MILANO Sono almeno altri cinque i casi di persone morte senza parenti su cui una presunta banda di truffatori potrebbe aver agito con la tecnica di falsi testamenti creati ad hoc, riferibili ad un finto notaio americano e utilizzati per provare ad intascare le eredità dei deceduti. A finire nel registro degli indagati l’avvocato penalista Giuseppe Marra e con lui, in qualità di beneficiari, Mario e Demetrio Bueti, Filippo Caminiti, Bruno Romano e Cosimo Panuccio. Tutti di Villa San Giovanni a cui i carabinieri hanno notificato l’avviso di garanzia. Su questi sta indagando ora la Procura di Milano che già nei giorni scorsi è riuscita a sequestrare d’urgenza i beni, circa un milione di euro in totale, che il gruppo, di cui farebbe parte l’avvocato calabrese Giuseppe Marra (QUI LA NOTIZIA), aveva cercato di sottrarre all’asse ereditario di un 70enne milanese, trovato morto in casa nel novembre 2018, sei mesi circa dopo la sua morte in solitudine. Come emerge dagli atti dell’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Maura Ripamonti e che ha portato al sequestro, la presunta banda, composta da almeno 5 persone, è già indagata per almeno altri due episodi simili, uno nel Mantovano e un altro in provincia di Vicenza. E nelle recenti perquisizioni effettuate dagli investigatori sono stati rintracciati documenti, come articoli di cronaca su persone trovate morte in casa dopo tanto tempo, che fanno supporre che potrebbero essere state commesse altre truffe, anche tentate, dello stesso genere. I casi, in particolare, a quanto si è saputo, si concentrano a Venaria Reale (Torino), in provincia di Genova, a Nogara (Verona), a Castelfranco Veneto (Treviso) e a Aviano (Poredenone). Dopo la nomina del curatore dell’eredità, si legge negli atti in relazione al caso milanese, «si materializzava improvvisamente l’avvocato Marra di Reggio Calabria, il quale riferiva di rappresentare un procuratore dell’erede designato». Finto erede residente negli Usa che «sarebbe stato nominato con un testamento del ’99 redatto a New York dal notary public Carmine J. Guadagno». Gli inquirenti nelle indagini sul caso milanese hanno evidenziato una serie di anomalie: l’atto, di un notaio americano, è redatto in italiano, usando formule tipiche degli atti notarili italiani e a New York «non risulta esistente ‘Bulding Avenue’, luogo dove il 70enne deceduto avrebbe abitato, stando al falso testamento. A New York, poi, non esiste nemmeno 99 Teaneck Ridge Fiel PK, luogo indicato come residenza di un’altra persona che avrebbe fatto da testimone». Anche sulla morte avvenuta in provincia di Vicenza aveva scritto la stampa locale, ma «in realtà, nonostante le affermazioni del giornale – si legge ancora – nel caso di specie, vi era un erede legittimo». Improvvisamente, però, con lo stesso schema, il 2 aprile del 2020 arrivava la comunicazione di un “testamento”, che veniva ancora una volta dagli Stati Uniti, con cui «veniva nominata erede universale una terza persona». Il ruolo dell’avvocato Marra, scrivono i pm, «non è semplicemente ambiguo: si muove personalmente da un’eredità all’altra, da Vicenza a Milano, passando per la provincia mantovana, insiste per appropriarsi dei beni, si impone facilmente sui remissivi parenti, quando ci sono, e chiama ripetutamente il curatore dell’eredità, nel caso milanese, per ottenere lo sblocco delle case e delle cospicue risorse liquide del solitario uomo deceduto».
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