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lo scontro

Il Ponte sullo Stretto spacca la maggioranza di Draghi

Al “no” del ministro alla Transizione ecologica replicano le parlamentari Siracusano (Fi) e Vono (Iv). Ma Orrico (M5S) lo sostiene: non è una priorità

Pubblicato il: 06/04/2021 – 21:03
Il Ponte sullo Stretto spacca la maggioranza di Draghi

ROMA «Il ponte sullo Stretto di Messina? Mi lascia perplesso. Lì da un lato c’è una situazione di sismicità critica, dall’altro lato penserei più a potenziare le infrastrutture fondamentali per Sicilia e Calabria. Per ora aspetterei, ma non ho studiato il progetto». Così il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani a The Breakfast Club su Radio Capital. Segue – succede ormai quasi ogni giorno – dibattito. Con settori di Forza Italia e Italia Viva quasi sulle stesse posizioni e il Movimento Cinquestelle pronto a esprimere perplessità. Anche sul Ponte sullo Stretto si consuma una spaccatura nella maggioranza che governa il Paese.

Siracusano (Fi): opera fondamentale

Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia, spiega che «il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sbaglia a liquidare con poche parole e senza aver approfondito tutti i dossier disponibili – per sua stessa ammissione – il tema della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Anche da questa affrettata presa di posizione emerge come sul collegamento stabile tra Sicilia e Calabria esista ormai una sorta di pregiudizio ideologico assai difficile da superare. Forza Italia ribadisce la necessità di inserire l’opera nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, sostenendo nei tavoli europei la necessità di una deroga al vincolo temporale, ovvero finanziando con il Recovery Fund le opere infrastrutturali terrestri e completando l’attraversamento dello Stretto con i Fondi di sviluppo e coesione, e con quelli strutturali. Gli ostacoli materiali non sono assolutamente insormontabili, auspichiamo che non lo siano neanche quelli culturali di chi deve compiere le scelte di governo. Il Ponte rappresenta una priorità fondamentale per il Sud e per il suo sviluppo economico».

Vono: Cingolani legga il progetto

Silvia Vono, parlamentare calabrese di Italia Viva, è molto vicina alle posizioni della collega forzista. E bolla come banali le parole del ministro, «le cui dichiarazioni sembrano voler liquidare la questione ponte sullo Stretto sulla base di alcune perplessità personali pur ammettendo di non conoscere il progetto. Ancora una volta – prosegue – si preferisce cedere alle sirene populistiche del “rinfreschiamo l’esistente invece che costruire”, paventando dubbi sismici già risolti e relegando l’intero mezzogiorno a essere schiavo di un sistema “a binario morto” che vede, da una parte, l’impossibilità per gli investitori statali di creare una rete ferroviaria e autostradale che sia finalmente, economicamente autosostenibile, e dall’altra, lasciando i cittadini di Calabria e Sicilia con delle infrastrutture che sì, devono essere migliorate, ma che non saranno mai efficienti quanto quelle da Roma in su. La questione del Ponte, che porta con sé lo sviluppo di due città metropolitane, l’ampliamento dell’offerta di business dei porti di Augusta e Gioia Tauro, e tutta la questione del trasporto ad alta velocità, non merita più di essere rimandata. Il mio augurio, così come quello di tutto l’intergruppo per il Ponte e il rilancio del Sud, che vede coinvolti parlamentari di tutti gli schieramenti, sia che il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani possa rendersi edotto sul progetto esistente e condividere con il Governo, con noi parlamentari e con il ministro Giovannini quella che è una delle più grandi occasioni di sviluppo per tutto il meridione».

Orrico (M5S): bene Cingolani, prima le opere fondamentali

Dalla parte del ministro si schiera invece Anna Laura Orrico, ex sottosegretaria ai Beni culturali e deputata del M5S. «Apprezzo le parole espresse dal titolare del ministero della Transizione Ecologica Roberto Cingolani in riferimento al progetto del Ponte sullo Stretto, fra l’altro non molto dissimili a quelle del ministro delle Infrastrutture Giovannini. Una riflessione – prosegue la parlamentare -, a mio avviso, che ben fotografa la situazione. Considerato lo stato in cui versano le nostre infrastrutture fondamentali (strade, ferrovie o viadotti ad esempio), credo anche io, anzi, a dire il vero lo vado dicendo da tempo, che sia prioritario dare loro precedenza potenziandole anziché investire in un’opera, diciamolo pure, controversa per ragioni tecniche, ambientali, di costi. D’altronde, sappiamo bene come è finita e quanto ci è costata la società Stretto di Messina Spa, e ben conosciamo gli appetiti della ‘ndrangheta sul tema, tanto, addirittura da scatenare in passato una guerra di mafia in vista dei futuri appalti. Non che – conclude Anna Laura Orrico – bisogni spaventarsi delle insane inclinazioni del crimine organizzato, sia chiaro. Probabilmente, però, sarebbe forse più utile spingere tutti affinché Calabria e Sicilia abbiano le infrastrutture che da tempo, immemore, chiedono, sfruttando innanzitutto le risorse del Recovery Plan».

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