CATANZARO Il commissario per l’emergenza Covid 19 Figliuolo «si è messo a totale disposizione di della Calabria che ha capito essere in questo momento la figlia più debole di questa grande famiglia che è l’Italia», e «dovrebbe arrivare in Calabria giovedì e rimanere venerdì, faremo insieme il giro di ricognizione dei punti di vaccinazione». Lo ha detto il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, ospite questa mattina di “Che giorno è” su Radio 1 Rai.
Parlando della campagna vaccinale, Spirlì ha osservato che «in Calabria abbiamo una sanità debole, che ha pochissimo personale e che si sta riorganizzando pian pianino. I nostri medici e i nostri sanitari si sono dovuti davvero rimboccare le maniche per fare fronte alla pandemia ma anche alla sanità ordinaria, cioè oncologia, diabetici, cardiopatici, persone fragili, perché qui c’è la lotta per chi salvare per primo. Si dice che questo succede in tutt’Italia ma in Calabria – ha rilevato il presidente ff della Giunta – c’è una sanità che è davvero un’altra cosa e quindi è come caricare di un peso una persona che già sta trasportando una montagna sulle spalle, quindi una doppia montagna sulle spalle per una sanità calabrese indebolirà per mancanza di tutto. Il miracolo del 72% rispetto alle forniture significa che c’è quel 30% che comunque il governo ci chiede di tenere da parte e noi lo stiamo facendo. Certo, c’è chi ha vaccinato oltre 70%, ma mi chiedo, con tutto il rispetto per gli amici di Bolzano a esempio, se hanno da parte il famoso 30% per garantire i richiami». Spirlì ha poi evidenziato: «Ci siamo sentiti ieri, ci sentiamo tutti i giorni con il generale Figliuolo. La richiesta di una collaborazione con la Difesa e con il generale Figliuolo è stata del presidente della Regione Calabria: ringrazio il generale, che si è messo a totale disposizione di questa regione che ha capito essere in questo momento la figlia più debole di questa grande famiglia che è l’Italia, e come potrebbe fare un buon padre di famiglia e una buona madre di famiglia va in soccorso del figlio più debole, cosa che non era stata fatta fino a oggi. Il generale – ha spiegato il presidente facente funzioni della Regione – dovrebbe arrivare in Calabria giovedì e rimanere venerdì, faremo insieme il giro di ricognizione dei punti di vaccinazione, che peraltro sono aumentati in questi giorni. A esempio, il punto vicinale di Vibo Valentia ha superato i mille vaccini fatti. Ci sono situazioni che stanno andando a pieno regime con uno sforzo increbbe anche al volontariato, la Croce Rossa, la Protezione civile sta davvero facendo cose eroiche. Però, ripeto, la Calabria in questo momento – ha concluso Spirlì – è la figlia più bisognosa di aiuto e quindi è giusto che il padre e la madre, cioè l’Italia intera, dia una mano di aiuto. Non è un pianto, perché noi siamo in piedi, a schiena dritta, a lavorare, però è la richiesta di un’attenzione diversa, sicuramente».
Nel suo intervento a “Che giorno è” di Radio 1 Rai, inoltre, Spirlì si è soffermato anche sull’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’Asp di Reggio Calabria. «Il condizionamento della mafia, dei poteri occulti deviati, di una mala politica che di questi poteri e di questa ‘ndrangheta si è ingrassata è evidente, e questi fatti – ha spiegato il presidente ff della Regione – lo confermano, soprattutto nel mondo della sanità. Questa terra non solo è stata saccheggiata della propria sanità per decenni, ma adesso è saccheggiata dai trasportatori, dagli scafisti di calabresi: qui ci sono decine e decine di malandrini della sanità, che, confidando nella speranza dei calabresi di potersi curare, vengono a rapire decine di migliaia di calabresi e li trasportano in altre regioni. Molti ritornano guariti, molti non tornano o tornano giusto per morire in Calabria. Ma questa cosa – ha aggiunto Spirlì – ha creato un buco, una voragine nei conti della sanità, voragine per la quale ho chiesto un intervento definitivo e decisivo del governo. Oggi lo chiedo con una lettera al presidente Draghi, nei giorni scorsi sono stato a Roma e l’ho chiesto ai ministri competenti: proprio con questo Piano nazionale di ripresa e resilienza, magari utilizzando proprio questi fondi, devono assolutamente risanare questo debito che calabresi malandrini ma malandrini di tutt’Italia e del mondo e tutto quello di marcio che si è riunito nei decenni scorsi hanno creato a danno dei calabresi innocenti». Successivamente, Spirlì ha poi ribadito: «I calabresi innocenti di oggi non possono pagare, morendo, le colpe di calabresi e non calabresi che si sono ingrassati con la sanità e lo stanno facendo ancora. Qui il caporalato dei malati esiste eccome: partono pullman per altre regioni e se la gente è trasportata da malfattori che vengono a visitare in Calabria e poi esportano malati in tutto il territorio nazionale e non, non è una cosa buona. Su questo – ha proseguito il presidente facente funzioni della Regione Calabria – bisognerebbe andare a fare i controlli, su tutti caporali che vengono in questa terra a raccattare malati e a trasportare in altre regioni». Secondo Spirlì «è inutile continuare a commissariare la sanità calabrese sapendo che quel commissario che arriverà, né Longo né i diecimila commissari che verranno dopo Longo, non potrà risanare un debito che ormai oscilla sui due miliardi-due miliardi e mezzo. La sanità calabrese non l’ha saputa organizzare in questi ultimi 11 anni nessuno dei commissari e nessun governo nazionale, perché il commissariamento arriva dal governo nazionale. Partiamo allora con la riconsegna dai calabresi innocenti di una sanità che si possa chiamare tale. Pertanto – ha concluso il presidente ff della Regione Calabria – si intervenga definitivamente per creare davvero la coesione territoriale sanitaria, azzerando il debito, permettendo finalmente di recuperare con l’assunzione di medici e operatori, risistemando tutte le strutture, acquistando strumentazioni nuove».
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