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“PETROLMAFIE SPA”

«Una sistematica collaborazione tra mafie e colletti bianchi». Nel Reggino 23 arresti – NOMI

I beni sequestrati ammontano a oltre 600 milioni di euro. Coinvolti gli «esponenti giuridici» dei Piromalli, Pelle e Ficara-Latella

Pubblicato il: 08/04/2021 – 12:36
«Una sistematica collaborazione tra mafie e colletti bianchi». Nel Reggino 23 arresti – NOMI

REGGIO CALABRIA Un riciclaggio di denaro «sistematico e globale» sta alla base dell’indagine “Petrolmafie Spa” che vede impegnate ben quattro procure distrettuali: Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria.
Le indagini interessano soprattutto le frodi nel settore degli oli minerali, come scrive la Guardia di finanza: «Sempre più spesso oggetto di attenzione da parte dell’opinione pubblica, soprattutto per gli importi milionari sottratti a tassazione».
La complessità dei meccanismi che alimentano il settore delle frodi fiscali – soprattutto se finalizzate al riciclaggio di denaro sporco – richiede una sinergia tra clan mafiosi e colletti bianchi. E proprio il filo rosso tra questi due mondi ha animato l’attività d’indagine che ha permesso di risalire al coinvolgimento, oltre che di professionisti, anche di alcuni nomi noti negli ambienti di ‘ndrangheta e Camorra.
Ne emerge una «gigantesca convergenza di strutture e pianificazioni mafiose originariamente diverse nel business della illecita commercializzazione di carburanti e del riciclaggio di centinaia di milioni di euro in società petrolifere intestate a soggetti insospettabili, meri prestanome». Un meccanismo nel quale sarebbero coinvolti i “Piromalli” della Piana di Gioia Tauro e i e i “Pelle” di San Luca, ma anche i “Cataldo”, gli “Italiano” o i “Labate” di Reggio Città, solo per quanto concerne la provincia dello Stretto. A questi si aggiungono le cosche delle altre province, oltre ai “Mancuso” anche i “Bonavota”, gli “Anello” e i “Piscopisani” operanti tra le province di Vibo e Catanzaro su tutte.

Il filone reggino

Le indagini su Reggio Calabria sono state condotte dal Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria con la collaborazione del Servizio Centrale Ico di Roma.
La Dda guidata dal procuratore capo Giovanni Bombardieri si è concentrata su una struttura organizzata, attiva nel commercio di prodotti petroliferi, gravemente indiziata di aver «utilizzato sistemi di frode allo scopo principale di evadere le imposte, in modo fraudolento e sistematico, attraverso l’emissione e l’utilizzo (improprio) delle così dette “Dichiarazioni di Intento”, sotto la direzione strategica di un commercialista e con la compiacenza di soggetti esercenti depositi fiscali e commerciali, con un controllo capillare dell’organizzazione criminale di tutta la filiera della distribuzione del prodotto petrolifero, dal deposito fiscale ai distributori stradali».
Tra i principali nomi degli indagati spiccano quelli «membri apicali del sodalizio» tra cui Vincenzo (classe 35) e Gianfranco (classe 61) Ruggiero, ritenuti espressione imprenditoriale dei “Piromalli”. Oltre a loro gli inquirenti evidenziano la presenza di Giovanni (classe 64) e Domenico (classe 71) Camastra, espressione dei “Cataldo” sebbene ritenuti, nel tempo «espressione giuridica ed entità imprenditoriale anche al servizio dei “Pelle” di San Luca, degli “Aquino” di Gioiosa Ionica, dei “Cordì” di Locri e dei “Ficara-Latella”.  Altra presenza segnalata dagli inquirenti è quella di Giuseppe Lorenzo, classe 75, contiguo ai “Labate”.

Il sistema

Il sequestro complessivo di beni ammonta a circa un miliardo di euro. Cifra che dimostra quanto collaudato e diffuso fosse il sistema di movimentazione dei capitali architettato dagli indagati.
Alla base vi sono le società “cartiere”, scatole vuote spesso intestate a prestanome, create al fine di eludere le normative fiscali, spesso emettendo delle false fatture per giustificare illecite movimentazioni di denaro.
Nel caso di specie, le società investigate, «affermando fraudolentemente di possedere tutti i requisiti richiesti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa di settore, presentavano alla “Italpetroli Spa” di Locri – ritenuta dagli inquirenti il “volano della frode” – la relativa dichiarazione di intento per l’acquisto di prodotto petrolifero senza l’applicazione dell’Iva»
Ne proveniva che «il prodotto così acquistato, a seguito di diversi (e cartolari) passaggi societari, veniva poi ceduto, a prezzi concorrenziali, ad individuati clienti».
Il giro di false fatturazioni riscontrato nel corso delle indagini ammonta a oltre 600 milioni di euro e l’Iva dovuta è pari ad oltre 130 milioni di euro.  
Nel mese di maggio del 2019, a riscontro all’attività investigativa, è stata sequestrata la somma contante di 1.086.380,00 di euro, occultata all’interno di un’autovettura appositamente modificata per l’occultamento e il trasporto della valuta. I proventi illeciti, così ripartiti dai membri dell’organizzazione, sarebbero stati in quota parte, reinvestiti nel medesimo circuito criminale e/o impiegati in altre attività finanziarie/imprenditoriali così determinando un giro di riciclaggio – autoriciclaggio, per un importo complessivo pari ad oltre 173 milioni di euro; quota parte di detto importo (pari ad oltre 41 milioni di euro) veniva riciclato su conti correnti esteri riconducibili a società di comodo bulgare, rumene, croate e ungheresi, per poi rientrare nella disponibilità dell’organizzazione medesima. (f.d.)

Le misure cautelari dalla Dda di Reggio Calabria

Sono in tutto 23 (19 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) le misure applicate a partecipanti al sistema nella provincia di Reggio. I sequestri in provincia ammontano invece a oltre 600 milioni di euro.

Destinatari dei provvedimenti cautelari
CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE
RUGGIERO Gianfranco cl. ‘61,
DE LORENZO Giuseppe cl. ‘75,
CASILE Antonio cl. ‘69,
CAMASTRA Giovanni cl. ‘64,
CAMASTRA Domenico cl. ‘71,
BONAFORTUNA Cosimo cl. ‘75,
SABATINO Salvatore cl. ‘69,
ANASTASIO Camillo cl. ‘64,
ANASTASIO Mattia cl. ‘91,
DE MAIO Luigi cl. ‘80,
MUROLO Roberto cl. ‘79,
GITANO Mario cl. ‘85,
DEVOTO Luigi cl. ‘91,
AMOROSO Salvatore cl. ‘66,
CEPOLLARO Raffaele cl. ‘88,
LEONARDI Sergio cl. ‘78,
FABRETTI Carmelo cl. ‘80,
BARBARINO Eugenio cl. ’84
ROMEO Orazio cl. ‘69.
ARRESTI DOMICILIARI
MORABITO Francesco Stefano cl. ‘64,
DI MAURO Antonio cl. ‘74,
ZECCATO Carla cl. ’68
GRIPPALDI Antonino cl. ‘68


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