In termini pro-capite a pagare di più sono ancora una volta le imprese della provincia di Reggio Calabria (241,53 €) seguite da quelle di Cosenza, Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia.
Se si confrontano poi i dati del contributo con quelli dei servizi erogati emerge tutto lo squilibrio. Solo la provincia di Cosenza appare avere un livello accettabile di servizio (6 su 10).
Ma l’inefficienza del sevizio è sotto gli occhi di tutti, con le nostre strade invase da cumuli di rifiuti e il problema dello smaltimento che puntualmente si ripresenta. Lo si evince anche dal confronto tra quanto si paga e quanto si riceve in cambio, la provincia di Reggio Calabria ad esempio mostra uno scostamento del 61,81%, dato abbastanza allarmante che indica come l’utente paghi cifre di gran lunga superiori rispetto al servizio ricevuto.
E qui sorge il dubbio? Se effettivamente cittadini e imprese versano nelle casse comunali milioni di euro, questi soldi dove vanno a finire se il sistema di raccolta è in tilt? Per non parlare del binomio TARI/imprese, dove queste ultime, nonostante la crisi che stanno vivendo, si trovano costrette a pagare fior di quattrini per un servizio talvolta inesistente. Tra queste le maggiormente colpite sono bar (78,7 € al mq), ristoranti (103,7 € al mq), ortofrutta e banchi dei mercati (120.6 € al mq).
In tempi in cui di rispetto dell’ambiente si parla e si sparla, non sarebbe il caso di cominciare ad affrontare seriamente il problema, visto che i soldi ci sono, invece di pensare alle solite campagne di sensibilizzazione, che sensibilizzano si ma non chi dovrebbero, ossia i nostri amministratori a spendere bene i soldi che noi cittadini versiamo con tanti sacrifici?
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