CATANZARO «Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto di acquisizione al patrimonio pubblico e recupero dell’antico teatro Masciari, il sindaco Sergio Abramo ha lamentato l’assenza del nostro Comitato lasciando intendere, inoltre, che esso potrebbe aver agito non per spirito di servizio verso la città ma per altri e meno nobili scopi. Ebbene, il sindaco ha perso ancora una volta una buona occasione per tacere. Non sappiamo se per imperizia sua o perché imboccato da qualche ascaro, digiuno di garbo istituzionale. Lo afferma il presidente del Comiatato “Salviamo il Masciari”, Emanuela Gemelli. «Le puntualizzazioni – prosegue la Gemelli – rischiano di sembrare una stonatura, specie in una circostanza lieta come questa. Ce le saremmo quindi risparmiate volentieri. Tuttavia sono necessarie. Il comitato “Salviamo il Masciari” alla conferenza stampa non c’era semplicemente perché nessuno lo ha invitato. Il sindaco, ovviamente, ha il diritto di invitare chi vuole ma un comitato, che è un’espressione civica, non ha alcun titolo a “imbucarsi” in una conferenza stampa che per sua natura è riservata ai giornalisti. Abramo, preso dal suo ruolo di ape regina, ha anche dimenticato che il nostro Comitato non ha mai inteso protestare ma, semmai, sin dal suo nascere nel lontano 2013, ha sempre mantenuto un atteggiamento costruttivo e propositivo, dichiarando pubblicamente più e più volte che lo stesso sindaco e l’amministrazione comunale erano l’interlocutore privilegiato e non una controparte. Dunque – prosegue la presidente del Comitato “Salviamo il Masciari” – nessun secondo fine, ipotesi incautamente adombrata dal sindaco, ma solo l’amore verso la nostra città e il suo più prezioso patrimonio. Tutto ciò è dimostrato dal fatto che mentre Abramo pronunciava parole in libertà e in spregio degli oltre 12.000 cittadini che liberamente hanno aderito al Comitato, quelli di “Salviamo il Masciari”, ignari del comizietto, scrivevamo per poi diffonderla una nota di apprezzamento per il risultato ottenuto dall’amministrazione comunale di trasformare l’antico teatro da bene privato a bene comune. Allora occorre ricordare al sindaco che il Comitato nacque per riaccendere i riflettori su una vicenda che il Comune, all’epoca, considerava irrimediabilmente chiusa. Lo facciamo non per mania di protagonismo ma solo perché Abramo impari, una volta per tutte, che l’interesse collettivo della città non è suo esclusivo appannaggio. Si convinca che è il sindaco dell’intera città e non solo di chi è disposto a genuflettersi per consentirgli di fare la ruota, esattamente come fa il pavone».
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