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«I giovani della pandemia: una storia di conflitto generazionale»

di Samuele Signoretti*

Pubblicato il: 27/03/2021 – 13:15
«I giovani della pandemia: una storia di conflitto generazionale»

Durante questo anno di Covid, è emersa una difficile situazione di conflitto generazionale, sia a livello delle decisioni politiche, che dell’opinione pubblica. Nel mezzo di questa pandemia, e qui parlo personalmente, da giovane, da studente, da cittadino e da attivista politico, sto provando una profonda rabbia. Una rabbia per chi dal primo giorno della pandemia, ma da ancora prima che questo male venisse a tormentarci, non si sforza nemmeno di comprendere una generazione totalmente in balia di un sistema che non l’ha mai davvero tenuta in considerazione. Siamo stati noi i colpevoli dell’aumento dei contagi, noi quelli della “movida”, noi quelli che hanno cercato, in barba al Covid, di voler accelerare per un ritorno nelle aule, stanchi di una modalità di insegnamento limitante. Nemmeno un poco avete cercato di comprendere i nostri bisogni sociali e culturali, le nostre prospettive. Tutti hanno avuto, durante questa pandemia, dei rappresentanti che combattevano per gli interessi di determinate categorie, ma i nostri interessi qualcuno li ha davvero rappresentati? Negli ultimi giorni è tornato dopo tanto tempo alla ribalta il tema del voto ai sedicenni. Un’iniziativa come questa non può che essere positiva per la partecipazione democratica del paese, ma siamo davvero sicuri che gli strumenti per farlo ci siano? In che modo un giovane sedicenne può contribuire allo Stato nella maniera più nobile e democratica che c’è, se non c’è un vero interesse nel formare il Cittadino all’interno delle istituzioni? La direzione presa è quella giusta, ma stiamo davvero facendo un passo verso i giovani? È bellissimo che si parli di giovani e delle generazioni future, ma sarebbe altrettanto bello se qualcuno prima di farlo ci chiedesse come la pensiamo. Sarebbe bello se la si smettesse di usarci come capri espiatori sui social, con toni di odio e insulti. Sarebbe bello se la si smettesse di fare le proprie battaglie di consenso sulla chiusura delle scuole, tenendo magari presente e allegando i dati relativi ai contagi prima di emanare un’ordinanza, e non dopo che un tribunale, applicando il diritto, la annulli perché presenta un vizio di illegittimità. Sarebbe bello se questo interesse verso le nuove generazioni fosse genuino e sincero. Voglio riferire questo appello a tutti. Alle istituzioni politiche, perché ci tengano davvero in considerazione e ci rendano partecipi della costruzione del futuro che riguarda noi, ma ora più che mai anche del presente. Alla cittadinanza, perché possa davvero fare un passo verso di noi e aiutarci a combattere le nostre battaglie. Ma soprattutto ai ragazzi come me, che si sfoghino, che parlino, che gridino il loro malessere con ogni mezzo.

*studente universitario, Segretario del Circolo dei Giovani Democratici di Catanzaro

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