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Lotta alla pandemia

Sposato: «Uniformare risorse negli ospedali cosentini»

Appello del presidente dell’Ordine provinciale degli infermieri al commissario Figliuolo: «Ad Acri 8 infermieri per 15 malati Covid»

Pubblicato il: 26/03/2021 – 9:15
Sposato: «Uniformare risorse negli ospedali cosentini»

COSENZA «Ora basta: il commissario e tutto il management sappiano che la situazione sanitaria non è più tollerabile. Si amministra con due pesi e due misure ed il sistema è pronto ad implodere. Non ci sono dispositivi, mancano calzari, mancano guanti, alcuni infermieri tuttora lavorano senza Dpi e, per di più, senza essere pagati come prevede il piano vaccinale della Prociv. Chi ha responsabilità, decida subito». Lo chiede Fausto Sposato, presidente dell’Ordine provinciale degli infermieri (Opi) di Cosenza nonché consigliere provinciale nel giorno dell’arrivo in Calabria del commissario per l’emergenza Covid Figliuolo e del capo della protezione civile Curcio. «Gli esempi degli ospedali sono eclatanti – sostiene Sposato – prendiamo Acri dove, oltre alle prestazioni non pagate, operano 8 infermieri per 15 malati Covid di cui uno con variante inglese. Stessa cosa per Corigliano-Rossano. Niente attrezzature, niente dispositivi. Mancano radiologi, mancano altre figure professionali. Nonostante i mille solleciti ed i diversi incontri. Per non parlare della difficoltà che si riscontra con le prenotazioni vaccinali. Se non si riesce a garantire quantomeno i livelli essenziali, si chiuda. Inutile aprire altri centri Covid se poi la gestione non sussiste». Per Sposato dunque, «la “fase è critica». «Ribadiamo da tempo – denuncia – la necessità delle assunzioni. Concorsi all’Ao, all’Asp ancora in attesa di cosa? Perché non si procede? Possibile che si debba ricorrere alle agenzie interinali per il supporto? Quali sono le strategie?».
«Si amministra con due pesi e due misure – segnala il presidente dell’Ordine provinciale degli infermieri -. Ci sono ospedali e reparti che funzionano ma ce ne sono altri che potrebbero funzionare molto di più laddove si decidesse di uniformare le risorse»
«Si assiste, invero – aggiunge Sposato – ad uno spreco continuo e siamo pronti alla denuncia per questo. Principalmente per dare dignità ai pazienti ed ai professionisti che mettono a repentaglio sé stessi ed i loro familiari. Basta allora foraggiare il precariato e si consideri, finalmente, la lotta al Covid una guerra contro il tempo». «La battaglia degli infermieri continua – conclude Sposato – anche se a mani nude. Ma senza una nuova linfa, senza incrementare infermieri e operatori di supporto e senza soprattutto nuove risorse il sistema non regge più».

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