CORIGLIANO ROSSANO Poco più di mille tamponi effettuati, 22,4% di positivi. È questo il dato allarmante che anche oggi fa registrare la provincia di Cosenza, con 233 nuovi contagi su 1039 tamponi processati e 3 decessi. Ciò significa che una persona su quattro risulta positiva al Sars-Cov-2. Ed il paradosso di essere in zona arancione i reparti di Rianimazioni esausti. Sono 25 i residenti in provincia attualmente ricoverati in terapia intensiva, sei dei quali in altre aziende ospedaliere calabresi e 226 le persone attualmente assistite nei reparti Covid (36 dislocati in altri ospedali fuori provincia).
La metà dei 234 casi li fa registrare la Sibaritide con 28 nuove infezioni a Campana, 9 a Cariati, 5 a Cassano, 8 a Crosia, quest’ultimo comune in zona rossa dalla mezzanotte di oggi. Un trend pericoloso e allarmante se si considera che la sola città di Corigliano Rossano – da sola – ne conta 131 in 48 ore, 70 ieri, 61 oggi.
Un dato, in tutto questo, sembra piuttosto chiaro: le restrizioni, le zone arancioni rinforzate, quelle rosse, il lockdown “leggero” imposto dal sindaco Stasi, non sono servite a niente. A distanza di oltre un anno dall’inizio della pandemia, il senso di responsabilità si è sostanzialmente azzerato: le pasquette, le passeggiate domenicali in zona rossa con pubblico da stadio sui lungomari – giusto per citare due esempi – fungono da terreno fertile per il virus. Le statistiche dicono che sono i giovani, in questa seconda ondata, ad accompagnare sulla soglia di casa il Covid-19, ma sempre più giovani (fino ai 50 anni), sono costretti a ricoveri. Nella sola Corigliano Rossano solo negli ultimi 30 giorni sono 22 i decessi e 745 i casi di contagio. Di questi 141 sono stati individuati nella fascia d’età 0-18 anni, 337 in quella 19-50, 205 fra i 51 e i 70 anni e 62 oltre i 70 anni. (l.latella@corrierecal.it)
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