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“Petrolmafie Spa”, i clan nel business dei carburanti: 76 indagati dalla Dda di Catanzaro – NOMI

Sono 16 le persone fermate. L’azienda Lp Carburanti al centro del sistema, le frodi e l’accordo con i clan di Catania

Pubblicato il: 08/04/2021 – 11:38
“Petrolmafie Spa”, i clan nel business dei carburanti: 76 indagati dalla Dda di Catanzaro – NOMI

CATANZARO Ci sono ampi rimandi alla maxi inchiesta “Rinascita Scott” nel filone catanzarese dell’indagine “Petrolmafie spa”. Il troncone sviluppato dalla Dda di Catanzaro vede 76 persone indagate; tra queste anche Francesco “Ciccio Tabacco” Mancuso e Luigi Mancuso, il potente capoclan. Per Francesco è scattato anche il fermo disposto dai magistrati antimafia. Secondo l’accusa “Ciccio Tabacco” sarebbe stato il dominus occulto della “Lp Carburanti di Pugliese Rosamaria” e del relativo compendio aziendale. Attorno a questa azienda ruota il coinvolgimento della cosca nell’attività di vendita di carburanti. A questo riguardo, i pm segnalano un’occultazione dell’«effettivo prezzo praticato, sintomatico della illecita provenienza per la sua eccessiva e sospetta concorrenzialità». Nelle fatture figurava poi un prezzo più elevato, «attestato su quello del mercato legale». Così la società otteneva «la conseguente, successiva restituzione in contanti della differenza tra il prezzo fittizio e quello realmente praticato».  Il fermo è stato disposto nei confronti di Pietro Alberto Agosta, Francescantonio Anello, Luigi Borriello, Antonio D’Amico, Giuseppe D’Amico, Gregorio Giofrè, Salvatore Giorgio, Francesco Mancuso, Silvana Mancuso, Francesco Monteleone, Irina Paduret, Francesco Saverio Porretta, Rosamaria Pugliese, Domenico Rigillo, Giuseppe Ruccella, Alessandro Primo Tirendi.

La prosecuzione di “Rinascita Scott”

Sul versante delle indagini sulla ‘ndrangheta, l’indagine, avviata nel giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia, quale naturale prosecuzione dell’operazione “Rinascita-Scott”, si è incentrata sulle figure di taluni imprenditori vibonesi, attivi nel settore del commercio di carburanti, ritenuti espressione della cosca Mancuso di Limbadi, nonché collegati alle articolazioni ‘ndranghetistiche sia della Provincia di Vibo Valentia (Bonavota di S. Onofrio, gruppo di San Gregorio, Anello di Filadelfia e Piscopisani) che del “reggino” (cosca Piromalli, cosca Italiano di Delianuova, cosca Pelle di San Luca).

Il sistema di frodi: 12 società e 37 distributori

In particolare, sono stati accertati due sistemi di frode, riguardanti il commercio del gasolio, attraverso il coinvolgimento di 12 società, 5 depositi di carburante e 37 distributori stradali, elaborati, organizzati e messi in atto proprio dagli indagati. L’attività investigativa ha fatto emergere gravi indizi a carico di soggetti mafiosi che, grazie alla collaborazione di imprenditori titolari e gestori di attività economiche ubicate in Sicilia, operanti nel medesimo settore, avrebbero costituito, organizzato e diretto un’associazione per delinquere, con base in Vibo Valentia, finalizzata alla evasione dell’Iva e delle accise su prodotti petroliferi. L’associazione avrebbe commesso innumerevoli reati fiscali ed economici: contrabbando di prodotti petroliferi, l’emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, l’interposizione di società “cartiere”, la contraffazione e utilizzazione di Documenti di accompagnamento semplificati (Das), il riciclaggio, il reimpiego in attività economiche di proventi illeciti, l’auto-riciclaggio, il trasferimento fraudolento di valori e altri.

