CORIGLIANO ROSSANO «Insussistenti gli elementi per il reato d’abuso d’ufficio». Il pm del Tribunale di Castrovillari ha ritenuto «l’assoluta infondatezza della notizia di reato» nei confronti dell’ex sindaco di Rossano, Stefano Mascaro, dell’ex segretario comunale, dell’organismo indipendente di valutazione e un dipendente comunale. Archiviate le posizioni per tutti loro.
Alla base, una denuncia alla procura presentata dall’attuale sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, dal presidente del Consiglio comunale Marinella Grillo, dal consigliere comunale Titti Scorza e da Tonino Caracciolo, tutti rappresentanti dell’allora opposizione consiliare a Mascaro, per l’attivazione di una procedura amministrativa che sarebbe sfociata con la nomina di un dirigente comunale pro-tempore, secondo l’art. ex 110 del Tuel, ma mai giunta a compimento.
La vicenda è stata commentata da Mascaro ed il suo assessore al personale, Dora Mauro che hanno evidenziato come Stasi stia abbondantemente attingendo alle medesime procedure denunciate alla procura.
«Dopo oltre due anni, si è concluso, finalmente il giudizio penale. Giudizio scaturito da una denuncia, i cui quattro firmatari andavano tanto fieri – Mascaro non li nomina mai – in combutta con una “mano nera” interna e con sindacati compiacenti».
«Questo stile di comportamento è stato, per qualcuno (Stasi, ndr), il solo modo per emergere a paladino di insegnamenti e di trasparenza, proprio quella trasparenza che né io, né tanti altri coriglianorossanesi non hanno mai, dico mai, riscontrato in tanti atti e tante scelte di questa amministrazione che di nomine, quelle vere, ne ha compiute e confermate diverse, con profili di dubbia legittimità, tanto per essere generosi».
Mascaro conclude chiedendosi «chi oggi, pubblicamente, ha il coraggio di chiedere scusa?»
«Ad un risultato differente rispetto all’archiviazione, ci credevano, evidentemente, solo i firmatari dell’esposto, ora al governo della città che, nonostante la mancata nomina dirigenziale, hanno ritenuto di confermare la querela e andare avanti in un processo che costerà un po’ di soldini alle casse comunali», aggiunge Dora Mauro, la quale, poi rammenta che allo stesso modo – nominando dirigenti pro tempore – hanno agito prima l’ex commissario, traghettatore delle prime fasi di fusione dei due comuni e poi lo stesso Stasi. «L’ex commissario subentrato a Mascaro – rammenta l’ex assessore al Personale – a pochi giorni dalla fine del mandato, ha nominato dirigenti secondo l’ex art. 110 che l’attuale amministrazione continua a confermare regolarmente da due anni».
Oggi, «dall’altra parte della barricata si approvano gli stessi atti per cui sono state mandate quattro persone a processo, con buona pace del reato d’abuso d’ufficio. Non si butta fango addosso alle persone – prosegue la Mauro – non si cuce un processo inutile, dispendioso, incomprensibile, un fardello per chi non ha mai avuto a che fare con la giustizia e si è visto costretto a difendersi “sul nulla”, una gogna mediatica continua e poi, che squallore, farlo diventare un cavallo di battaglia in campagna elettorale. Questa è una vicenda nata per fare “clamore mediatico” su una procedura amministrativa legittima e corretta. Condivido lo sfogo di Stefano Mascaro, non c’è stato deliberato che la sua giunta non abbia letto e riletto. Nessuno avrebbe consentito atti “contra legem” e questa procedura non lo era affatto. Le belle parole, quali trasparenza, legalità, anticorruzione – è l’ultimo strale lanciato all’indirizzo di Stasi – sono un gran bello specchietto per le allodole, se poi i fatti parlano diversamente e le scelte odierne sono in netto contrasto con quanto denunciato e sbandierato dai palchi». (lu.la.)
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