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La figlia del boss Barreca si dissocia dal marito: «La scelta di pentirsi riguarda solo lui»

Francesco Labate ha iniziato a collaborare con la giustizia. La moglie: «Io e i miei figli non abbiamo nulla a che vedere con le sue decisioni»

Pubblicato il: 01/04/2021 – 11:46
La figlia del boss Barreca si dissocia dal marito: «La scelta di pentirsi riguarda solo lui»

REGGIO CALABRIA C’è un nuovo pentito a Reggio Calabria. Francesco Labate genero di Filippo Barreca, storico boss di Pellaro, ha deciso di collaborare con la giustizia. Una scelte che non è piaciuta alla “famiglia”, tanto che la moglie, Luana Barreca, gli indirizza una lettera dove si dissocia dalla decisione. Labate, così come il boss Barreca e la figlia Luana, sono finiti nell’inchiesta “Metameria” della Dda di Reggio Calabria attraverso cui gli inquirenti hanno ricostruito le trame dello stesso boss che, una volta ai domiciliari, aspirava a riprendersi il “suo” territorio.
Al suo fianco durante i summit con le altre cosche c’era anche il genero, suo «ambasciatore» per recapitare le richieste estorsive. Il suo pentimento potrebbe quindi portare alla luce nuovi particolari del “modus operandi” della cosca e non solo.
E così, la moglie, Luana Barreca,  oggi ai domiciliari e difesa dall’avvocato Lorenzo Gatto, ha voluto rendere noto il disappunto verso la scelta maturata dal marito. «La scelta di un percorso collaborativo del signor Labate Francesco, – si legge nella lettera – riguarda solo ed esclusivamente la sua persona. Non è intendimento mio e dei miei figli seguire o approvare le scelte compiute dal signor Labate».
La terza persona utilizzata nello scritto dice tutto. «Se costui – rivolgendosi al marito – ritiene di avere compiuto fatti gravi, tanto da confessarli all’autorità giudiziaria competente, si assume tutte le sue responsabilità e giustamente paghi le conseguenze dei suoi comportamenti illeciti. Per quanto mi riguarda la mia famiglia, intesa io ed i miei figli, non avendo nulla a che vedere con le decisioni del signor Labate Francesco, né tantomeno con i fatti contestati nell’ordinanza custodiale emessa nei suoi confronti, non intendiamo seguirlo nella direzione intrapresa».

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