LAMEZIA TERME Da ruolo quasi marginale nell’ambito della programmazione sanitaria provinciale e regionale, a funzione quasi fondamentale per potenziare l’offerta vaccinale anti-Covid per la popolazione della provincia di Catanzaro. L’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, infatti, si prepara ad ospitare un vero “Hub vaccinale”. Questo l’obiettivo dell’Azienda ospedaliera di Catanzaro, da realizzarsi attraverso un programma che rispetti le indicazioni contenute nel piano nazionale e quello regionale. Un’occasione importante, dunque, per l’ospedale lametino, da anni al centro di critiche e scontri sulle dismissioni di numerosi reparti e al ruolo sempre meno nevralgico nell’ambito sanitario regionale.
La strategia dell’Asp del capoluogo è stata messa a punto nel corso dell’ultimo incontro della commissione straordinaria, alla presenza di Luisa Latella e Salvatore Gullì, e che ha permesso di individuare l’ospedale di Lamezia Terme come punto strategico cruciale per rilanciare il piano di vaccinazione che ha bisogno di un’accelerazione. Previsto, dunque, l’utilizzo dell’area ambulatoriale del piano terra dell’ospedale lametino, prevedendo una operatività di 7 giorni su 7: cinque pomeriggi da lunedì a venerdì e le intere giornate di sabato e domenica. In base alla disponibilità, il punto vaccinale dell’ospedale lametino prevede 16 linee vaccinali, individuate all’interno di 11 ambulatori mentre un’ulteriore linea sarà dedicata alla vaccinazione in ambiente protetto. In altri due ambulatori, invece, saranno attivate postazioni di supporto amministrativo e al rilascio della modulistica.
Le sedute vaccinali programmate saranno eseguite da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19.30 mentre il sabato e la domenica dalle 8.30 alle 14 e dalle 15 alle 19.30. Al termine di ogni seduta, inoltre, il personale si occuperà delle procedure di riordino e sanificazione dei locali utilizzati. Le tappe logistiche individuate prevedono poi un percorso direzionale che accompagnerà il paziente dall’entrata fino all’uscita: dal “Check-point”, passando per l’area accoglienza (individuata nella sala Ferrante), gli ambulatori vaccinali, dove il medico vaccinatore gestirà il colloquio con il paziente e gli infermieri di supporto provvederà alla registrazione della procedura su piattaforma informatica e la somministrazione del vaccino. E poi l’area di “osservazione” dove i pazienti appena vaccinati potranno sostare almeno 15 minuti e poi l’uscita, per un tempo di permanenza calcolato in poco più di trenta minuti.
Stabilite, inoltre, le priorità per il calcolo del fabbisogno del personale per le sedute vaccinali. Le 11 postazioni mediche individuate, infatti, necessitano di undici medici e altrettante unità infermieristiche. Per le 16 linee vaccinali, invece, serviranno da 16 fino a 32 unità infermieristiche. E poi un medico di pronta emergenza, un’anestesista e una unità infermieristica per l’area “pazienti critici”; due infermieri per l’area di “osservazione”; tre o quattro Oss per turno per la gestione della seduta vaccinale; 8 unità per le attività delle postazioni di supporto e accoglienza e due unità amministrative (o associazioni di volontariato) per l’area “Check-point”.
L’obiettivo dell’Asp di Catanzaro è, come detto, moltiplicare gli sforzi (e i numeri) legati alle vaccinazioni. In questo senso, e con il potenziamento previsto per l’hub lametino, sono stati calcolati anche i volumi: 16 accessi ogni 10 minuti; 48 in 30 minuti e 96 accessi in un’ora. In considerazioni dei turni di vaccinazione, fissati al momento per un totale di 38 ore settimanali, potrà essere garantita la somministrazione di 7.296 dosi di vaccino a settimana. Un valore che potrebbe raddoppiare se saranno previsti ingressi scaglionati ogni 5 minuti. (redazione@corrierecal.it)
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