LAMEZIA TERME Non solo ritardi madornali nella campagna vaccinale calabrese. Il commissario dell’Asp di Vibo Valentia, territorio in cui la sanità sconta problemi atavici, difende l’Azienda e l’organizzazione legata alla distribuzione dei vaccini, inclusa la gestione della famigerata categoria “Altro”. L’intervista a Maria Bernardi è andata in onda mercoledì su L’AltroCorriere Tv nel talk 20.20, condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro.
«All’inizio avevamo solo tre scelte per classificare i vaccinati: operatori sanitari, non sanitari e “Altro”. In questa voce sono finiti inevitabilmente anche gli over 80, i magistrati, le forze dell’ordine e gli insegnanti, dunque persone che avevano diritto al siero – chiarisce il commissario –. Che aggiunge: «Rientrano nella voce “Altro” anche quelle persone che a fine giornata vacciniamo senza prenotazione per utilizzare le dosi che altrimenti andrebbero buttate». Non traspare alcun dubbio tra le parole del commissario Bernardi che descrive un modus operandi regolare e che non dovrebbe lasciare molto spazio ai cosiddetti furbetti dei vaccini. «Sto analizzando una per una 1.333 schede della categoria Altro, al momento nelle prime 650 ho individuato solo persone con priorità di vaccinazione». In corso c’è anche un’indagine dei Carabinieri del Nas che punta a fare luce sui dati dell’Asp di Vibo, riguardo alla situazione regionale, invece, bisogna ricordare che la Calabria è quella con la percentuale più alta di persone “senza priorità” che hanno già ricevuto il vaccino, circa il 22,7%: ovvero quasi 50mila somministrazioni su cui bisognerà fare chiarezza. Per fare un paragone esemplare la regione che ha usato meno la categoria Altro è il Piemonte, col 3% dei vaccinati in questa classificazione, numero nettamente inferiore a quello calabrese. Per spiegare ulteriormente il caso in questione Bernardi aggiunge: «Noi usiamo il portale di Poste italiane dove le categorie specifiche sono state inserite un po’ per volta, ad esempio quando abbiamo iniziato a vaccinare gli insegnanti la voce personale scolastico non c’era ancora. Infine – afferma – vorrei ricordare che a scegliere la categoria di appartenenza dell’utente sono gli amministrativi, e non è scontato che riescano a inquadrare subito quella giusta, finendo per optare, ad esempio, per la voce “Altro”».
«Protezione Civile e Croce Rossa ci hanno aiutato a realizzare fattivamente il primo centro vaccinale al palazzetto e poi abbiamo capito di poter usare la stessa organizzazione anche per gli altri palazzetti». Sinergia e cooperazione tra enti, secondo Bernardi, sono alla base del modello vibonese che al momento funziona meglio di quello delle altre province. «Il mio intento è quello di continuare a lavorare in squadra e di migliorare ancora le prestazioni – dichiara – abbiamo scorte di Astrazeneca che si accumulano a causa delle numerose rinunce e per smaltirle sto pensando agli open day, dove le vaccinazioni sono aperte a chiunque voglia farle. Un esperimento che ho già fatto nel week end di Pasqua e che è andato molto bene». Il momento più virtuoso per la campagna vaccinale della provincia è stata la scorsa settimana con «7200 dosi inoculate» e il commissario ci tiene a sottolineare che le somministrazioni il sabato e la domenica non si arrestano: «Nel week end io stessa staziono nei centri dalla mattina e vaccino a oltranza insieme ai colleghi. A Vibo si lavora tutti i giorni». Non è esattamente lo stesso quadro che emerge a livello regionale, dove a fronte delle 9700 vaccinazioni al giorno assegnate dal piano nazionale alla Calabria si registrano in media solo 4 o al massimo 5mila somministrazioni in 24 ore. «Non so quali situazioni debbano affrontare i miei colleghi – risponde il commissario – posso supporre che abbiano qualche problema nel caricamento dei dati delle vaccinazioni, non so trovare altre spiegazioni per i rallentamenti degli altri centri». In cima alle cronache di questi giorni gli ospedali brutii in sofferenza e l’occupazione delle sedi dell’Azienda sanitaria e dell’Azienda ospedaliera di Cosenza da parte di comitati e associazioni che chiedono l’intervento del Ministro Speranza. «Stimo molto La Regina, e voglio ricordare – afferma a riguardo Bernardi – che è il commissario dell’Asp più grande d’Italia. Sono circa 800mila le persone sul territorio di competenza dell’Azienda sanitaria brutia e gestirla è evidentemente difficile. Un’idea potrebbe essere quella di spezzettare l’area in piccoli centri e gestirli territorialmente» conclude sull’argomento Bernardi.
«Abbiamo proceduto a fare assunzioni, tramite le agenzie interinali, di 5 medici e 5 o 6 infermieri per i reparti Covid. Inoltre stiamo per pubblicare – aggiunge Bernardi – una manifestazione di interesse per assumere personale interno, e per gli altri settori ci stiamo muovendo in egual modo». Infine il commissario vibonese sottolinea quale ambito dell’Asp al momento necessita più urgentemente di interventi: «Nel settore amministrativo ci sono forti carenze, non ho neanche un dirigente, i primari sono pochissimi e se i medici e gli infermieri a livello territoriale sono sufficienti non lo sono per gli ospedali».
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