CATANZARO «Nella Cittadella regionale si sono rotti gli specchi della Trasparenza. Sembra un fatto incredibile viste le regole attualmente vigenti per un Pubblica Amministrazione, eppure la Regione Calabria riesce nell’impresa di stupire ancora. Un elevato numero di delibere della Giunta regionale, ancorché adottate, non risultano pubblicate né nel sistema informativo interno, né sul portale istituzionale e né sul Bollettino ufficiale regionale. Un’ombra gravissima su atti, che si chiamano “pubblici” non a caso». Lo scrive il sindacato CSA-Cisal dopo aver effettuato un censimento di questi provvedimenti rimasti chiusi nei cassetti.
«Non abbiamo voluto strafare – aggiunge il sindacato – ci siamo limitati a fare una verifica delle delibere dell’esecutivo regionale adottate dal 2018 al 2021. Ebbene, i provvedimenti della Giunta, ripetiamo, non presenti nel sistema interno, e soprattutto non pubblicati né sul sito istituzionale della Regione né sul Bollettino sono 7 del 2018, 5 del 2019, 14 del 2020 e 12 del 2021. Dunque, trentotto. Ovviamente almeno per le delibere più recenti dell’ultimo anno, speriamo che la pubblicazione sia immediata. La cosa allarmante è che fra questi documenti ce ne sono alcuni di estrema rilevanza. Ad esempio, in riferimento all’anno 2018 non sono pubblicate la delibera n. 276, ossia il Piano triennale di azioni positive 2017-2019 (che per inciso è un adempimento obbligatorio per ulteriori atti, come il piano del fabbisogno di personale e quindi delle assunzioni); restando nel 2018, c’è poi la delibera n. 610 che disponeva la sostituzione del commissario “Fondazione Calabresi nel Mondo”. Ma come si fa a fare una nomina in una fondazione pubblica con un atto “secretato”?. Passando al 2019, tra quelle non pubblicate spiccano la n. 243 “Azienda Calabria Lavoro. Nomina membri effettivi del collegio dei revisori dei conti”, la n. 332 “Disciplina delle procedure concorsuali per l’assunzione di pubblici dipendenti nella Regione Calabria”. Ma ci rendiamo conto – incalza il sindacato -, le regole per le assunzioni in Regione non sono state pubblicate. E poi vai con un’altra nomina, la delibera n. 514 “Fincalabra Spa – Individuazione di un componente effettivo del collegio sindacale”. E passiamo alla rassegna del 2020. Anche qui gravi omissioni nella pubblicazione. Come non citare la famosa delibera n. 144, alias “delibera pastrocchio” corretta a penna che si occupava delle modifiche della struttura organizzativa della Giunta regionale, su cui il sindacato si è più volte soffermato. Ricordiamo che “formalmente” l’atto sarebbe stato adottato il 18 giugno del 2020: sono passati quasi dieci mesi ma ancora non lo abbiamo visto nella sua veste ufficiale. Che dire poi della delibera n. 345 avente ad oggetto “Protocollo di intesa per la realizzazione dell’aula bunker per gli uffici della Corte di Appello di Catanzaro presso l’area ex Sir in Lamezia Terme della Regione Calabria – Integrazione”. Ricordiamo soltanto che la delibera è del 9 novembre 2020 e ormai il famoso processo “Rinascita Scott” è cominciato da parecchi mesi. Poi c’è la n. 354 “Indennità Consigliera regionale di parità anno 2020”, come mai questa riservatezza? E ancora la delibera n. 420 che prevedeva misure a sostegno del settore florivivaistico in relazione all’emergenza Covid. Così come la delibera n. 501 che stabiliva le determinazioni sul parco lineare Giacomo Mancini di Cosenza, come opera connessa alla Metropolitana. E concludendo con il 2021, fra quelle di maggior rilievo ne abbiamo ben tre relative alla Forestazione: la n. 102, la n. 105 e la n. 122. Poi c’è la n. 38 che sarebbe “l’integrazione” all’elenco degli idonei alla nomina di direttore amministrativo degli enti sanitari. Una mancanza molto grave poiché proprio nel periodo in cui è stata adottato l’atto (18 febbraio 2021), i nuovi commissari straordinari di Asp e aziende ospedaliere stavano proprio selezionando i nuovi direttori amministrativi, oltre a quelli sanitari. E ancora non si capisce perché non è stata resa nota la delibera n. 84 che disponeva un addendum all’accordo di collaborazione riferito alla partecipazione della Regione Calabria ad Expo Dubai 2020. Per non dimenticare un’altra nomina, cioè quella con la delibera n. 120 che individuava i componenti dell’organismo di revisione di Arcea».
