SCANDALE «Un primo passo verso la vittoria contro le lobby delle discariche è stato compiuto». È con queste parole che la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, esprime soddisfazione per la decisione della Regione Calabria di avviare, in via di autotutela dell’AIA (autorizzazione integrata ambientale), il riesame della discarica di rifiuti speciali non pericolosi, ricadente nel Comune di Scandale (Kr) in località Marinella.
Uno dei tanti motivi per cui la Regione Calabria ha deciso il riesame dell’AIA, a quanto pare, è dovuto ad una indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro. La vicenda della discarica di Marinella parte dal lontano 2009: il progetto iniziale prevedeva la costruzione di una discarica di amianto, ma grazie alla mobilitazione continua portata avanti nel 2010 da istituzioni, associazioni, partiti politici e cittadini, il progetto fu accantonato.
Qualche anno dopo, nel 2015 venne presentato, nella stessa località, un altro progetto per la costruzione di una nuova discarica puntando tutto sulla modifica dei codici Cer (codici identificativi dei rifiuti). La nuova discarica prevedeva di accogliere rifiuti speciali non pericolosi e non più amianto. La località Santa Marina di Scandale dove doveva sorgere la discarica è una zona agricola di pregio, con produzioni biologiche e a marchio Dop. «Lo stop alla discarica – dichiara Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – è frutto della lotta dell’amministrazione comunale di Scandale che si è battuta con caparbietà e di tutte le associazioni che hanno tenuto sempre viva la vicenda, dimostrando, ancora una volta, la grande importanza della partecipazione democratica».
Legambiente Calabria festeggia insieme ai cittadini, alle associazioni ed alle istituzioni del territorio crotonese questa bella notizia, ma è allo stesso tempo fortemente preoccupata per altre analoghe e gravi vicende che sono ancora lontane da una soluzione. Tra queste vicende ricordiamo le vicissitudini che riguardano la discarica di rifiuti speciali non pericolosi di località Pipino nel comune di Scala Coeli che desta allarme per l’intero territorio dell’alto crotonese e del basso ionio cosentino. «Quella della discarica di Scala Coeli – afferma Parretta – è una vicenda che stiamo seguendo da anni con il circolo locale Legambiente “Nicà” che continua a battersi senza alcun timore, facendo un lavoro encomiabile, anche in qualità di uditore nella conferenza di servizi producendo osservazioni e segnalazioni, supportato da Legambiente Calabria e da Legambiente Nazionale».
«Come Legambiente Calabria – sostiene Parretta – vogliamo fare nostro l’appello del presidente del Circolo Legambiente Nicà di Scala Coeli,Nicola Abruzzese,che lo scorso 13 marzo lamentava la mancata convocazione da parte del Prefetto di Cosenza. Ci uniamo al rammarico espresso da Abruzzese e sollecitiamo il prefetto Cinzia Guercio affinchè possa al più presto ricevere una delegazione del Circolo locale».
«È importante ricordare – afferma la presidente dell’Associazione ambientalista – che la costruzione di nuove discariche, oltre a rappresentare un grave problema ambientale, troppo spesso risponde al profitto di pochi e non agli interessi ed al benessere della collettività, non risolve il problema della gestione dei rifiuti, oltre a non essere compatibile con l’impegno “discariche zero”, assunto dalla Regione Calabria già nel 2016».
«Ribadiamo da tempo – conclude Anna Parretta – che in Calabria, sui rifiuti, bisogna uscire dalla logica degli inceneritori e delle discariche e fare scelte chiare che vadano nella direzione di un’economia circolare seria ed efficace e devono essere costruiti gli impianti della filiera del riciclo».
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