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Recovery plan

«La rinascita del Sud come secondo motore del Paese»

La priorità del Recovery Plan è la ripresa di un circuito virtuoso di sviluppo, condizione essenziale per avviare, in un Paese diviso e in crisi come il nostro (a Nord e a Sud), la perequazione ne…

Pubblicato il: 23/03/2021 – 16:58
di Adriano Giannola*
«La rinascita del Sud come secondo motore del Paese»

La priorità del Recovery Plan è la ripresa di un circuito virtuoso di sviluppo, condizione essenziale per avviare, in un Paese diviso e in crisi come il nostro (a Nord e a Sud), la perequazione necessaria a ridurre -come chiede la Ue – disuguaglianze e promuovere coesione sociale garantendo una prospettiva di sostenibilità. L’obiettivo primario è garantire un effettivo godimento dei fondamentali diritti di cittadinanza: salute, istruzione, mobilità; possibile solo a patto di superare la pratica della spesa storica avviando al più presto il percorso di definizione dei Livelli essenziali di prestazione (Lep). Un percorso trasparente e rigoroso, cui la Svimez non farà mancare il suo contributo tecnico, che, senza penalizzazioni, potrà efficacemente promuovere il ripristino dell’equità e della coesione.
L’elaborazione di un progetto di Sistema per il Sud della Svimez mira a contrastare l’inerziale prospettiva di marginalità dell’intero Sistema, dotando il Paese di un “secondo motore” organico al “motore” del Centro Nord.
Il progetto si articola in 3 principali scelte strategiche:

1) Sviluppare un organico sviluppo di un Southern Range logistico e produttivo che si impone a scala europea in coerenza agli obiettivi di transizione verso una compiuta sostenibilità ecologica ed energetica.

2) Definire e realizzare la mobilità di grande scala, necessaria per realizzare, con la connessione – materiale e digitale – l’obiettivo della coesione civile e sociale del Sistema Italia.

3) Mettere a regime nei territori Cluster integrati nei quali sperimentare e consolidare le molteplici dimensioni di innovazione sociale e culturale che la ripresa dello sviluppo stimola.

Le Zes sulle quali la ministra del Sud Mara Carfagna ha correttamente deciso di appostare 600 milioni nell’ambito del Pnrr, rappresentano per l’Italia uno strumento essenziale per l’attivazione del “secondo motore”. Ma richiedono interventi immediati per ottimizzarne la configurazione territoriale, realizzare gli indispensabili interventi infrastrutturali, impostare una rigorosa gestione con un’ottica manageriale e privatistica. Si eviterà così che l’inerzia finora imposta a queste realtà meridionali le condanni al fallimento. Prive di adeguato supporto tecnico-economico e di idonei strumenti procedurali, non sono ancora in grado di attrarre investimenti italiani ed esteri. Ciò richiede altresì che il governo promuova e valorizzi con urgenza le realtà portuali meridionali nelle quali esse sono insediate, adeguandone la capacità competitiva nello scenario Mediterraneo, strategico per l’Italia e l’Ue, che vede porti come Algeciras, Valencia e Pireo crescere fino a raggiungere da soli 15 milioni di TEU mentre l’Italia tutta, naturale piattaforma logistica, è ferma a 10 milioni. Di qui la proposta Svimez del Quadrilatero dei porti: Bari, Napoli, Taranto e Gioia Tauro, ai quali si aggiunge la Zes siciliana del porto di Augusta e Catania di recente istituzione.
Le Zes vanno ordinate secondo una logica di sistema attorno al quale si muovono università, centri di ricerca, interporti, energie imprenditoriali. E, in coerenza ad una logica di Cluster organicamente strutturato, si possono e si debbono mettere a frutto precise scelte di politica industriale, che da troppi anni in Italia, e segnatamente nel Sud, non sono più state fatte.
La rivoluzione logistica del Paese attraverso la valorizzazione di tutto il sistema portuale nazionale va accompagnata e fortemente potenziata dal rapido adeguamento della rete ferroviaria, specie di quella ad alta velocità nel Mezzogiorno, che sia di pari qualità di quella operante nel Centro-Nord.
L’obiettivo di realizzare la ricucitura del sistema Paese può sintetizzarsi nella tutt’altro che simbolica esigenza di simmetria nei tempi di percorrenza (3 ore e 30) tra Roma e Milano e tra Roma e Catania: una unificazione che realizza finalmente l’ancora incompiuto corridoio 1 Berlino-Palermo del mitico Piano Delors, un piano la cui filosofia e cultura torna prepotentemente alla ribalta nella difficile prospettiva del “dopo pandemia”.
Alla messa a sistema di collegamenti rapidi tra le Zes del meridione continentale e insulare che contribuisce a completare le grandi direttrici d’Europa, contribuisce in una prospettiva che può essere di brevissimo termine l’attivazione delle linee Tirrenica ed Adriatica di Autostrade del Mare che integra Nord e Sud in un sistema logistico mediterraneo, sostenibile e multimodale, ed offre all’Europa un inedito Southern Range conforme ai più stringenti criteri di sostenibilità e ottimizzazione della logistica intermodale.
Parimenti coerente e indispensabile per garantire un Pnrr attento alla realizzazione della transizione energetica e tecnologica è lo sviluppo delle energie rinnovabili reso possibile dalla messa a frutto delle grandi risorse ambientali che fanno del Sud il polo nazionale delle rinnovabili e dei carburanti alternativi. Un terreno che dovrebbe vedere l’impegno dei “nostri” campioni nazionali tecnologicamente leader a livello globale nel mondo delle tecnologie sostenibili e a minore impatto ambientale.
La rinascita del Sud come secondo motore del Paese è un compito possibile da affidare a un progetto che si delinea in tutta evidenza quanto a realismo e fattibilità, un progetto che dà contenuto e apre ampie prospettive alla opzione euro-mediterranea.
*presidente della Svimez

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