SANTO STEFANO IN ASPROMONTE Militari della Stazione territoriale dei Carabinieri di Santo Stefano in Aspromonte e della Stazione Forestale di San Roberto, hanno sequestrato la vecchia discarica comunale di Santo Stefano in Aspromonte che, nonostante fosse chiusa da tempo, continuava ad essere utilizzata in modo incontrollato per ricevere rifiuti di ogni tipo, anche pericolosi. Non è una novità, si direbbe, ma questa vota c’è qualcosa in più. La discarica, vasta circa 3.600 mq, utilizzata a suo tempo per i rifiuti solidi urbani, risultava chiusa da diversi anni, con la vasca di raccolta sigillata da uno strato di terra. Su questa copertura, nel tempo, ignoti hanno continuato a conferire rifiuti di ogni genere, ben più pericolosi dei rifiuti urbani, quali ad esempio lastre di Eternit frantumato, contenitori di oli esausti e vernici, carcasse e parti di autoveicoli, apparecchiature elettriche ed elettroniche (R.A.E.E.), alcuni dei quali muniti di matricola d’inventario e logo del Comune di Santo Stefano d’Aspromonte come a dichiararne, in modo inconfutabile, la provenienza. Il tutto a ridosso dei confini del Parco Nazionale d’Aspromonte, con gli inevitabili percolati e fluidi inquinanti che confluiscono direttamente sul vicino Torrente Fiumarella, in una zona di pregio ambientale attraversata da diversi sentieri escursionistici appositamente segnalati dal C.A.I. (Club Alpino Italiano). Come questo scempio sia stato possibile, così come sulla provenienza rifiuti, daranno spiegazioni agli inquirenti i responsabili dell’Ufficio Tecnico Comunale, in attesa che le indagini, attualmente contro ignoti e tuttora in corso, definiscano chiaramente responsabilità e identità degli autori di questi fatti delittuosi.
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