CATANZARO Tutte le imputazioni per spaccio di droga rese nulle dall’utilizzo illegittimo del trojan per intercettare alcuni degli imputati. Per questo la Corte di Appello di Catanzaro ha assolto tutti gli imputati dei reati legati allo spaccio nel processo nato in seguito all’operazione “Ora di Punta” con la quale la Squadra mobile di Crotone aveva fatto luce sulla sparatoria avvenuta nel quartiere di Fondo Gesù il 9 gennaio 2019 nei pressi dell’autostazione, mentre c’erano centinaia di ragazzi in strada. La sparatoria era nata per un regolamento di conti tra bande dedite allo spaccio delle droga nel quartiere.
Oltre a tre indagati per tentato omicidio, nell’operazione erano state coinvolte anche altre 8 persone per spaccio di droga individuate grazie alle intercettazioni avvenute con il trojan inoculato nel telefonino di uno di loro. Intercettazioni che, però, non erano utilizzabili in quanto, come ha sostenuto il collegio difensivo, questa procedura si può usare solo per reati legati alla criminalità organizzata.
Per questo motivo sono diventate nulle tutte la accuse relative allo spaccio di droga e già il pg nella sua arringa conclusiva aveva dovuto chiedere l’assoluzione dai reati scoperti attraverso le intercettazioni con il captatore informatico.
Era rimasta in piedi, invece, l’accusa di tentato omicidio nei confronti di Ferdinando, Massimiliano e Gianluca La Forgia che in primo grado erano stati condannati a 12 anni, 15 anni e 6 mesi e 14 anni. Pena che comprendeva anche quella per diversi episodi di spaccio di droga.
La Corte di Appello, alla luce della nullità delle intercettazioni, ha ridimensionato le condanne per i tre accusati di tentato omicidio. A Massimiliano La Forgia sono stati annullati 21 capi di imputazioni di spaccio e la condanna è diventata di 8 anni. Riduzione anche per Ferdinando Laforgia, condannato ad 8 anni, mentre è stato assolto Gianluca La Forgia che dalle intercettazioni – inutilizzabili – era risultato essere l’autista del commando che sparò tra la gente il 9 gennaio 2019.
Sempre a causa della nullità delle intercettazioni sono state ridotte le condanne ad Umberto Vona (10 mesi rispetto agli 8 anni in primo grado), Emilio Galea (8 mesi rispetto a 4 anni e 4 mesi di primo grado) e Mario Cimino (2 anni, 2 mesi e 20 giorni rispetto ai 4 anni e 6 mesi del primo grado).
Assolti perché il fatto non sussiste: Nicola De Giovanni, Francesco Gallo, Salvatore Santoro, Bruno Todarello e Luigi Mendicino. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati: Carolina Carbone, Ilda Spadafora, Aldo Truncé, Mario Nigro, Fabrizio Salviati, Paolo Carnuccio.
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