COSENZA La difficile situazione dell’Ospedale dell’Annunziata che non riesce in questo particolare momento a reggere adeguatamente l’urto della nuova ondata del virus, a causa della recrudescenza della pandemia da Covid-19, con pazienti in fila, al pronto soccorso e nelle ambulanze, in attesa di essere ricoverati, e a causa della carenza di posti letto di terapia intensiva, è stata al centro della commissione sanità di Palazzo dei Bruzi che ha ospitato l’audizione del commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera, Isabella Mastrobuono. La seduta è stata introdotta dalla Presidente dell’organismo consiliare Maria Teresa De Marco che ha espresso grande preoccupazione per come si sta fronteggiando questa situazione di grave emergenza. La De Marco ha citato il caso di un suo paziente (la presidente della commissione sanità è medico di professione) che, purtroppo, ieri è deceduto all’Annunziata mentre sostava in ambulanza davanti al nosocomio. «È stato un giorno intero in pronto soccorso prima di spirare – ha detto la Presidente De Marco – e non è stato possibile trasferirlo in terapia intensiva. Ieri in Ospedale c’erano 30 pazienti in pronto soccorso e 20 ambulanze fuori. Ogni volta che muore un paziente per noi medici è un pezzo del nostro cuore che se ne va».
La presidente De Marco ha sottolineato la necessità di rendere al più presto agibile il Mariano Santo, nosocomio oggetto di alcuni lavori, per trasferire tutti i pazienti Covid, così come l’esigenza di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato. «I medici del pronto soccorso – ha aggiunto De Marco – sono dei veri eroi perché non ce la fanno e lavorano in condizioni quasi disumane. E non sono 15, ma soltanto 7». La Presidente della commissione sanità si è inoltre chiesta «quante visite specialistiche e quanti interventi chirurgici non siano stati effettuati, fino a due anni fa le sale operatorie attive erano 8. Oggi sono 4. I pazienti oncologici sono costretti ad andare fino a Napoli per fare una Pet. E’ inconcepibile». Il commissario Mastrobuono ha rassicurato la commissione sanità del Comune sulla data di ultimazione dei lavori al Mariano Santo per il quale, esercitando i suoi poteri commissariali, ha dismesso le gare precedentemente in atto, riaffidandole ad una nuova ditta. «Entro 150 giorni – ha assicurato – verrà consegnata l’ultima parte del Mariano Santo. Lì sposteremo i posti letto di oncoematologia e probabilmente anche le attività di trapianto del midollo, circostanza questa che ci consentirà di abbattere la mobilità passiva, perché quella che interessa la provincia di Cosenza ha sempre preso la strada soprattutto del Lazio, verso il Bambin Gesù e il Policlinico Gemelli. Nell’atto aziendale, più innovativo del precedente, abbiamo illustrato le direttive verso le quali l’azienda dovrà andare in tutti i dipartimenti, ognuno dei quali, oltre al recupero delle prestazioni, dovrà sviluppare altre eccellenze».
Subito dopo, il commissario straordinario Isabella Mastrobuono ha preliminarmente illustrato la situazione dell’Azienda Ospedaliera che ha trovato al suo arrivo, il 10 gennaio di quest’anno. «Un’azienda – ha detto – piuttosto ripiegata su se stessa, soprattutto sul fronte delle prestazioni non erogate, a causa della pandemia». «Ma anche – ha aggiunto – un’azienda disorganizzata e un po’ dormiente, però con delle eccellenze straordinarie, sia in campo medico che infermieristico». Il commissario ha, poi, fornito delle cifre precisando che «l’Azienda ospedaliera di Cosenza ha accreditati 709 posti letto che rappresentano il valore espresso solitamente da aziende di livello eccellente ed alto, tanto è vero che l’Ospedale di Cosenza è un ospedale hub per tutta una serie di patologie (infarto, ictus, oncoematologia, trapianti) in una provincia di 700 mila persone che ha un bacino d’utenza molto ampio». Dei 709 posti letto Isabella Mastrobuono ne ha trovati attivi soltanto 455 e di questi ultimi circa 100 occupati da pazienti Covid e 13, dei 27 di terapia intensiva, sempre occupati da pazienti positivi. «La scelta regionale – ha aggiunto – è stata quella di concentrare sull’Azienda Ospedaliera i pazienti affetti da Sars Cov-2. Mi sono accorta, inoltre, che sul territorio non c’erano le stesse possibilità, in termini di posti letto, dedicati ai pazienti covid e per fortuna che la Calabria e Cosenza non hanno avuto un’ondata delle stesse proporzioni di altre regioni». Sul fronte del personale dell’Ospedale la Mastrobuono ha indicato una forza lavoro di 1663 unità rispetto alle quasi 2000 che dovrebbe avere, con 300 unità in meno. «Nei 455 posti letto – ha aggiunto – sono state svolte sì prestazioni, ma nel 2020 sono, purtroppo, diminuite e con esse è diminuita, per comprensibili resistenze legate alla diffusione del contagio, anche la mobilità passiva che si è rivelata, nel 2020, molto bassa dalla Calabria verso le altre regioni. Sempre nel 2020 si sono registrate 6 mila prestazioni in meno, il che equivale a dire 6 mila ricoveri in meno. Circa 400 mila sono state le prestazioni di regime ambulatoriale». «Siamo riusciti a recuperare – ha aggiunto il commissario straordinario – tutte le prestazioni ambulatoriali che erano ancora in attesa. Un’operazione di recupero che ha riguardato anche i ricoveri programmati nei settori più difficili».
La Mastrobuono ha poi affrontato anche l’annosa problematica del Pronto soccorso. «Qui – ha detto – ho trovato una situazione veramente incredibile, anche se, ad onor del vero, rispetto ai 70 mila accessi l’anno, durante il 2020 si è registrata una flessione pari a meno della metà. Abbiamo colto l’occasione per accelerare i lavori nella piastra che si trova accanto al Pronto soccorso, per dotare finalmente l’Ospedale di posti letto di osservazione breve e intensiva che, con mia grande meraviglia, non ho trovato e che saranno pronti alla fine di aprile e che ci consentiranno di smaltire molte delle attività che oggi si trovano allo stesso Pronto soccorso».
«Apriremo un nuovo reparto e ci avvarremo in parte del personale infermieristico che viene dai servizi che in qualche modo dobbiamo, senza alternative, ridurre per forza». La Mastrobuono annuncia la novità in Commissione sanità e snocciola numeri e dati: «saranno previsti 14 posti letto che potranno arrivare fino a 29. Il personale medico che sarà utilizzato, sarà a rotazione da tutti i dipartimenti medici e chirurgici per garantire l’assistenza ai pazienti, con una figura professionale, il covid manager, che, invece, sarà fisso all’interno della struttura».
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