CORIGLIANO ROSSANO La storia dei tamponi, a Corigliano Rossano, sta assumendo connotati da barzelletta. In un momento storico come questo, in cui il tracciamento del virus sul territorio è fondamentale più del pane, il laboratorio di microbiologia del “Giannettasio” si è nuovamente fermato, come dimostrano anche i pochi test effettuati oggi in Calabria.
Dopo i due guasti, i reagenti dedicati a Rossano ma inviati a Palermo, stavolta qualcuno ha forse dimenticato di acquistarne di nuovi. E così il laboratorio ha dovuto issare nuovamente bandiera bianca, centellinando i test solo per procedure urgenti via Pronto soccorso.
Ne deriva, dunque, che proprio in questa fase, l’evoluzione della pandemia è rinviata a data da destinarsi, soprattutto dopo le festività pasquali passate non propriamente in Convento.
Il dramma è che la richiesta di acquisto dei reagenti da parte del laboratorio è stata inviata all’Asp di Cosenza una prima volta il 28 gennaio e poi reiterata il 2 marzo scorso, evidentemente senza ottenere alcun tipo di risposta.
Oggi, quindi, il responsabile del laboratorio ha inviato una comunicazione al commissario, al direttore sanitario, al direttore del dipartimento prevenzione, al responsabile beni, servizi e logistica dell’Asp e al direttore sanitario dello spoke di Corigliano Rossano per comunicare che «non si potranno più ricevere tamponi dagli ambiti territoriali e dagli altri ospedali, poiché questo laboratorio non sarà più in grado di processarli per mancanza di reagenti richiesti, a tempo debito».
Ma c’è di più, il che è ancora più drammatico e grave, perché nella stessa missiva viene comunicato ai vertici dell’Azienda provinciale e dello spoke che «in giacenza a -80° ci sono circa 800 tamponi da processare a seguito del mancato funzionamento dello strumento dedicato».
Storie di ordinaria follia, a queste latitudini della sanità. Senza test, con pochissimi vaccini e una campagna cronicamente in ritardo: ecco le armi per combattere il virus. (l.latella@corrierecal.it)
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