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i tagli alla sanità

L’associazione “Araba fenice”: «Longo non può trasformare l’ospedale di Cariati in Casa della Salute»

«I nosocomi di Corigliano Rossano non sono sufficienti a tutelare l’utenza. Qui, infatti, si può morire anche per eventi banali»

Pubblicato il: 22/03/2021 – 11:11
L’associazione “Araba fenice”: «Longo non può trasformare l’ospedale di Cariati in Casa della Salute»

«L’associazione culturale “Araba Fenice” di Calopezzati esprime piena solidarietà con l’azione di presidio dell’Associazione “Le Lampare Basso Ionio Cosentino” – si legge in una nota – e chiede al Commissario Longo di rivedere la sua posizione sulla trasformazione dell’Ospedale “Vittorio Cosentino” in Casa della Salute». Il territorio – dichiara l’associazione ha bisogno di un ospedale col pronto soccorso e i posti letto per l’assistenza ai pazienti acuti».

La lettera che l’associazione ha inviato a Longo

«Egregio Commissario, le scriviamo dopo aver appreso che l’indirizzo del suo commissariato sarebbe quello di non riaprire l’ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati. La nostra associazione culturale è nata ed opera in Calopezzati che, come tante piccole realtà limitrofe, è una comunità ferita, indignata, disillusa che legittimamente ha perso ogni sentimento di fiducia verso le istituzioni.  Una popolazione composta per lo più da anziani che necessita di strutture sanitarie atte a garantire quei servizi di base che la facciano sentire parte di un Paese civile. Impera invece un senso di abbandono che lievita e che impedisce di guardare al futuro con speranza e fiducia. Tutti i soggetti, politici e non, che si sono avvicendati negli ultimi decenni, si sono spesi in proclami che puntualmente hanno avuto come riscontro un continuo deterioramento dello stato delle cose. La situazione era già tragica in periodo prepandemico e sarebbe mero esercizio di ipocrisia ascrivere al momento attuale un disastro preesistente. Occorre urgentemente un’inversione di tendenza; è tempo che terminino lo smantellamento e le chiusure di piccoli ma indispensabili ospedali pubblici per dilapidare il denaro dei contribuenti in favore di strutture private dietro alle quali si celano spesso soggetti e realtà improntate al malaffare.  Gli ospedali di Corigliano – Rossano non sono più in grado di servire un bacino di utenza come quello attuale, questo è un dato di fatto: è sufficiente affacciarsi al pronto soccorso per capire che distiamo anni luce dal resto d’Italia e che qui si può morire anche per eventi banali che in condizioni di seminormalità costituirebbero ordinaria amministrazione.  È necessario che strutture come il “Vittorio Cosentino” di Cariati vengano rimesse in funzione quanto prima e battersi per raggiungere questo obiettivo rappresenta un dovere professionale e morale per chi gestisce la sanità locale. Sempre se esiste una reale volontà di farlo: la necessità di risanamento dei conti è comprensibile, ma la salute dei cittadini non è negoziabile, soprattutto se dopo più di dieci anni di commissariamento il risultato non si è concretizzato in un risanamento armonico del bilancio, bensì un aumento costante del disavanzo, con il risultato di un ulteriore deterioramento del quadro generale in termini di perdita di quantità e qualità dei servizi». 

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