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«Lega Calabria, vietato parlare con la stampa»

«Una lettera surreale quella che il commissario calabrese della Lega, Giacomo Francesco Saccomanno, ha inviato nei giorni scorsi ai referenti provinciali del partito ai quali è stato vietato di pa…

Pubblicato il: 22/03/2021 – 9:52
di Unione Cronisti Calabria*
«Lega Calabria, vietato parlare con la stampa»

«Una lettera surreale quella che il commissario calabrese della Lega, Giacomo Francesco Saccomanno, ha inviato nei giorni scorsi ai referenti provinciali del partito ai quali è stato vietato di parlare con la stampa. La lettera è una sorta di vademecum in cui Saccomanno spiega quali siano i comportamenti che, suo avviso, deve tenere il perfetto leghista nella nostra regione. A partire dalle “condotte assolutamente vietate”, come quella di “comunicare ai giornali e ad i media eventuali insofferenze o altre notizie che possano nuocere al partito”. L’attacco alla stampa, inoltre, fa il paio con altre direttive dal sapore autoritario. Come il divieto di “commentare negativamente – si legge nella lettera del commissario – azioni o provvedimenti assunti dagli organi del partito o da rappresentanti dello stesso nelle istituzioni”. Quelle scritte da Saccomanno «sono parole che mettono in discussione il ruolo dei giornalisti in una regione in cui è sempre più difficile raccontare i fatti e informare in maniera corretta i lettori. Sembra di essere tornati ai tempi della propaganda di regime. Premesso che gli iscritti alla Lega sono liberi di farsi imbavagliare dal proprio commissario regionale e, addirittura, di delegare a quest’ultimo il loro diritto di espressione e di parola, i giornalisti questo non lo consentiranno per il rispetto che si deve al nostro lavoro e ai nostri lettori. Se la Lega ha dimenticato il contenuto dell’articolo 21 della Costituzione, noi lo abbiamo impresso nella nostra mente. Perciò invitiamo il commissario Saccomanno a dare una spiegazione della sua sortita e a ritirare quella parte della lettera che ha inviato nei giorni scorsi ai referenti provinciali del partito nella quale, al punto 3, viene negato agli iscritti o ai dirigenti della Lega di dialogare con i giornalisti. Se poi intende perseguire su questa linea, Saccomanno è libero di farlo, così come di valutare il senso della sua presenza nell’albo dei giornalisti della Calabria».

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