COSENZA La carenza di personale medico nelle corsie ospedaliere e nei servizi territoriali della Regione rischia di subire una ulteriore brusca accelerazione. Tutta colpa dell‘errata programmazione degli anni passati, ma soprattutto delle mancate assunzioni che hanno minato la qualità generale del sistema sanitario accelerando il processo di desertificazione dei principali servizi territoriali. Solo per quanto riguarda i medici specialisti, in Calabria è previsto un ammanco di 1410 medici (dati Anaao Assomed). Le carenze principali riguarderanno la medicina d’urgenza con 245 medici, l’anestesia e rianimazione con 63 medici, la ginecologia con 51 medici, la chirurgia generale con 90 camici bianchi, la pediatria con 150 medici e la psichiatria con 90 unità in meno. Da un confronto tra fabbisogni dichiarati dalla regione e previsione di medici in pensionamento nel periodo 2019-2025, i primi risultano sottostimati di 1093 unità. Incomprensibili alcuni numeri di fabbisogno espressi dalla regione: medicina d’emergenza-urgenza 0, medicina del lavoro 0, ematologia 0, ma contemporaneamente si richiedono ben 3 medici dello sport all’anno e 3 genetisti. Sono 9, invece, i contratti di formazione finanziati dalla Regione, spalmati su branche non in sofferenza.
La pandemia ha imposto una rivoluzione dell’organizzazione delle Aziende sanitarie. Reparti ospedalieri trasformati in centri Covid, corsie occupate da pazienti in attesa di sottoporsi a visita, personale stretto tra turni massacranti ed un’emergenza che pare senza fine. A Cosenza, il personale è insufficiente e le carenze di organico non fanno altro che aumentare la pressione sui medici impegnati nella lotta al virus. Criticità a cui nessuno sembra dare risposta e da più parti si chiede all’Azienda sanitaria provinciale di avviare una necessaria e doverosa inversione di rotta. Così non si può andare avanti. A complicare i piani del commissario Vincenzo La Regina, una serie di addii legati al raggiungimento dell’età pensionabile di personale medico. Dall’ospedale di Paola al vicino distretto sanitario Tirreno-Amantea, dal Polo ospedaliero di Rossano al Presidio ospedaliero di Praia a Mare fino all’ex ospedale di Mormanno (con funzioni di Casa della Salute e Struttura Riabilitativa), non si contano i «collocamenti a riposo per raggiunti limiti contributivi».
I numeri non mentono. Nel solo mese di marzo, l’Asp di Cosenza ha perso un farmacista, uno psicologo, sette infermieri, un fisioterapista, due medici, tre Oss, tre ausiliari, quattro amministrativi. E se si esaminano i primi tre mesi del 2021, i numeri aumentano in maniera vertiginosa. Il problema resta la sostituzione del personale in pensione. I concorsi sono fermi al palo, l’aumento dei contagi ha costretto il commissario La Regina ad occuparsi in primis della cura dei pazienti positivi impegnando risorse ed energie nella lotta al virus. Però è chiaro ed evidente che il compito di chi è impegnato quotidianamente nei reparti diventerà sempre più arduo senza poter contare sul personale necessario a svolgere correttamente il lavoro richiesto.
«Ho trovato una situazione drammatica, tra gli obiettivi – come prevede il decreto Calabria – c’è l’approvazione dei bilanci. Ho costituito una task force con Agenas, Regione, gruppo di avvocati dell’azienda e stiamo quantizzando il debito per capire la natura del contenzioso dei pignoramenti necessario per avviare un percorso virtuoso e iniziare ad invertire la rotta». Queste le parole del commissario La Regina, quattro settimane fa, quando era stato sollecitato sull’adozione dell’atto aziendale. Un documento atteso per comprendere meglio quali siano i programmi pensati da La Regina in merito alla nuova organizzazione dell’Azienda sanitaria. Si attende di capire, ad esempio, come e con quali strumenti saranno riorganizzate la rete dell’assistenza territoriale e quella ospedaliera, quale siano i piani in merito alla distribuzione delle unità composte da personale sanitario (medici e infermieri) e socio sanitario (Oss). Ed ancora quali saranno le intenzioni della struttura commissariale riguardo i servizi territoriali con riferimento soprattutto ai consultori.
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