Prodotti dall’Est Europa

Il sistema di frode consisteva nell’importazione, perlopiù dall’est-Europa, di prodotti petroliferi artefatti (miscele) e oli lubrificanti, successivamente immessi in commercio come gasolio per autotrazione, con conseguenti cospicui guadagni dovuti al differente livello di imposizione. I prodotti venivano, quindi, trasportati, con documentazione di accompagnamento falsa, presso i siti di stoccaggio nella disponibilità dell’associazione, ubicati in Maierato (VV) e Santa Venerina (CT), pronti per essere immessi sul mercato (sia fatturato che completamente in nero) come “gasolio per autotrazione”, categoria merceologica di maggiore valore, soggetta ad un’accisa superiore, con notevole margine di guadagno. In tal modo, dal 2018 al 2019, sono stati movimentati circa 6.000.000 di litri di gasolio per autotrazione di provenienza illecita, cui corrisponde un’evasione di accisa pari ad euro 5.766.018,60. Inoltre, sono stati accertati episodi di omessa dichiarazione dell’Iva, con un’evasione pari ad euro 661.237,86, di emissione di fatture per operazioni inesistenti per euro 1.764.022,27, nonché di omesso versamento di IVA per euro 1.729.586,00.

Le “cartiere” per evadere le accise

Altra tipologia di frode, riconducibile a una seconda associazione per delinquere, contemplava lo strumentale ricorso al deposito fiscale romano dalla società Made Petrol Italia S.r.l. e sarebbe stata anch’essa promossa e organizzata a Vibo Valentia, con il contributo dei medesimi imprenditori vibonesi e con la partecipazione di indagati (soprattutto) romani e napoletani – a loro volta intranei ad associazioni camorristiche napoletane. In questo caso, gli associati acquistavano, dal suddetto deposito, ingenti quantitativi di prodotto petrolifero, formalmente riportato sui documenti come “gasolio agricolo” e, quindi, soggetto ad imposizione di favore, movimentando in realtà vero e proprio “gasolio per autotrazione”, con consistente fraudolento risparmio di spesa ed elevatissimi margini di guadagno. Ancora una volta, i sodali perseguivano l’obiettivo di evadere le imposte e, quindi, di lucrare illecitamente su tali commerci, emettendo fatture per operazioni inesistenti, simulando la titolarità/gestione di società “cartiere” in capo terzi, utilizzando documentazione mendace, riciclando/reimpiegando, in attività economiche, denaro provento di attività illecita e così via.

Le famiglie mafiose di Catania

Anche in questo ulteriore canale di contrabbando, peraltro, è risultata coinvolta una compagine catanese, facente capo a soggetti già implicati in precedenti attività investigative, quali imprenditori di riferimento delle famiglie mafiose di Catania dei clan Mazzei e Pillera. In concreto, negli anni 2018 e 2019, mediante il citato sistema illecito, sono stati movimentati, rispettivamente, oltre 2.400.000 litri e oltre 1.900.000 litri di prodotto petrolifero, con un’evasione di accisa per euro 1.862.669,29 e un’evasione di IVA per euro 618.589,68 per omessa dichiarazione, oltre alla emissione di fatture per operazioni inesistenti per euro 249.826,97. In tale frangente, inoltre, sarebbe emerso il solido collegamento tra i prevenuti vibonesi e i gestori di un deposito fiscale, sito in Locri, ove i sodali campani e siciliani avevano interesse ad avviare stabili commerci, al fine di sviluppare ulteriori e parimenti remunerative forme di frode.

Il coinvolgimento della cosca Mancuso

Nella rete di contrabbando di prodotti petroliferi e conseguente riciclaggio, poi, gravi indizi convergono sul coinvolgimento anche di esponenti di primo piano della cosca Mancuso, quali gestori (seppure per interposta persona) di impianti di distribuzione di carburante. Ulteriore conferma della diffusività del fenomeno criminale investigato e della capacità di propagazione dello stesso si rinvengono nel segmento investigativo che ha messo in luce il tentativo, sempre ad opera degli imprenditori vibonesi, congiuntamente agli esponenti apicali della famiglia Mancuso, di aprire nuovi canali di importazione di carburante direttamente in Calabria, mediante l’avvio di trattative col rappresentante di un importante gruppo petrolifero internazionale, appositamente giunto in Calabria.

