COSENZA La protesta organizzata dal movimento “Calabresi in mobilitazione per la sanità pubblica” continua. I manifestanti che hanno “occupato” simbolicamente alcune stanze dell’Asp di Cosenza (dove hanno trascorso e trascorreranno la notte) non hanno nessuna intenzione di interrompere la loro protesta e anzi domani, una folta delegazione, sarà a Roma (alle 11) per un presidio davanti al Ministero della Salute. Oggi pomeriggio, i manifestanti hanno chiamato a raccolta associazioni e semplici cittadini per un momento di confronto, davanti alla sede Azienda sanitaria cosentina. «Abbiamo urgentemente bisogno di un cambiamento, lo dobbiamo alle persone che hanno perso la vita, al personale sanitario stremato nelle corsie ospedaliere», dicono. «Il Governo – aggiungono – deve decidere se dare delle risposte concrete a due milioni di calabresi o continuare a far finta che la Calabria non esista rendendosi complice delle continue morti di nostri conterranei».
«Chiamiamo tutti gli studenti e le studentesse, i lavoratori e le lavoratrici fuori sede ad unirsi a noi in un presidio al Ministero della Salute – comunicano – per supportare le mobilitazioni che si svolgeranno in Calabria». «Questo appello – fanno sapere – arriva dai nostri genitori, dai nostri fratelli e sorelle, dai nostri nonni e dalle nostre nonne, dai nostri amici e dalle nostre amiche perché nessuno/a sia più costretto, come abbiamo fatto noi, ad emigrare perché non abbiamo scelta; perché nessuno sia più messo nella condizione di ospitare i propri parenti per curarsi nelle strutture ospedaliere già sature del Lazio; perché nessuno sia più costretto ad affrontare il calvario della malattia a centinaia di chilometri dalla propria abitazione; perchè nessuno sia più costretto ad essere un cittadino di serie b in questo paese».
«Chiediamo che il Ministro della Salute, Roberto Speranza – continuano – prenda immediatamente provvedimenti in merito e che le soluzioni siano strutturali, che possano essere apripista per una risoluzione complessiva del problema sanitario non solo in Calabria ma in tutta Italia».
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