive ancora – prenda atto di non far più parte, irreversibilmente, del processo di cambiamento che continuiamo a portare avanti, nonostante tali incidenti di percorso». Negli ambienti del Comune si racconta di una raccolta di firme per sfiduciare Giancotti. Nel passaggio successivo la Giunta ammette che le cose non vanno bene nella maggioranza, infatti scrive: «E’ inutile sottacere l’esistenza di un clima poco sereno, esacerbato da soggetti interni ed esterni all’amministrazione che paiono ormai sistematicamente protesi ad offendere e delegittimare. Lo avevamo messo in conto, ma probabilmente non sino a questo punto, riconoscendo e scontando i limiti del noviziato politico».
«La città – conclude la Giunta – non può permettersi che i disfattisti di turno mettano a repentaglio un progetto politico importante, rispetto al quale è anzitutto da rinsaldare un rapporto di proficua e serrata collaborazione fra gli organi di indirizzo politico. Lavoriamo ed impegniamoci tutti in questo senso. Questo è il nostro impegno. Oggi più di ieri».
«Le pesantissime ed allucinanti offese contenute nel comunicato a firma della Giunta Comunale non meritano alcuna replica contestuale che sarà ovviamente oggetto di una querela circostanziata che mi vedo costretto a redigere nei confronti di tutti i responsabili di un attacco spropositato e grottesco che è evidente tentativo di distogliere l’attenzione da un modo di amministrare che provoca un larghissimo scontento popolare nei confronti di un’azione amministrativa che, seppur fallace, non meritava di essere infiocchettata di si tale fallo di reazione scomposto ed irragionevole». A scriverlo è proprio il consigliere di minoranza Fabrizio Meo, che aggiunge: «Consiglio al Sindaco, a tutti i componenti della Giunta (alcuni dei quali mi auguro possano dimostrare estraneità all’iniziativa mediatica) ed all’estensore ed inviatore materiale del comunicato di farsi certificare bene la fonoregistrazione di cui fanno cenno, sarà così evidente, dai fatti veri, infatti, che c’è ben altro di offensivo e deprecabile e, certamente non dalla mia persona. Caro Sindaco e carissimi Assessori, tutti (o quasi) siete perfettamente a conoscenza che più volte avevo già sorvolato (erroneamente) dopo aver subito pubbliche ingiurie, diffamazione ed aggressioni fisiche. Sono ragazzine/i, mi sono voluto sempre consolare. Ora, proprio perché una giovane neo Presidente (ed assieme a lei altri) ha rifiutato di assecondare un ordine del capo supremo e dei suoi epigoni, reputate opportuno contrattaccare e con questa veemenza così carica di infamia e bugie.
Anche la palese deriva amministrativa, che pure stavo tentando di contenere ed aiutare perché ovviamente corresponsabile del suo approdo nelle massime cariche all’interno della Casa comunale, non meritava questa puntata da telenovela sudamericana. Ma avrete le vostre ragioni politiche: ci sarà qualche altro fatto, magari anche giuridicamente rilevante, di cui non sono a conoscenza, ancora. Vi auguro, anche in questo immondezzaio comunicativo di cui qualcuno dovrà dare conto, di poter trovare, nelle domeniche che avrete ancora a disposizione da amministratori, di poter trovare la metà delle energie che avete profuso in questa domenica di quaresima nei confronti delle attese dei cittadini che amministrate; basterebbe questo 50% per risolvere qualche problema. Per tutto il resto, nell’attesa che i tribunali arrivino a sentenze, i crotonesi conoscono me e le altre “attrici” ed “attori” in questione; il mio unico cruccio è rivolto al fatto che la penitenza che sto pagando per aver creduto che un cambiamento fosse possibile, stia coinvolgendo la giovane Presidente Carmen Giancotti ed altre colleghe e colleghi con la schiena dritta».
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