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Gratteri sgonfia le polemiche sul negazionismo: «In Procura siamo tutti vaccinati»

«Plexiglass negli uffici e migliaia di mascherine». Il procuratore spegne i rumors in seguito alla prefazione nel libro “Strage di Stato”

Pubblicato il: 25/03/2021 – 15:02
Gratteri sgonfia le polemiche sul negazionismo: «In Procura siamo tutti vaccinati»

CATANZARO «Plexiglass in tutti gli uffici, dispenser di disinfettanti ogni cinque metri, sanificazioni regolari, accesso al pubblico limitato e tre nuove pec per il deposito degli atti. Questo non mi sembra certo l’ufficio di qualcuno che non crede nella pericolosità del Covid». Intervistato da Repubblica il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri mette un punto fermo su quella che è la propria posizione sui pericoli del Covid-19. «Io negazionista? Ma se per l’Ufficio sono state acquistate migliaia di mascherine e siamo tutti vaccinati», spiega Gratteri delineando una presa di posizione netta rispetto alle polemiche sorte in seguito al contributo dato dal procuratore al libro “Strage di Stato” scritto da Angelo Giorgianni e dal medico Pasquale Bacco, noti per le posizioni negazioniste sul Covid. È stato il Foglio a segnalare la “presenza” dello scritto del procuratore di Catanzaro sul volume.
«Mi sono limitato – dice Gratteri – a cogliere l’occasione che mi è stata offerta per lanciare per l’ennesima volta l’allarme sulla pandemia come nuova occasione di crescita e guadagno per le mafie. Un tema che da troppo tempo viene ignorato» spiega Gratteri a Repubblica. La prefazione appare, infatti, come un compendio del libro “Ossigeno illegale”, scritto a quattro mani con il professore Antonio Nicaso nel quale si affronta il tema della pandemia vista come ennesima emergenza sfruttata dalla criminalità organizzata per accrescere potere e consensi. «Ho più volte sottolineato l’urgenza del fare. Ne sono ancora più convinto, alla luce dei tanti contrattempi che rischiano di favorire le mafie, come è sempre successo con le pandemie e le calamità del passato che hanno finito per creare una sorta di economia e di politica della catastrofe. La ricostruzione è sempre stata molto più appetibile della prevenzione: garantisce infatti molti più margini di lucro. Il rischio dell’impasse e dei ritardi è quello di dover arrancare nel singhiozzo delle indagini, cercando di contrastare un’attività criminale alla quale non si deve fornire l’occasione di manifestarsi», scrive nella prefazione Gratteri. Nessun riferimento a logiche negazioniste ma, al contrario, uno sprone al fare per non lasciare nuovi spazi di manovra al crimine organizzato.

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