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LA STANZA DEI LIBRI

«La Padrina: quando la mafia è donna»

dei Mimmo Nunnari

Pubblicato il: 13/04/2021 – 15:05
di Mimmo Nunnari

La nonna, che non si muove foglia che lei non voglia, è là, dove la montagna “ti aspetta”, e devi comprendere il significato di quel “aspetta”, perché la montagna è l’Aspromonte, dove la vita è solo una, col destino segnato millenni addietro; vita, che non prevede cambiamento o resurrezione. Perché così, ha voluto e vuole chi ha messo in castigo la montagna e i viventi che le girano intorno, che là sono nati e là vivranno, anche quando se ne allontaneranno, tanto la montagna, la grande madre, è là “che ti aspetta”. La nonna matriarca che nulla si può fare, senza la sua “benedizione”, perché lei è la custode del destino – nonostante la sua fragilità femminile – svolge un ruolo potente, dispotico, nei confronti della “famiglia”, delle “famiglie”. Questa nonna è una delle protagoniste (l’altra è la nipote) del romanzo di Palma Comandè “La Padrina” (Rubbettino editore, pagine 266, euro 16), un racconto che scava nella Calabria primitiva della “padrina”, contrapposta alla figura tormentata e inquieta della nipote che sogna di evadere dalla montagna-madre. Sogni che restano sogni perché la montagna – che è là che aspetta – non consente deroghe o tradimenti. Chi tradisce finisce al cimitero anzitempo, anche se il tradimento è solo un tentativo di evasione dal destino assegnato, e non infedeltà alle regole. Muore così una coppia di innamorati la cui unica colpa è amarsi e fuggire dal vincolo della montagna-famiglia.

E’ una storia di vite parallele, “La Padrina”: storia di donne di differenti generazioni, sullo sfondo di una società chiusa che serra, spegne, le melodie dell’esistenza, poiché conosce un solo spartito. Con una scrittura che ha somiglianze forti con le scritture dell’universo letterario ionico aspromontano, Palma Comandè (nipote di Saverio Strati) autrice di notevole esperienza (“Per coraggio e per paura” e “Prima di tutto un uomo, editi da Pellegrini, sono i suoi libri più famosi) usa un linguaggio potente per scrivere questa volta una storia forte e crudele, che toglie il respiro, e alla fine indica che la liberazione è inseguire i sogni, i desideri, liberandosi dalla paura della morte. Il romanzo si snoda sul filo della ricerca del cambiamento e ha al centro della narrazione due donne, la nonna padrina e la nipote. L’una, simbolo di una mentalità e una cultura che si trasmette tramite l’indiscusso potere ’ndranghetistico, l’altra, incarnazione di una vocazione all’emancipazione, alla libertà di pensiero e al bisogno di affermare l’anelito al cambiamento attraverso scelte di vita proprie e non indotte. Il percorso di vita della ragazza sarà fortemente accidentato e i suoi esiti saranno resi a volte tragici, dall’impatto drammatico contro i sentimenti. Lo sfondo, che fa da paesaggio umano al romanzo, è un mondo appiattito su una cultura intrisa di fatalismo, ma in realtà scosso da dubbi, e ricerca spasmodica di sé. Un mondo, a cui non sono tate date opportunità, obbligato a restare aggrappato alla montagna, che è là che ti aspetta, metafora della vita senza tregua di zone col destino scritto. “La Padrina”, che dimostra che la mafia può essere anche donna, getta uno sguardo altro sulla mentalità meridionale e la cultura che la sottende; uno sguardo che scava nelle profondità dell’essere, là dove risiede l’uomo, il cristiano, coi suoi dubbi irrisolti e le sue crocifissioni. C’è il triangolo Montagna – Stati Uniti – Milano nel racconto, ci sono gli immutabili riti mafiosi, le violenze, le congiunzioni familiari, i traffici, il denaro-demonio, che uccide tutte le speranze, ma la luce c’è pure. E’ incarnata dalla nipote della padrina, la donna trova la “vita nuova”, dopo tante sconfitte, che fa un percorso che somiglia alla via crucis, che non esclude la crocifissione. Tra la padrina e la nipote c’è la possibilità di scegliere, per far trionfare la vita: da una parte la donna mafia a cui tutti hanno ubbidito e dall’altra la nipote, che alla fine può pronunciare la parola “domani”, senza che il destino sia segnato.

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