REGGIO CALABRIA Si chiama “Inside Calabria” ed è il documentario realizzato da 42° parallelo per il Progetto I–Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) e promosso dalla Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi, insieme ad Interpol, la più grande agenzia di cooperazione multilaterale di polizia a cui aderiscono 194 Paesi del mondo.
Tre giorni tra Roma, Catanzaro e Reggio Calabria per fare il punto operativo del Progetto I-Can. La ‘ndrangheta è una minaccia globale: rappresenta, infatti, la più potente organizzazione criminale al mondo, presente in 32 Paesi di cui 17 in Europa, ma pochi ne conoscono la pericolosità fuori dall’Italia. L’obiettivo del progetto I-Can, iniziato poco meno di un anno fa, è stato quello di creare subito delle squadre specializzate in ciascuno dei Paesi aderenti che conoscessero la ‘ndrangheta e fossero consapevoli di come replica il suo linguaggio criminale nel mondo, mantenendo la struttura verticistica e la base operativa in Calabria. Questa scelta è stata vincente se è vero che dal maggio dell’anno scorso ad oggi, in 10 mesi sono stati arrestati 12 latitanti di ‘ndrangheta (un quarto del red notice Interpol, che segnalano a livello mondiale i soggetti da arrestare, appena rintracciati): 3 in Argentina, 2 in Albania, 1 in Svizzera, 1 in Costa Rica, 2 in Spagna, 1 in Canada, 1 in Repubblica Domenicana, 1 in Portogallo. Sono stati sequestrati patrimoni per circa 145 milioni di euro e confische per 75 milioni di euro in tutto il mondo. Risultati che testimoniano l’esistenza di un rapido scambio di informazioni e di un’efficace risposta operativa resa possibile dal clima di fiducia che si è instaurato tra le forze di polizia dei vari Paesi.
«Poco più di un anno è passato dalla presentazione proprio qui a Reggio Calabria del progetto “I-Can” ed in questo anno tanto è stato fatto nonostante gli inevitabili rallentamenti dovuti alla pandemia. Sicuramente la percezione della pericolosità della ‘ndrangheta è aumentata in alcuni Paesi, e di ciò abbiamo prova dalle numerose richieste di collaborazione che ci pervengono dalle autorità giudiziarie e dalle polizie giudiziarie di molti Stati europei ed extraeuropei. Ma ancora tanto bisogna fare a livello europeo ed a livello mondiale, ed in questo il progetto “I-Can” può fare molto». Così il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri al termine della riunione, tenuta in settimana sul progetto “I-Can”. «La ‘ndrangheta – ha aggiunto – pure partendo da queste terre, è presente in tutto il mondo, ed allora è necessario per noi seguirla e contrastarla ovunque».
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