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Lotta al covid

De Magistris: «In Calabria la salute non sembra più un diritto»

Il candidato alla presidenza della Regione rilancia l’appello del centro di Neurogenetica, Amalia Bruni: «Subito vaccini alle persone affette da demenza »

Pubblicato il: 26/03/2021 – 10:02
De Magistris: «In Calabria la salute non sembra più un diritto»

CATANZARO «Ospedali occupati o addirittura chiusi per insufficienze. In Calabria la salute non sembra più un diritto, poiché ‘ndrangheta e politica hanno fagocitato a man bassa». È quanto afferma Luigi de Magistris candidato presidente alla Regione.
«Ma a preoccupare i cittadini – prosegue de Magistris – sono anche le parole di Amalia Bruni, neurologa e scienziata di fama mondiale, direttrice del centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme e Presidente Sindem. “Le persone affette da demenza – dice – siano incluse tra le categorie fragili aventi diritto alla priorità per il vaccino Covid-19, indipendentemente dall’età anagrafica o dal grado di malattia”. “Purtroppo – sottolineano in una nota congiunta la stessa Amalia Bruni, Gioacchino Tedeschi presidente Sin, Francesco Landi presidente Sigg, Ovidio Brignoli vice presidente Simg, Patrizia Spadin presidente Aima e Antonio Gaudioso segretario generale Cittadinanzattiva – nell’elenco delle patologie afferenti alla categoria 1 dedicata all’elevata fragilità, non sono contemplate le demenze quando proprio le persone affette da queste gravi patologie sono facili target per il virus: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, circa un terzo delle donne e quasi un quinto degli uomini morti per Covid-19 avevano una storia di demenza. È necessario, quindi, non cadere nell’errore di ritenere che le vaccinazioni degli over 80, dei ricoverati in Rsa, dei disabili gravi ai sensi della Legge 104/1992, esaurisca la platea ancora vastissima delle persone con demenza, di fatto escluse dalla priorità di vaccinazione, e per le quali quindi di richiede l’inserimento in tabella 1”. Le persone con demenza, non sono in grado di tollerare l’uso di dispositivi di protezione individuale, né li comprendono; faticano a sopportare l’isolamento sociale, il cambio di abitudini, le mutate relazioni. Da qui la fatica centuplicata dei caregiver, il peggioramento generalizzato dei pazienti, l’aumentato pericolo di contagio e l’obbligo ad una prigionia stretta».
«In Calabria la sanità territoriale è ormai ridotta ai minimi termini. È tempo – conclude de Magistris – di invertire rotta».

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