CATANZARO «Il progetto è quello di avere, per ogni parte della Calabria – il Nord, il Centro, il Sud, – tre ospedali che possano essere ospedali Covid», e intanto in provincia di Cosenza, quella più sofferente, sono stati recuperati altri 50 posti letto. Lo ha riferito il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, parlando con i giornalisti a margine dell’inaugurazione dell’hub vaccinale dell’Ente Fiera di Catanzaro. Spirlì si è soffermato anche sulle polemiche, scatenate da alcuni esponenti del centrosinistra, sulla inopportunità dell’inserimento della Calabria in zona arancione, alla luce dell’esplosione dei contagi nell’ultimo week, “scaricando” sul governo, sulle polemiche per i presunti “furbetti” nascosti nella categoria “altro” dei vaccinati, dicendo che «andremo a pescarli ma no alla gogna mediatica».
«Andremo a recuperarne uno subito in provincia di Cosenza dove – ha spiegato Spirlì – in queste ore si è avuta una certa sofferenza visto l’aumentare dei casi, proporzionale purtroppo a una certa libertà che forse sarebbe stato meglio evitare. Lo propongo già qualche tempo e domattina nell’Unità di crisi in seduta straordinaria proporrò che si scelga un ospedale nel Nord, uno nel Centro e uno nel Sud, che potrebbe essere la conferma di Gioia Tauro che è già attivo come ospedale Covid, sperando che comunque – ha sostenuto il presidente facente funzioni della Regione – l’aumento dei contagi si fermi». Intanto – ha rilevato Spirlì – «oggi il commissario Longo, in tour con la Protezione civile guidata da Fortunato Varone, ha recuperato, insieme ai commissari della provincia di Cosenza, 50 posti ad Acri, Rossano e Cetraro, più quattro posti di terapia intensiva, e altri se ne aggiungeranno». A sua volta, il commissario ad acta della sanità calabrese, Guido Longo, ha spiegato ai giornalisti «la situazione a Cosenza dovuta alla recrudescenza della variante inglese, ma abbiamo recuperato altri posti letto e siamo a posto».
«Se il furbetto potesse essere previsto non sarebbe un furbetto, per cui del furbetto purtroppo in Calabria, in Italia e nel mondo ci si può accorgere solo dopo che ha fatto la turbata. E nel momento in cui l’ha fatta, ci saranno sempre due furbetti, il vaccinato e il vaccinatore», ha poi detto Spirlì: «Andremo a pescare il vaccinato e il vaccinatore, ma certamente – ha proseguito – non sarà una gogna mediatica, perché in ogni caso io penso che anche il peggiore dei colpevoli abbia diritto a essere trattato secondo giustizia e non certamente con una gogna mediatica che non merita nessuno».
«I dati sono tutti certificati e sono reali, per cui anche questa brutta storia di dover necessariamente mestare nel torbido quando si parla della Calabria comincia un po’ a rompere le scatole», ha infine detto Spirlì rispondendo alle domande dei giornalisti sulle polemiche sollevate da alcuni esponenti di centrosinistra, secondo i quali il ritorno della Calabria in zona arancione è stato immotivato alla luce degli ultimi dati del contagio da Covid 19. «Io ritengo – ha proseguito Spirlì – che la decisione, che è sempre del governo sulla base dei pareri del Cts, cioè quella di definire una regione arancione o rossa o di altro colore, dev’essere da parte nostra accettata sul momento, ed eventualmente verificata in fase successiva. Noi, con i numeri che abbiamo a nostra disposizione, abbiamo avuto settimane in cui ci sentivamo molto più leggeri, e purtroppo sappiamo che le decisioni del governo sono in ritardo di una settimana, perché i dati che hanno portato il governo a decidere sono di una settimana fa. Adesso – ha rilevato il presidente ff della Regione Calabria – dovremo aspettare quindici giorni per capire se ci confermano l’arancione o saremo rossi, e mi auguro di no».
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