COSENZA I carabinieri del comando provinciale di Cosenza, dalle prime luci dell’alba stanno dando esecuzione ad un decreto di perquisizione locale e veicolare (e contestuale sequestro), nei confronti di 18 persone coinvolte nell’inchiesta della procura di Paola denominata “Appalti e massoneria”, a seguito dell’indagine avviata lo scorso gennaio. Il provvedimento vede la firma del procuratore capo Pierpaolo Bruni e dei sostituti Maria Francesca Cerchiara e Antonio Lepre. I militari dell’arma si sono presentati poche ore fa all’abitazione dell’assessore al Comune di Belvedere, Marco Liporace. La perquisizione, ancora in fase di svolgimento, potrebbe fornire ulteriori prove alla procura sulla presunta associazione per delinquere che avrebbe operato tra la Basilicata e la Calabria, per dividere i proventi degli appalti pubblici. Oltre a loro sono finiti sotto la lente degli inquirenti Maria Grazia Melega, Francesco Esposito, Vincenzo Cristofaro, Silvano Cairo, Giuseppe Marsico, Maria Petrone, Vincenzo Donato Rosa, Raffaele Grosso Ciponte, Giuseppe Caroprese e Gianfranco Amodeo. I reati contestati sono, a vario titolo, truffa alla turbata libertà degli incanti, alla corruzione, fino alla violazione della Legge Anselmi. I fatti contestati sono compresi nell’arco di tempo che va dal 2018 al 2020.
L’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Belvedere, Marco Liporace, alla presenza degli avvocati Massimo Raffo e Francesco Liserre si era presentato alla stazione dei carabinieri di Scalea per sottoporsi ad interrogatorio. Liporace però si era avvalso della facoltà di non rispondere. Tramite i suoi legali, aveva rappresentato la decisa volontà di non dimettersi dal suo incarico politico, fiducioso di poter dimostrare, nelle sedi istituzionali preposte e nei termini di legge, la sua totale estraneità alle ipotesi accusatorie mosse nei suoi confronti.
x
x