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ambiente e agricoltura

«Nella Calabria di oggi c’è più sviluppo in una bottiglia di vino che in una pala eolica»

Fiorita e Greco intervengono sulla vicenda che sta interessando il Cirotano, sollecitando l’assessore De Caprio a «passare dalle parole ai fatti»

Pubblicato il: 14/04/2021 – 14:08
«Nella Calabria di oggi c’è più sviluppo in una bottiglia di vino che in una pala eolica»

CATANZARO «La vicenda di Cirò merita delle considerazioni specifiche e chiede una mobilitazione speciale a chi ha ancora a cuore il futuro di questa terra». Lo sostengono Nicola Fiorita e Silvio Greco, già presidenti di Slow Food Calabria.  «C’è un mondo delle belle intenzioni, dei grandi progetti, del futuro luminoso della Calabria che – osservano Fiorita e Greco – sta proprio dietro l’angolo, delle promesse che non costano nulla e delle conferenze stampa con tanti giornalisti. In quel mondo, in cui la retorica e i sorrisi abbondano in egual misura, siamo tutti buoni, tutti disponibili e tutti pronti a rivendicare il valore del paesaggio, della salvaguardia dell’ambiente e del ritorno alla terra. In quel mondo le produzioni di qualità sono un valore, i giovani una bandiera e la Calabria un sogno. Poi c’è il mondo degli affari, della realtà dura ma inevitabile, degli atti concreti e definitivi. In quel mondo non contano i sorrisi e le parole altisonanti ma solo quelle che soddisfano un interesse immediato e tangibile. In quel mondo accade finanche che si possa decidere di mettere quattro pale eoliche in mezzo alla vigne di Cirò». Secondo Fiorita e Greco «prima o poi  dovrà aprirsi un dibattito sull’eolico in Calabria. Un dibattito che tenga conto della complessità di una vicenda che non sembra assumere in adeguata considerazione tutti i valori in gioco e tutte le variabili. Si può essere per l’energia pulita, ad esempio, senza per questo rinunciare a difendere il paesaggio, il territorio, la bellezza. Si può essere per le energie rinnovabili ritenendo al contempo  che si debba ridurre al minimo l’impatto visivo, che si debbano privilegiare i parchi in alto mare rispetto a quelli in mezzo alle colline, che si sappia con certezza quanta energia produce la Calabria, quanto di questa venga restituita alla Calabria stessa, quanto sia il guadagno ottenuto e a chi venga corrisposto, se tutte le pale esistenti in Calabria sono collegate o meno alla rete elettrica.  D’altra parte, a dire basta all’invasione delle pale eoliche – ricordano gli ex presidenti di Slow Food Calabria –  è stato lo stesso assessore all’ambiente De Caprio, che nei mesi scorsi ha sbandierato a destra e manca la sua volontà di bloccare nuovi possibili insediamenti, anche in ragione della avvenuta saturazione del territorio. Ed è proprio a De Caprio che chiediamo – a seguito dell’articolo su “Repubblica” che ha sollevato il caso delle pale eoliche autorizzate a Cirò Marina – quale atto amministrativo abbia fatto seguito alle sue dichiarazioni e come possa essere compatibile la posa di nuove pale con la sua moratoria. Ma in attesa che si apra questo dibattito e che l’assessore De Caprio passi dalle parole ai fatti, la vicenda di Cirò merita delle considerazioni specifiche e chiede una mobilitazione speciale a chi ha ancora a cuore il futuro di questa terra». Per Fiorita e Greco «chiunque si occupi di turismo sa bene che oggi una delle motivazioni principali dei viaggi (nella scelta delle destinazioni) è l’enogastronomia. Sui filari dei vigneti, sulla qualità del vino, sulla bellezza del paesaggio intere comunità (dalle Langhe a Montalcino) hanno costruito un’economia solida e intelligente, in armonia con il territorio, con la tradizione e con un’idea di civiltà sostenibile. Questa ipotesi di sviluppo passa in Calabria proprio da Cirò, incontrastata capitale del vino calabrese da alcuni anni attraversata da un fermento prezioso alimentato da giovani cantine che si sono imposte all’attenzione mondiale. Tutto il lavoro intessuto in questi anni, tutta questa vocazione innovativa e sostenibile, tutta questa curiosità che il mondo manifesta verso la ricchezza della biodiversità calabrese è oggi messa a rischio dalla posa di appena quattro pale eoliche in uno dei punti più suggestivi della nostra terra. Quattro misere pale eoliche produrranno un misero guadagno per qualcuno (poco ma subito) e pregiudicheranno l’immagine e quindi gli interessi dell’intera regione. La nostra seconda domanda, allora, non può che essere rivolta all’assessore Gallo: qual’è la sua idea di agricoltura? A che posto stanno, nella sua scala di valori, la terra, le piccole produzioni di qualità, la sinergia tra chi produce e chi opera nel settore della ristorazione ed in quello del turismo? C’è più sviluppo, nella Calabria di oggi, in una bottiglia di vino che in una pala eolica. Fermiamo questa follia, prima che sia troppo tardi».

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