CETRARO I Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, nel corso delle indagini relative all’operazione denominata “Katarion” conclusa lo scorso 10 marzo scoprirono nell’abitazione di uno degli indagati, Giuseppe Antonuccio, un bunker. L’uomo finito poi arrestato è considerato dagli inquirenti uno degli esponenti di spicco del sodalizio dedito al traffico di droga, che operava sotto l’egida della potente cosca “Muto”. I militari, nel corso dei medesimi controlli trovarono anche 700 grammi di cocaina e due chili di hascisc. A distanza di quasi un mese dal blitz, Giuseppe Antonuccio alias “Garibaldi” lascia il carcere. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, infatti, ha accolto in pieno il ricorso presentato dal legale dell’indagato Cesare Badolato, annullando la misure cautelare.
Giuseppe Antonuccio, secondo l’accusa ricoprirebbe la «posizione di vertice all’interno della consorteria, assumendo tutte le decisioni di rilievo relative all’attività di approvvigionamento e commercializzazione dello stupefacente, impartiendo ordini e direttive ai singoli pusher sulle modalità dello spaccio, procurando all’associazione lo stupefacente da commercializzare, acquistando la droga dai fornitori, saldando i debiti del gruppo, anticipando le somme di denaro dovute per l’adempimento di essi». Le captazioni ambientali e telefoniche hanno consentito di accertare come il traffico degli stupefacenti venisse svolto per finanziare le ulteriori attività illecite dell’organizzazione criminale e, soprattutto, per fronteggiare le gravose esigenze economiche derivanti dalle carcerazioni di numerosi esponenti della cosca che, per ovvi motivi, si vedevano costretti a sostenere anche le spese legali.
Il Tribunale ha accolto il ricorso dell’avvocato Cesare Badolato in riferimento alle posizioni di due dei suoi assistiti. Si tratta di Luigi Tundis e Poldino Cianni che passano dal carcere ai domiciliari. Rigettato invece il ricorso che riguarda la posizione di Flavio Graziosi, che resta in carcere.
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