REGGIO CALABRIA «A chi è utile far passare un’inchiesta penale, che ovviamente deve fare il suo corso, pur sapendo che non coinvolge l’attuale consiglio d’amministrazione, come la causa della distruzione di un’eccellenza cardiologica che in Calabria salva vite umane e dell’interruzione traumatica del lavoro per 300 professionalità?» La domanda che il consigliere regionale Francesco Pitaro pone è relativa al “no” dell’Asp di Catanzaro alla firma del contratto 2020 con il Sant’Anna Hospital. Aggiunge: «Lo zelo con cui l’Asp di Catanzaro sta cacciando alla canna del gas il Sant’Anna Hospital e i suoi 300 dipendenti come fossero il male oscuro della sanità calabrese e non un’eccellenza sanitaria e un patrimonio scientifico da salvaguardare, racconta la tragica realtà di una Calabria in cui, per via della molteplicità e frammentarietà dei poteri decisionali nella sanità, può accadere di tutto».
Sottolinea Pitaro: «Può accadere, per esempio, che la convinzione di sostenere il Sant’Anna nella ripresa delle sue tipiche attività, esplicitata dal Commissario per il piano di rientro (il vertice della sanità in Calabria) che ha proceduto con l’accreditamento della struttura, dal Dipartimento Salute e dal Presidente della Regione, collida con la tenace volontà dell’Asp provinciale di tagliargli le gambe».
Continua Pitaro: «È chiaro che dinanzi al rischio che la clinica sia fatta fallire non si può restare inerti e che occorrerà far sentire tutta la contrarietà delle nostre comunità verso la morte annunciata del Sant’Anna. Ma a questo punto è fondamentale – dinanzi alla convinzione dei commissari dell’Asp che un’inchiesta penale debba essere prevalente, pur profilandosi come la causa dell’annientamento della struttura nella sua globalità e dell’interruzione del lavoro per 300 persone – che intervengano il Ministero della Sanità e il Governo. Ragionevolezza imporrebbe che i due diritti (alla legalità e alla salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini che il Sant’Anna per la sua parte contribuisce ad inverare) non venissero messi in urto e contrapposti. Ma è quel che sta purtroppo accadendo e che francamente è inaccettabile».
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