«In un Ente normale, questo allarme del sindacato non avrebbe dovuto proprio esistere. Anche perché non si è in una casa privata ma in quella dei calabresi, dove si dispongono nomine in organismi pubblici, dove si stanziano risorse dei contribuenti, dove si adottano scelte che investono interessi diffusi e dove di conseguenza ogni cosa dovrebbe essere trasparente e cristallina. Non trattandosi di comunicazioni riservate bensì delibere dell’organo di governo della Regione Calabria sarebbe scontato che tutti i calabresi potessero conoscerle, invece non è così. Soprattutto la mancata pubblicazione sul Burc è un aspetto gravissimo. È come se si volesse nascondere qualcosa». Secondo CSA-Cisal, «la trasmissione delle delibere ai fini della pubblicazione è una competenza del dipartimento proponente. Non basta quindi di redigere l’atto ma occorre anche inviarlo affinché sia reso noto. Dobbiamo osservare che il segretariato generale piuttosto di recente (nel mese di febbraio 2021) aveva ricordato ad alcuni dipartimenti quali e quante delibere non erano state trasmesse ai fini della pubblicazione. Ricordiamo che per gli atti deliberativi è cura del dirigente generale del Dipartimento proponente provvedere alla pubblicazione in formato aperto del provvedimento sul Burc ai sensi della legge regionale 6 aprile 2011 n. 11 ed alla contestuale pubblicazione in formato aperto sul sito istituzionale della Regione, ai sensi del d.lgs 2013 n. 33. Dunque, in questo momento sono violate tutte queste norme. E dire che il dipartimento “Organizzazione e Risorse Umane”, già nel 2019, aveva emanato un’apposita circolare contenente le indicazioni operative per la pubblicazione sia delle delibere della Giunta e sia dei decreti dirigenziali. Anche le responsabili dell’Anticorruzione e Trasparenza e della Protezione dei dati, in data 9 febbraio 2019, avevano fornito ulteriori precisazioni. Dunque, non esiste alcuna esimente. I dirigenti generali dovrebbero sapere che in alcuni casi la pubblicazione sul bollettino ufficiale è condizione di efficacia di un atto. È da sconsiderati dimenticare nei cassetti questi atti pubblici».
Il sindacato chiede dunque che venga ristabilita la trasparenza. «È evidente – si legge nella nota – che queste condotte non possono essere più perpetrate. Il sindacato CSA-Cisal chiede l’immediata pubblicazione di tutti gli atti che ad oggi non risultano essere stati correttamente pubblicati sul sito istituzionale e sul Burc. Dopo aver posto rimedio a questo vulnus, chiediamo che per tutte le delibere della Giunta successive a questa segnalazione si provveda tempestivamente ad assolvere questo fondamentale adempimento. Si torni dunque al più presto alla normalità garantendo la trasparenza degli atti pubblici che finora è stata negata. Gli stessi membri della Giunta – conclude il sindacato – abbiano uno scatto d’orgoglio chiedendo conto ai dipartimenti ritardatari. Come ricordiamo sempre: in Regione Calabria si è al servizio dei calabresi, non a casa propria».
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