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l’inchiesta

‘Ndrangheta in Toscana, indagato anche il sindaco di Santa Croce sull’Arno

Indagato anche il capo di gabinetto della Regione Toscana, Ledo Gori

Pubblicato il: 15/04/2021 – 17:15
‘Ndrangheta in Toscana, indagato anche il sindaco di Santa Croce sull’Arno

FIRENZE Il sindaco di Santa Croce sull’Arno (Pisa), nonché presidente del consorzio tecnologico conciario Po.Te.Co, Giulia Deidda, è accusata di associazione a delinquere nell’inchiesta della Dda di Firenze che vede 19 indagati per presunti reati di traffico di rifiuti e inquinamento relativi allo smaltimento di fanghi delle concerie. L’inchiesta dei carabinieri è connessa a indagini su infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana e sul coinvolgimento di alcuni esponenti dell’Associazione Conciatori di Santa Croce. Per la Dda di Firenze, Giulia Deidda avrebbe favorito un gruppo criminale nominando i consulenti in materia ambientale tra quelli graditi al consorzio Aquarno, ente finito al centro delle indagini.

Indagato il capo di gabinetto della Regione Toscana

Inoltre la sindaca, sempre secondo i magistrati, avrebbe avuto un ruolo di raccordo tra la politica e gli imprenditori nell’ambito della raccolta di contributi elettorali, orientandoli verso politici che mostravano più attenzione verso le istanze dei conciatori. Sempre per la Dda, Giulia Deidda si sarebbe impegnata in prima persona per fare in modo che, ai vertici degli enti di controllo sulle attività dell’impianto di depurazione dello stesso consorzio Aquarno, fossero nominate persone gradite ai conciatori. Inoltre avrebbe lei stessa fatto pressioni sul presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, estraneo alle indagini, affinché Ledo Gori – anche lui fra gli indagati della stessa inchiesta – venisse riconfermato nell’incarico di capo di gabinetto del presidente. Gori era stato capo di gabinetto anche con la precedente Presidenza della Regione Toscana guidata da Enrico Rossi. ai livelli assistenziali per rappresentare più efficacemente le specificità regionali». Nell’ambito delle indagini questa mattina sono stati finiti agli arresti domiciliari Alessandro Francioni, presidente dell’associazione conciatori e membro del cda di Aquarno, il direttore dell’associazione conciatori Aldo Gliozzi, il suo predecessore Piero Maccanti, Manuel Le Rose, dipendente della Lerose srl e gestore di un impianto di riciclaggio inerti a Bucine (Arezzo) e Annamaria Faragò, ritenuta responsabile della gestione amministrativa di tutte le aziende facenti capo all’imprenditore Francesco Lerose, quest’ultimo destinatario degli arresti in carcere. Secondo quanto accertato dagli investigatori tra l’altro, in una cena del marzo del 2020, nel corso della campagna elettorale, e in successive visite elettorali nel comparto conciario, Maccanti e Gliozzi avrebbero chiesto al candidato a presidente della Regione Eugenio Giani di confermare Ledo Gori nell’incarico di capo di gabinetto, facendo capire al candidato, sostiene sempre l’accusa, che questa sarebbe stata condizione essenziale per avere il sostegno degli imprenditori pisani del settore conciario nella corsa elettorale.

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