Ultimo aggiornamento alle 16:11
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

operazione “fake green”

Aziende agricole “fantasma” per truffare Inps e Arcea, eseguite 18 misure cautelari – VIDEO

La procura di Reggio scopre un sistema che utilizzava falsi braccianti agricoli. Al centro il responsabile di un Caf

Pubblicato il: 27/03/2021 – 7:39
Aziende agricole “fantasma” per truffare Inps e Arcea, eseguite 18 misure cautelari – VIDEO

REGGIO CALABRIA Un articolato sistema finalizzato ad attrarre indennità previdenziali e assistenziali. Alla base degli scatoloni “vuoti” con all’interno dei finti braccianti agricoli. A conclusione di un’attività d’indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, i carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Reggio nei confronti di 18 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

L’indagine

Il provvedimento scaturisce dalle indagini avviate nel 2019 dai carabinieri di Villa San Giovanni e San Roberto, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del sostituto procuratore Alessandro Moffa,  con la quale venivano acquisiti elementi probatori sul conto di 18 soggetti, ritenuti  responsabili – a vario titolo – di aver ideato, promosso e realizzato una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di truffe aggravate e continuate ai danni dell’Inps, mediante la creazione di 7 aziende agricole “fantasma”, inducendo in errore l’Ente previdenziale, ciò allo scopo di far percepire ai richiedenti (finti braccianti agricoli), dietro compenso di denaro o altra ingiusta utilità, le varie indennità previdenziali (disoccupazione, malattia, maternità e contributi genericamente previdenziali). L’indagine ha beneficiato delle attività tecniche ma che è stata propiziata dall’operato dai militari. Si sono mostrati determinanti i sopralluoghi effettuati sui terreni ove dovevano operare le aziende agricole “fantasma” e, soprattutto, l’acquisizione di preziosi elementi informativi, mediante l’escussione di testimoni, persone a conoscenza anche solo di indizi in merito al consolidato metodo che permetteva al sodalizio criminale di percepire indebitamente contributi statali ed europei.

Video dell’operazione “Fake Green”

Al vertice il responsabile  di un Caf reggino

Ciò permetteva di individuare quale figura principale del sodalizio criminale in Giuseppe Romeo, 65enne, responsabile di un ufficio Caf di Reggio Calabria, risultato essere al vertice dell’organizzazione, quale capo e organizzatore dell’associazione e promotore dei singoli reati fine, alla cui realizzazione contribuiva attivamente partecipando a tutte le fasi delle condotte fraudolenti (creazione delle aziende agricole – di fatto non operative, denuncia dei falsi rapporti di lavoro, istruzione delle varie pratiche previdenziali, inoltro di istanze volte alla percezione di indennità previdenziali ed assistenziali, ripartizione delle somme indebitamente percepite dai finti braccianti agricoli). Il soggetto costituiva l’indiscusso punto di riferimento per tutti gli associati, i quali comunque partecipavano con consapevolezza e sono risultati essere membri stabili dell’associazione, aderendovi attivamente e mettendo a disposizione i propri terreni e le proprie aziende agricole, presso le quali, sotto la regia del Romeo assumevano fittiziamente braccianti agricoli, al fine di consentire loro di richiedere ed ottenere indebitamente l’elargizione da parte dell’Inps di indennità previdenziali ed assistenziali che poi venivano ripartite tra tutte le parti interessate.
 Venivano pertanto eseguite 18 misure cautelari di cui una agli arresti domiciliari per Giuseppe Romeo e 17 obblighi di presentazione all’autorità di polizia giudiziaria; nei confronti degli indagati si provvedeva al sequestro preventivo di un importo di euro 110mila euro circa considerato il profitto dei reati fine di truffa aggravata ai danni dell’Inps e dell’Arcea per il conseguimento di erogazioni pubbliche comunitarie.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x