Il progetto nell’area di Porto Salvo

È stato possibile, infatti, monitorare l’incontro, tra tutti i predetti, nel corso del quale si trattava della realizzazione di un ambizioso progetto ingegneristico e commerciale, consistente nella realizzazione di un deposito fiscale-costiero di prodotti petroliferi, nell’area industriale di Portosalvo (VV), da collegare, attraverso una condotta sottomarina, ad una grande cisterna galleggiante, da collocare al largo della costa vibonese. L’indagine ha permesso di far luce anche sugli interessi della criminalità organizzata vibonese nel settore edile, nel quale sono forti gli indizi del totale controllo mafioso, da parte delle maggiori consorterie attive sul territorio (Mancuso, Bonavota, Fiarè-Razionale-Gasparro, Anello), soprattutto nelle forniture di calcestruzzo, per i maggiori cantieri all’opera nel territorio della provincia di Vibo Valentia.

Sequestri per 142 milioni di euro

I beni sequestrati nel filone catanzarese dell’inchiesta ammontano a un valore complessivo di 142 milioni di euro. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere di tipo mafioso (‘Ndrangheta), estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, aggravati dalle modalità mafiosa, nonché associazione per delinquere finalizzata all’evasione dell’IVA e delle Accise sui prodotti petroliferi destinati al consumo. Hanno operato 250 finanzieri del Comando Provinciale Catanzaro e 400 carabinieri. Più in dettaglio militari del ROS e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, con il supporto, nella fase esecutiva, dei Comandi territoriali competenti, nonché del XIV Battaglione Carabinieri “Calabria”, dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e del G.I.S. (Gruppo Intervento Speciale), per l’esecuzione del decreto di fermo di indiziato di delitto; gli stessi militari per l’esecuzione di un Decreto di sequestro emesso in via d’urgenza dalla medesima Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia, di beni ubicati nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Salerno, Verona, Catania, Palermo, Messina, Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, riconducibili (soprattutto) a società di capitali e a ditte individuali operanti nel settore del commercio di carburanti e dei trasporti, oltre a numerosi beni immobili, per un valore complessivo di 142 milioni di euro e in particolare di: 15 imprese operanti nel settore del commercio di carburanti che hanno in gestione 6 depositi e 30 distributori di carburante; 8 imprese edili; 2 imprese di trasporti; 1 società di commercio veicoli; 2 imprese del settore agricolo; 6 società di servizi vari; 161 beni mobili; 249 immobili (tra i quali figurano terreni, appartamenti e ditte).

Tutti gli indagati

1)  ABER Emanuele Fernando Assunto, n. Catania il 15.08.1962;

2)  AGOSTA Alberto Pietro, n. Catania il 31.08.1986;

3)  AGOSTA Enrico, n. Catania il 27.12.1993;

4)  AMATO Nicola, n. Catania il 11.02.1975;

5)  ANELLO Francescantonio, n. Lamezia Terme (CZ) il 21.05.1989;

6)  AVVINTO Benedetto,

7)  BARBIERI Giuseppe, n. Vibo Valentia il 23.7.1973;

8)  BASILE Gennaro, n. Napoli il 22.08.1983;

9)  BETTOZZI Anna, n. Roma il 27.07.1958;

10)  BONANNO Pietro, n. Catania il 14.10.1981;

11)  BORRIELLO Luigi, n. Torre del Greco (NA) il 11.09.1975;

12)  BUONFANTE Anna, n. Napoli il 07.02.1991;

13) CAMPAJOLA Vincenzo, n. Napoli il 03.03.1965;

 14) CARVELLI Armando, n. Crotone il 10.04.1986;

15) CARVELLI Giovanni, n. Catanzaro il 13.04.1994;

16)  COPPOLA Alberto, n. Napoli il 19.07.1967;

17)  COPPOLA Carmine, n. Napoli (NA) il 18.07.1998;

18)  COPPOLA Roberta, n. Torre del Greco il 2.3.1998;

19)  D’AGOSTINO Felice, n. Terlizzi (BA) il 03.02.1982;

20)  D’AMICO Antonio, n. Vibo Valentia il 10.05.1964;

21)  D’AMICO Giuseppe, n. Vibo Valentia il 23.10.1972;

22)  D’ANGELO Francesco, n. Vibo Valentia il 09.08.1946;

23)  DI CESARE Virginia, nata a Roma il 25.09.1993;

24)  ESPOSITO Biagio, n. Cercola (NA) il 18.09.1984;

25)  FALDUTO Vincenzo Zera, n. Reggio Calabria il 05.07.1988;

