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L’allarme dei sindacati: caos sanità e disastro lavoro in Calabria

Attivi unitari di Cgil, Cisl e Uil, che denunciano gravi difficoltà nella gestione del Covid 19 e sollecitano un piano per l’occupazione

Pubblicato il: 22/03/2021 – 17:16
L’allarme dei sindacati: caos sanità e disastro lavoro in Calabria

CATANZARO L’emergenza sanità con «gravi difficoltà e disfunzioni nella gestione della pandemia e nella campagna di vaccinazione» e l’emergenza economica e sociale cristallizzata negli «almeno 80 posti di lavoro» andati in fumo nell’ultimo anno in Calabria. È l’allarme di Cgil, Cisl e Uil Calabria che oggi hanno riunito, in videoconferenza, gli attivi unitari coordinati dai segretari generali Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo.

«Gravi disfunzioni nella gestione della pandemia»

I sindacati – si legge in una nota –   esprimono «fortissima preoccupazione per la lentezza, le inadempienze e la confusione nelle vaccinazioni anti Covid-19. Mentre aumentano i contagi e la pressione sugli ospedali, ci sono 83.000 dosi di vaccino consegnate alla Calabria e non utilizzate, che non si sa che fine abbiamo fatto, ne sono in arrivo 100.000: se non ci sarà un’accelerazione nella somministrazione, i ritardi si cumuleranno con il rischio di gravi conseguenze nella diffusione della pandemia.  È fondamentale – sostengono Cgil, Cisl e Uil Calabria – superare le criticità registrate sulla piattaforma di prenotazione». Sulla sanità in generale, Cgil, Cisl e Uil Calabria stigmatizzano «il sostanziale fermo dell’attività del commissario ad acta e le gravi carenze nel Dipartimento Salute che il dg Bevere sta per lasciare. Il governo deve nominare i sub commissari e mettere l’Ufficio del commissario in condizione di funzionare con la dotazione del personale necessario. Deve essere aumentata la disponibilità dei posti Covid negli ospedali, programmare il riordino della rete ospedaliera e della riorganizzazione della medicina territoriale, rivedere i criteri per l’accreditamento delle strutture private». Cgil, Cisl e Uil infine chiedono «un incontro urgente con il ministro alla Salute, Speranza, perché la questione della sanità calabrese è ormai un caso nazionale per il quale occorrono interventi immediati, a partire dall’azzeramento di un debito di cui sono responsabili non i calabresi, ma oltre dieci anni di commissariamento da parte del governo». Quanto alla Regione, Cgil Cisl e Uil – prosegue la nota – «denunciano il fermo totale sia perché la Giunta è inadempiente anche all’ordinarietà, sia per la mancanza di una visione e di confronto con le parti sociali. Non sappiamo come siano stati spesi i soldi destinati all’emergenza Covid anche per le assunzioni e c’è l’esigenza di un grande piano economico che preveda anche da parte della Regione forme di ristoro per le attività in crisi».

«In un anno persi almeno 80mila posti di lavoro»

«La Regione – scrivono poi Cgil, Cisl e Uil Calabria – deve convocare il tavolo del partenariato: su questo sia le forze politiche di maggioranza che di minoranza in Consiglio regionale devono avere la responsabilità e la consapevolezza della necessità del confronto, perché la Calabria non ha bisogno di parate istituzionali inconcludenti né di populismi senza costrutto. Sono disponibili sulla programmazione europea un residuo di 1,4 miliardi per il 2014-2020 e 3 miliardi per il 2021-2027. C’è, dunque, considerando anche il Recovery fund, l’occasione irripetibile di utilizzare una grande mole di risorse, aggiuntive e non sostitutive, su cui è necessario un confronto delle forze sociali con la Regione e con il governo in relazione alle priorità» tra cui l’Alta Velocità ferroviaria e il completamento degli interventi sulla linea ferroviaria ionica e sulla Statale 106.  Secondo Cgil, Cisl e Uil, inoltre, «preoccupa l’assenza del ministro per il Sud dai tavoli nazionali più importanti della programmazione della spesa. In questione non c’è solo lo sviluppo della Calabria, ma di tutto il Paese, che crescerà se crescerà anche il Mezzogiorno». Per Cgil, Cisl e Uil Calabria, inoltre, «c’è bisogno di un riordino e di una rigenerazione della pubblica amministrazione, di uno sblocco delle assunzioni e di procedure concorsuali, di risolvere i problemi del precariato storico con la stabilizzazione, di non creare nuovi bacini di precariato. La Calabria ha perso nell’ultimo anno almeno 80.000 posti di lavoro: c’è la preoccupazione che, allo scadere del blocco dei licenziamenti, possa esserci un disastro. C’è bisogno – spiegano i sindacati – di un piano per fronteggiare questa emergenza». Infine, Cigl, Cisl e Uil Calabria annunciano «una piattaforma di confronto con la politica e le istituzioni, con governo e Regione, che sarà elaborata a breve sia per affrontare la fase attuale, sia in vista delle elezioni regionali».

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