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operazione “molo 13”

Droga dal Sudamerica al resto del mondo: l’ascesa della cosca Gallace – NOMI E VIDEO

Traffici in Europa, Nuova Zelanda e Australia per il clan della Jonica. I server in Costarica per i messaggi criptati e il fiume di coca sequestrato a Livorno

Pubblicato il: 15/04/2021 – 11:21
Droga dal Sudamerica al resto del mondo: l’ascesa della cosca Gallace – NOMI E VIDEO

CATANZARO Il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Guardia di Finanza di Roma, diretti e coordinati dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro nei confronti di 20 indagati per i delitti di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, con lo scopo di agevolare l’organizzazione di stampo mafioso di riferimento. L’attività interviene in concomitanza con una analoga operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze che interessa i referenti del sodalizio operanti in Toscana.

Il video

«Siamo sorpresi dalla proiezione internazionale della cosca Gallace». Il procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri commenta gli esiti dell’inchiesta sul narcotraffico internazionale che ha portato a 20 arresti. E racconta la caccia degli investigatori al server in Costarica utilizzato per inviare messaggi criptati. «È stata una grande scoperta, quel piccolo Paese attira le attenzioni delle mafie e ha finanche ospitato la latitanza del Chapo».

I numeri dell’operazione “Molo 13”

L’operazione denominata “Molo 13”, che rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro e dallo Scico della Guardia di Finanza di Roma con il coordinamento di questo Ufficio di Procura, vede impiegati oltre 150 finanzieri, con l’ausilio di unità antiterrorismo, di unità cinofile antidroga e della componente aerea della Guardia di Finanza. La misura cautelare, disposta dal gip di Catanzaro nei confronti di 20 soggetti (di cui diciannove in carcere e uno agli arresti domiciliari), è stata eseguita tra Calabria, Sicilia, Puglia, Lazio, Toscana, Liguria, Piemonte e Lombardia. Contestualmente, i finanzieri hanno dato esecuzione al sequestro preventivo d’urgenza di beni, emesso da questa Direzione Distrettuale Antimafia, per un valore complessivo stimato in oltre 4 milioni di euro

Droga dal Sudamerica al resto del mondo

L’indagine ha evidenziato un grave quadro indiziario a carico di esponenti di spicco della cosca di ‘ndrangheta radicata sul territorio di Guardavalle, e riconducibile alla famiglia Gallace, che avevano messo in atto una ramificata organizzazione criminale transazionale con lo scopo di agevolare l’associazione di stampo ‘ndranghetistico, caratterizzata da marcati profili operativi internazionali, capace di pianificare ingenti importazioni di cocaina dal Sud America (Colombia, ma anche Brasile) e di “piazzarla” in Europa (Spagna, Olanda, Inghilterra e Slovenia), Nuova Zelanda e Australia.

L’ascesa della cosca Gallace

Nell’ambito dell’operazione odierna è emerso il ruolo verticistico assunto da uno degli esponenti di vertice del sodalizio di ‘ndrangheta,  conosciuto come cosca Gallace che, nel corso degli ultimi decenni, si è trasformata in una vera e propria impresa criminale attraverso numerose attività illecite, che hanno consentito di accrescere la potenza militare ed economica e di acquisire un controllo sempre più penetrante del territorio della fascia jonica a cavallo delle province di Catanzaro e Reggio Calabria, con diramazioni nell’hinterland laziale, toscano e lombardo.

Il clan in Toscana

In considerazione della forte penetrazione della cosca Gallace nelle suddette regioni italiane, in particolare in Toscana, si è proceduto alla proficua attività di coordinamento tra la Procura distrettuale di Catanzaro e quella di Firenze volta a intervenire simultaneamente nei confronti di tutti i componenti gravitanti nel contesto della cosca Gallace insistenti nei territori di interesse. Le indagini, che si sono avvalse del contributo di alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di inquadrare la rilevanza criminale del sodalizio nel traffico internazionale di stupefacenti, evidenziandone la capacità di interfacciarsi direttamente con i fornitori sudamericani per l’acquisto di notevoli quantitativi di droga.

