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Banda calabrese dei falsi testamenti, caso sospetto anche a Locri

La Procura di Milano accende i riflettori su altri 14 casi. Lo schema, il finto notaio di New York e il ruolo del legale di Villa San Giovanni

Pubblicato il: 07/04/2021 – 7:17
Banda calabrese dei falsi testamenti, caso sospetto anche a Locri

MILANO Lo stesso schema di truffa «esteso a più parti d’Italia». Da un lato, «ben congegnato», perché prevedeva di andare a pescare ovunque vicende di anziani morti soli, senza parenti, trovati cadaveri in casa dopo settimane o mesi, e poi attraverso falsi testamenti, redatti da finti notai americani, di riuscire a intascarsi le eredità. Dall’altro lato, però, raggiri caratterizzati da «mosse maldestre», che fanno venire in mente truffe alla Totò e che hanno permesso alla magistratura di intervenire per congelare i beni per ben tre volte, mentre su almeno altri 14 casi sono state da poco avviate le indagini.
Su queste vicende, che hanno tutte alla base le storie di anziani morti in solitudine, sta indagando la Procura di Milano che già nei giorni scorsi è riuscita a sequestrare d’urgenza i beni, circa un milione di euro, che la presunta banda di truffatori, di cui farebbe parte l’avvocato calabrese Giuseppe Marra (assieme a lui sono indagati, in qualità di beneficiari, Mario e Demetrio Bueti, Filippo Caminiti, Bruno Romano e Cosimo Panuccio, tutti di Villa San Giovanni), aveva cercato di portare via a un 70enne milanese, il cui corpo era stato trovato in casa nel novembre 2018, sei mesi dopo la sua morte.
Come si evince dagli atti dell’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Maura Ripamonti, il gruppo, composto da 5 persone, risulta già coinvolto in altri due episodi con le stesse caratteristiche, uno nel Mantovano e un altro in provincia di Vicenza. E dalle perquisizioni sono venuti a galla documenti – tra cui elenchi di nomi e articoli di cronaca conservati dagli indagati su persone trovate morte dopo tanto tempo – che fanno supporre che potrebbero essere state commesse tante altre truffe dello stesso genere. Questi “altri casi” si concentrano a Venaria Reale (Torino), in provincia di Genova, a Nogara (Verona), a Castelfranco Veneto (Treviso) e a Aviano (Pordenone). Tutti legati a morti tra il 2019 e il 2020. E poi ancora quella di una donna nel 2019 a Casalmaggiore (Cremona), un caso a Stanghella (Padova) nel 2020, un altro a Castelvetrano (Trapani) lo scorso anno. In più quello legato a un decesso a Chivasso (Torino) nel giugno scorso, a Ortanova (Foggia) nel 2017 e uno relativo alla morte di una donna a Roasio (Vercelli) nel 2020. Infine, tre precedenti nel tempo: la morte di una donna a Vercelli nel 2012, quello di un’altra donna a San Marino nel 2013 e quello di un uomo a Carapelle (Foggia) nel 2010. Ora andrà verificato se ci furono tentativi di incassare le eredità.
Dagli atti della vicenda milanese emergono i modi con cui gli indagati si muovevano: dopo la nomina del curatore dell’eredità «si materializzava improvvisamente l’avvocato Marra di Reggio Calabria, il quale riferiva di rappresentare» un «procuratore dell’erede designato». Un finto erede residente negli Usa che «sarebbe stato nominato» con un testamento «redatto a New York dal notary public Carmine J. Guadagno». Gli inquirenti, dopo una denuncia del curatore, hanno scovato molte anomalie: a New York «non risulta esistente “Bulding Avenue”, luogo» dove il 70enne deceduto «avrebbe abitato» per un periodo e alcuni atti erano scritti «in un inglese» con «errori grossolani».
L’avvocato Marra, scrivono i pm, «si muove personalmente da un’eredità all’altra, da Vicenza a Milano, passando per la provincia mantovana, insiste per appropriarsi dei beni». La Procura milanese ha fatto sequestrare pure un testamento a Locri di un’anziana deceduta, perché la vicenda presenterebbe analogie. (Ansa)

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