CATANZARO «A distanza di dieci giorni dall’esplosione dei numerosi casi al covid-19/Sars-CoV-2 da parte della popolazione carceraria e del personale, non sembrano affatto placarsi i numeri dei positivi presso l’istituto di Catanzaro che vedono ancora 48 detenuti e 16 unità di polizia penitenziaria tra i casi accertati». Lo afferma il segretario regionale aggiunto dell’Uspp(Unione sindacati polizia penitenziaria) Walter Campagna. «A fronte di tale situazione e nonostante la grave carenza di personale che investe tutti i settori, dalla polizia penitenziaria a quello civile e sanitario, la popolazione detenuta – prosegue Campagna – è stata tuttavia sottoposta a tampone al fine di isolare i casi di positività in appositi reparti detentivi assistenziali. Parallelamente, anche nei confronti del personale sono scattate una serie di misure precauzionali attraverso un apposito screening effettuato presso la tendo-struttura dell’esercito italiano sita nel quartiere sud della città di Catanzaro, a cui va il nostro ringraziamento a tutti gli operatori sanitari e colleghi dell’esercito per aver risposto con professionalità e disponibilità all’emergenza registratasi ed ancora in atto. Inoltre – prosegue il dirigente Uspp – grazie alla convenzione regionale per l’emergenza Covid-19 è stato attivato il primo trasferimento di un soggetto positivo al covid -19, presso una delle strutture ricettive alberghiere individuate dal Dipartimento di Protezione Civile. Restiamo invece in attesa di un intervento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, circa l’assegnazione straordinaria di almeno 20 unità di polizia penitenziaria, al fine di colmare la grave carenza di personale, come più volte denunciata dall’Uspp (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria), ed attenzionata al Ministro della giustizia attraverso una recente interrogazione parlamentare di (FdI). Gli agenti sono esposti a carichi di lavoro sempre più pesanti e non possiamo certo dirci ottimisti rispetto a soluzioni che, anche per difficoltà logistico/strutturali, ad oggi risultano inapplicabili se non a danno della sicurezza operativa del personale. Significando che anche il provvedimento provvisorio attuato dal Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria con l’invio in missione di (sei) unità, non è sufficiente a colmare una situazione ancora molto grave da gestire».
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