Un server in Costarica per le comunicazioni criptate

È emerso il sistematico utilizzo, per il traffico illecito, di metodi di comunicazione non convenzionali, con dispositivi elettronici, associati a sim straniere, che si avvalevano di tecniche di messaggistica criptata tra “account” e “domini” associati a un server sito in San José (Costarica). A tale proposito, a seguito del sequestro da parte delle Autorità olandesi di dati criptati con tecnologia non convenzionale, denominata PGP, estrapolati proprio da tale server, con la preziosa collaborazione del rappresentante Italiano presso Eurojust, è stato possibile utilizzare un numero formidabile di messaggi di posta elettronica, prevalentemente in lingua italiana, trasmessi da dispositivi BlackBerry, con la crittografia PGP.

I 150 chili di coca a Livorno

Con la decriptazione di tale messaggistica, da parte dello Scico e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro della Guardia di Finanza, è stato possibile trarre significative indicazioni sul modus operandi dell’organizzazione, identificare i sodali e ricostruire numerosi episodi di commercio e importazione di sostanze stupefacenti, tra i quali l’importazione di una fornitura del peso di oltre 150 chilogrammi di cocaina  sequestrata nel maggio 2017 presso il porto di Livorno, e per la quale, le chat scambiate tra i soggetti coinvolti, consentiva di rilevare che era stato commissionato l’acquisto di circa 200 kg di cocaina dalla Colombia, trasportato all’interno di un container a bordo di una motonave partita dal porto di Cartaghena (Colombia), il cui recupero, programmato inizialmente a Barcellona (Spagna), veniva tentato, con esito negativo, presso Livorno. 

Sequestri per 3,5 milioni di euro

La droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 3,5 milioni di euro sulle piazze di spaccio. Le indagini delegate alla Guardia di Finanza hanno consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti, ognuno con un ruolo ben preciso, e quindi i relativi approfondimenti hanno accertato come gli esponenti della cosca Gallace gestissero un’articolata struttura associativa dedita al traffico internazionale di cocaina, e a conferma della operatività transazionale dell’organizzazione sono emersi, nel corso dell’attività investigativa, contatti diretti con i narcotrafficanti colombiani per il reperimento di grossi quantitativi di cocaina (dell’ordine di oltre 1200 chili), nonché la capacità della stessa cosca di distribuire la cocaina in Australia, Nuova Zelanda, Turchia, Regno Unito e Slovenia.

Il sequestro di beni

Le contestuali indagini patrimoniali, sempre delegate al Nucleo Pef/Gico di Catanzaro e allo Scico di Roma, hanno consentito, come detto, anche l’emissione di un sequestro preventivo d’urgenza di beni, per un valore complessivo stimato in oltre 4 milioni di euro, costituito da ville, fabbricati, società e relativi complessi aziendali, automezzi e numerosi rapporti bancari e finanziari. In particolare, attraverso articolate investigazioni economico-patrimoniali si è proceduto a verificare, per ciascun soggetto, la presenza di sproporzione tra i redditi dichiarati e le possidenze intestate procedendo, al fine di scongiurare la dispersione dei patrimoni, al sequestro d’urgenza dei beni non giustificati.

Le misure cautelari

  1. ANDREACCHIO Agazio, cl. 1977 (custodia in carcere);
  2. BAVA Giuseppe, cl. 1977 (custodia in carcere);
  3. CHIEFARI Nicola, cl. 1973 (custodia in carcere);
  4. FERRO Leonardo, cl. 1985 (custodia in carcere);
  5. FONTI Emanuele, cl. 1960 (custodia in carcere);
  6. GAGLIARDI Angelo, cl. 1995 (custodia in carcere);
  7. GALATI Francesco, cl. 1977 (custodia in carcere);
  8. GALLACE Bruno, cl. 1972 (custodia in carcere);
  9. GALLACE Cosimo Damiano, cl. 1961 (custodia in carcere);
  10. GUIDO Nicola, cl. 1986 (custodia in carcere);
  11. PALAMARA Mario, cl. 1969 (custodia in carcere);
  12. RIITANO Benito Andrea, cl. 1993 (custodia in carcere);
  13. RIITANO Francesco, cl. 1980 (custodia in carcere);
  14. RIITANO Paolo, cl. 1976 (custodia in carcere);
  15. SAMÀ Agazio Andrea, cl. 1974 (custodia in carcere);
  16. TASSONE Gianluca, cl. 1979 (arresti domiciliari);
  17. TAVERNITI Francesco, cl. 1974 (custodia in carcere);
  18. VITALE Domenico, cl. 1969 (custodia in carcere); 
  19. VITALE Domenico, cl. 1976 (custodia in carcere);
  20. VITALE Giuseppe, cl. 1977 (custodia in carcere).
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