26)  FALSAPERLA Gioacchino, n. Catania il giorno 11.08.1965;

27)  FIARE’ Filippo, n. San Gregorio d’Ippona (VV) il 15.03.1957;

28)  FOTI Sebastiano, n. Catania il 04.05.1976;

29)  FRAZZETTO Salvino, n. Catania il 15.09.1959;

30)  GALLONE Pasquale, n. Nicotera il 30.08.1960;

31)  GIOFRE’ Gregorio, n. San Gregorio d’Ippona il 09.12.1963;

32)  GIORGIO Salvatore, n. Catanzaro il 07.07.1974;

33)  GRAVINO Gennaro, n. Napoli il 30.08.1976;

34)  LA BARBERA Gabriele, n. Palermo il 26.10.1987;

35)  LA RIZZA Salvatore, n. Vibo Valentia il 03.09.1980;

36)  LEONARDI Sergio, n. Catania il 07.02.1978;

37)  LIMARDO Cesare Nicola, n. Vibo Valentia il 21.05.1993;

38)  LIPARI Paolo, n. Vibo Valentia il 2.11.1977;

39)  LO TORTO Sebastiano, n. Nicotera il 26.021970;

40)  MANCUSO Francesco, n. Limbadi il 19.01.1957;

41)  MANCUSO Luigi, n. Limbadi il 16.03.1954;

42)  MANCUSO Silvana, n. Taurianova (RC) il 10.09.1969;

43)  MATINA Nazzareno, n. Vibo Valentia il 16.09.1971;

44)  MERCADANTE Giuseppe;

45)  MICALE Simone, n. Catania il 04.06.1979;

46)  MITIDIERI Giulio, n. Marsicovetere (PZ) il 03.04.1952;

47)  MONTELEONE Francesco, n. Vibo Valentia il 13.11.1985;

48)  NURCATO Lucia, n. Napoli il 13.12.1971;

49)  PRENESTI Antonio, n. Nicotera il 20.9.1966;

50)  PADURET Irina, n. Moldavia il 16.11.1986;

51)  PETYO ZHELEV Pekov, n. Bulgaria il giorno 8.6.1978;

52)  PIRRO Fabio, n. Napoli il 25.07.1978;

53)  PORRETTA Francesco Saverio, n. Milano il 17.06.1974;

54)  PRESTANICOLA Daniele, n. Vibo Valentia il 13.10.1982; 

55) PUGLIESE Rosamaria, n. Vibo valentia il 14.05.1975;

56) REGA Salvatore, n. Portici (NA) il 18.06.1977

57)  RICCI Antonio, n. Ottati (SA) il 16.01.1960;

58)  RIGILLO Domenico, n. San Vito sullo Ionio (CZ) il 06.01.1972;

59)  ROMEO Orazio, n. Catania il 19.04.1969;

60)  RUCCELLA Giuseppe, n. Vibo Valentia il 29.09.1981;

61)  RUGERI Francesco, n. Catania (CT) il 09.08.1968;

62)  SANTORO Rosario Christian, n. Palermo il 26.08.1995;

63)  SCEVOLA Emanuela, n. Napoli il 15.10.1981

64)  SCIUTO Damiano, n. Catania il 05.10.1989;

65)  SIGNORELLO Antonino, n. Belpasso (CT) il giorno 11.06.1968;

66)  SODANO Ciro, n. Massa di Somma (NA) il 04.11.1988;

67)  TEDESCO Francescantonio, n. Vibo Valentia il 27.11.1968;

68)  TERRANOVA Giuseppe, n. Messina il 26.01.1973;

69)  TIRENDI Alessandro Primo, n. Milano il 03.03.1982;

70)  TIRENDI Roberto Domenico, n. Napoli il 12.03.1986;

71)  TORTORA Ernesto, n. Napoli il 02.04.1975,

72)  TOTSS Rachid, n. Marocco il 6.12.1982;

73)  TROVATO Roberto, n. Giarre (CT), il 30.09.1987;

74)  UCCHINO Angelo, n. Modena il 06.05.1983;

75)  UCCHINO Salvatore, n. Taormina il 19.12.1978;

76)  VIVESE Gennaro, n. Napoli il 02.09.1967.

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