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Lo studio su itticoltura ed energie innovative «che porta l’Europa a Reggio Calabria»

Tredici partner da 5 paesi Ue nel progetto ideato nel laboratorio “Noel”. Arena: «Sfida è mantenere le piattaforme in mare per sfruttarne l’energia»

Pubblicato il: 04/04/2021 – 8:06
di Francesco Donnici
Lo studio su itticoltura ed energie innovative «che porta l’Europa a Reggio Calabria»

REGGIO CALABRIA Innovazione, itticoltura, new energy. Sono queste le parole chiave del progetto “The Blue Growth Farm”, una creatura alimentata dalle eccellenze di 5 paesi Ue, col cuore in Calabria. «Questo progetto ha portato mezza Europa a Reggio Calabria. Ci dà soddisfazione la centralità del nostro Ateneo: lavorare in un laboratorio naturale creava non poche perplessità ma abbiamo trovato un’eccellente sinergia di diverse forze del territorio». Felice Arena è docente ordinario di Costruzioni meccaniche all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria e direttore del laboratorio “Noel”. Proprio lì è stata in qualche modo concepita la ricerca finanziata dall’Unione Europea con 10 milioni nell’ambito del programma Horizon 2020.
E proprio nei pressi del “Noel”, poco distante dalle sponde del Lungomare Falcomatà, è stato posizionato il prototipo intorno al quale ruota il progetto: «una piattaforma pensata per l’itticoltura», tra le finalità del bando di cui sono risultati aggiudicatari in tutto 13 partners.

Fase di posizionamento del prototipo elaborato al “Noel”

Genesi ed evoluzione del progetto “The Blue Growth Farm”

«La “call” – racconta Arena al Corriere della Calabria – è stata presentata circa 4 anni fa. L’idea di creare piattaforme funzionali a produrre energia, nacque proprio a Reggio Calabria dopo un seminario tenuto nel nostro laboratorio “Noel”».
Il progetto prevede lo sviluppo di piattaforme multifunzionali, totalmente automatizzate e autonome dal punto di vista energetico. «La sfida è di tenere questa piattaforma permanentemente in mare, esposta alle condizioni ondose». Il programma, per una durata complessiva di 46 mesi, è partito lo scorso 2018 e dovrebbe arrivare a compimento il prossimo marzo 2022, dopo che sarà esperita la fase «dell’ingegnerizzazione della piattaforma, sia strutturale sia sotto diversi altri aspetti come ad esempio quello biologico».

Turbina eolica, trasportata via terra e in seguito montata sulla piattaforma

Materialmente, “The Blue Growth Farm” si basa su una piattaforma rettangolare «che deve essere realizzata con tanti elementi modulari uguali, un po’ come una costruzione Lego. È autoalimentata ed ha una sola turbina eolica di 10 megawatt».
Il primo modellino è stato sviluppato nelle settimane di lavoro a Nantes (in scala 1:40). «Dopo aver raccolto i dati in Francia, li abbiamo elaborati sviluppando un modello più grande (in scala 1:15) a Reggio Calabria. Il prototipo aero-hydro è stato quindi realizzato dalla società Finconsit Srl (società genovese) e trasportato da Ancona a bordo di un pontone Coromandel, fino alle coste dello Stretto. La piattaforma è stata quindi posizionata in un’ansa del Lungomare, dove le operazioni di installazione sono iniziate pochi giorni fa.

In sette mesi sarà possibile valutare la fattibilità tecnica, economica e sociale di “The Blue Growth Farm”. La fase finale, infatti, consisterà nel raccogliere i prodotti dall’esperienza reggina dove saranno studiate le problematiche strutturali dell’impianto, come il comportamento in caso di venti e mareggiate, grazie a centinaia di sensori installati sulla struttura. «Il progetto è francese quindi starà poi a loro elaborare i dati. L’obiettivo è quello di fare tre prototipi che verranno posti nel Mediterraneo, alle Canarie e un altro nel mare del Sud della Francia dove saranno studiate le problematiche ambientali, come il ricambio dell’acqua e il benessere dei pesci anche in caso di allevamenti intensivi».
Lo studio si fonda sulla sostenibilità ambientale e sull’accettazione sociale di un punto di produzione ittica in mare aperto a livello industriale. Per raggiungere questi obiettivi sono previsti passaggi complessi che stanno richiedendo un notevole lavoro d’equipe. «Temevamo che il Covid potesse metterci in difficoltà o rallentarci invece siamo riusciti a comunicare con gli altri partners per giungere fino alla fase attuale».

I partner europei e la partecipazione della Calabria

La piattaforma al porto di Reggio Calabria

Arena è il direttore del “Noel” (Natural Ocean Engineering Laboratory), centro di ingegneria del mare di Reggio Calabria e culla del progetto. «La Calabria ha due partecipazioni. Oltre al “Noel” vi è una società “spin-off” dell’Università Mediterranea, la Wavenergy.it Srl, col compito di occuparsi dell’energia prodotta dalle onde. Dietro questo aspetto lavorano dei ricercatori universitari».
Ma se Reggio Calabria è il “cuore” di questa iniziativa, ben più vasta è la schiera delle eccellenze annoverate. La fase passata è stata quella degli esperimenti condotti in una vasca del laboratorio dell’École Centrale di Nantes, ma sono diversi tra aziende e centri di ricerca, i soggetti coinvolti: Sagro Aquaculture Limited (Cipro), Chlamys s.r.l. (Italia), The Scottish Association for Marine Science LBG (Regno Unito), Ecole Centrale de Nantes (Francia), Fundacion Tecnalia Research & Innovation (Spagna), Politecnico di Milano, Ditrel Industrial S.L. (Spagna).
«A coordinatore del progetto – conclude Arena – è il Rina Consulting di Genova, che fornisce un’ampia gamma di servizi nei settori dell’energia e del mare». Il costo della struttura si aggira intorno ai 200 milioni di euro, «ma andranno poi calcolati i profitti di vendita dell’energia e del pescato».
«La crescita della domanda di pescato in tutto il mondo sta provocando difficoltà di approvvigionamento, soprattutto a causa dello sfruttamento della pesca commerciale, del degrado dell’habitat e della scarsa qualità dell’acqua». Problematiche che progetti come questo mirano a superare: «Sulle piattaforme offshore si riuscirebbe ad associare l’ampia ricircolazione dell’acqua con livelli di correnti moderati così da assorbire anche energia dalle onde del mare aperto»
Una rivoluzione innovativa che parte anche dalle eccellenze calabresi per giungere alla potenziale e prospettica valorizzazione e tutela di alcune tra le più importanti risorse di questa terra (e non solo). (redazione@corrierecal.it)

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