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«Per un presidente che si rispetti»

Il Pontefice ha ammonito gli attori politici e ha dichiarato che peggio di questa terribile crisi c’è soltanto il rischio di sprecarla. Insegnamento chiaro come da Sua consuetudine. Quali con…

Pubblicato il: 08/04/2021 – 11:30
di Enrico Caterini ed Ettore Jorio*
«Per un presidente che si rispetti»

Il Pontefice ha ammonito gli attori politici e ha dichiarato che peggio di questa terribile crisi c’è soltanto il rischio di sprecarla. Insegnamento chiaro come da Sua consuetudine. 
Quali conseguenze devono trarne i decisori politici? Certamente dare effettività alle cose dette. Meno annunci e più fatti. 
Per un decisore politico i fatti sono le norme. Come si può cambiare la realtà se non a mezzo di una buona e consistente dose di norme? Bene, una politica intelligente dovrebbe trarre dal monito di Papa Francesco la conclusione che una campagna elettorale capace di persuadere l’elettore – più di ogni roboante programma, misurato in chili di carta – sarà quella nella quale si presentano i provvedimenti normativi che si intendono approvare. 
Un impegno chiaro e valutabile che consente ai cittadini di apprezzarne la qualità prima del voto e di verificare il rispetto dell’impegno assunto, dopo la consultazione elettorale. Un impegno chiaro che presuppone idee chiare. Un impegno che non consente di nascondersi dietro nebulose dichiarazioni, per lasciarsi la piena libertà di smentirle subito dopo. In questo modo, con il linguaggio scarno ed essenziale delle norme, si direbbe al cittadino «come» si vuole riformare la sanità calabrese, o «come» intervenire per lo sviluppo dell’agricoltura, piuttosto che «come» dare consistenza al turismo delle seconde case o a quello delle radici e delle strutture ricettive, «come» assistere le persone disabili e bisognose, quelle sole o ammalate, le cui famiglie sopportano con dignità e sofferenza un fardello gravato dagli affetti.
La congiunzione modale fa del politicante un politico. È il «come» che fa la differenza tra un puro annuncio, magari di grande effetto ma ingannevole, e un progetto realizzabile e, soprattutto, valutabile come tale. Se non si vorrà sprecare un’altra occasione elettorale per una Calabria ormai devastata occorre augurarsi che quanti si proporranno a deciderne le sorti varchino la soglia di quel «come».
La Calabria ha le risorse culturali, professionali, morali e umane per avviarsi in un sentiero virtuoso che la accompagni fuori dalla palude nella quale stagna da decenni. La politica deve dimostrare coraggio, il coraggio di rompere lo schema di una prassi che ha conclamato il declino sociale e la sfiducia nella politica. Inaugurare un modo di agire semplice e percepibile è un atto coraggioso.
Risulterebbe tutto più chiaro, anche la scelta e l’aspettativa dei cittadini. Pochi fogli da leggere con tanto lavoro da fare. Non sprechiamo il tempo delle persone in leggiadri esercizi circensi e chiediamo che si marchi un nitido segno tra pensiero ed azioni. È forse chiedere troppo?

*Fondazione TrasPArenza

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