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«Penso sia stata sciolta con l’acido». La “mentalità mafiosa” dietro l’omicidio di Barbara Corvi

La tragica morte ipotizzata dagli inquirenti, legata alle origini di Roberto Lo Giudice

Pubblicato il: 31/03/2021 – 12:46
«Penso sia stata sciolta con l’acido». La “mentalità mafiosa” dietro l’omicidio di Barbara Corvi

TERNI Un dialogo inquietante che alimenta un dubbio in grado di imprimere una direzione precisa al caso che riguarda la scomparsa, avvenuta nel 2009, di Barbara Corvi. L’attività investigativa coordinata dalla Procura di Terni, ha portato ieri all’arresto del marito, Roberto Lo Giudice, con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Un’indagine riaperta nel 2018, che si è avvalsa del contributo di tre collaboratori di giustizia. 

«Sciolta con l’acido»

Ma è la frase pronunciata presumibilmente, secondo gli inquirenti, da uno dei figli di Barbara Corvi, a gettare ombre inquietanti sulla vicenda. «Penso sia stata sciolta con l’acido». Il ragazzo, in un contesto che ancora non è stato reso noto, – scrive oggi Repubblica – parla con tono sconsolato della madre, di cui non si hanno notizie dal 27 ottobre del 2009, ipotizzando che abbia fatto la peggiore fine immaginabile. Una tragica fine, la stessa ipotizzata dagli inquirenti, legata a quelle che sono le origini di Roberto Lo Giudice: figlio di un esponente di spicco della ‘ndrangheta – ha spiegato proprio il procuratore di Terni, Alberto Liguori, «non apparteneva al clan mafioso di riferimento, ne avrebbe comunque condiviso la mentalità». «I misteri che avvolgevano le prime investigazioni – ha spiegato il procuratore Liguori – sono stati chiariti anche grazie al contributo offerto da plurimi collaboratori di giustizia un tempo facenti parte del clan Lo Giudice, quelli delle bombe ai giudici di Reggio Calabria del 2010».

La “mentalità” mafiosa 

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dunque, Roberto Lo Giudice avrebbe ucciso Barbara Corvi per via di una relazione extraconiugale. Un omicidio dalla «mentalità mafiosa» spiega ancora il procuratore Liguori, e che avrebbe visto anche la collaborazione del fratello, Maurizio Lo Giudice, anche lui fra gli indagati. Sarebbe dunque questo il movente per gli inquirenti, il tradimento come «un’onta da lavare con il sangue». Sullo sfondo della vicenda di Barbara Corvi c’è un altro delitto, quello di Angela Costantino, moglie di un altro componente della famiglia Lo Giudice: Angela era scomparsa nel nulla nel 1994 e nel 2012 per quella scomparsa sono state condannate a 30 anni per omicidio due persone legate alla stessa famiglia. L’accusa per loro è proprio di aver ucciso la donna in seguito alla scoperta di una relazione extraconiugale avuta mentre il marito era in carcere.

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