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Infrastrutture

Statale 106, profumo di passerella. L’Ue smentisce Cancelleri

Il viceministro: «Porte chiuse dell’Ue alle strade». La Direzione Trasporti di Bruxelles: «Investimenti possibili». La Rossano-Sibari sembra lontana

Pubblicato il: 15/04/2021 – 18:26
di Luca Latella
Statale 106, profumo di passerella. L’Ue smentisce Cancelleri

CORIGLIANO ROSSANO Storie di ordinari equivoci, non si sa quanto casuali. Da una parte l’Unione europea, dall’altra quell’Italia in pieno delirio per il Piano nazionale di ripresa e resilienza ed il Next Generation Eu.
Ovunque, i referenti del governo ripetono continuamente il refrain secondo cui il Recovery fund rappresenta una grande opportunità per colmare quell’enorme gap infrastrutturale fra nord e sud Italia. I governi Conte e Draghi in questi mesi stanno pensando a tutto, a patto che vengano rispettate le linee guida imposte dall’Europa: dalla transazione verde alla digitalizzazione, dalla crescita sostenibile e la coesione sociale, il lavoro, la ricerca, innovazione, alla coesione sociale e territoriale, fino alla salute insieme alla resilienza economica con un focus sulla reazione alla crisi e alla preparazione in vista di future emergenze e le politiche per le nuove generazioni. Ma bisognerebbe “tradurre” e interpretare cosa sostiene l’Europa se, per esempio, il viceministro ai Trasporti abbia raggiunto Corigliano Rossano per presentare un opera che non rientra nel piano e ed è priva – al momento – di una buona parte di risorse economiche necessarie alla realizzazione.

Profumo di passerella

Il “profumo” di passerella lo si è sentito lontano un miglio. E la conferma è giunta proprio dalle parole del rappresentante del governo che, nel dissertare di Recovery, fra l’alta velocità fino a Palermo ed il gateway di Gioia Tauro, ha candidamente ammesso che per la Sibari-Rossano a quattro corsie, metà dei fondi non ci sono e non c’è un iter programmatico certo, senza una delibera Cipe, alla quale andrà in discussione, forse, «alla fine del 2021».
Cancelleri, insomma, non ha specificato da dove arrivano i 200 milioni già disponibili sui 400 necessari, non ha fornito una data, ma soprattutto sembra essere andato in contrasto con quanto afferma la Commissione europea.

L’equivoco

Ad un certo punto, davanti alle telecamere il viceministro ha riferito di aver avuto le «porte chiusa della commissione europea per qualunque tipo di opere stradali da inserire all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza».
Dichiarazioni che, a quanto pare, non sembrano collimare con quanto sostenuto da Olivier Silla, Head of Unit B2 -Transport Investment, ovvero capo unità della Direzione generale della mobilità e dei trasporti della Commissione Europea. Il quale, rispondendo ad una missiva dell’associazione Basta Vittime sulla 106, ha dipanato tutti i dubbi.

Silla: «Investimenti in infrastrutture stradali possibili, come nel caso della Statale 106»

Nel ringraziare l’associazione per l’interessamento «verso il miglioramento delle infrastrutture per i trasporti in Europa, ed in particolare in Italia», Silla ha rammentato che «il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) è lo strumento cardine del pacchetto Next Generation EU che mira a mitigare l’impatto economico e sociale della crisi legata al Covid-19 e, contemporaneamente, ad affrontare le sfide a lungo termine dell’Unione, specialmente dal punto di vista dell’impatto sul clima, in linea con il Green Deal per l’Europa».
«Come indicato nelle linee guida per gli Stati Membri pubblicate dalla Commissione Europea lo scorso 22 gennaio – ha evidenziato – gli investimenti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, oltre ad adempiere agli obiettivi generali del dispositivo di finanziamento, dovranno rispettare il principio del “non arrecare un danno significativo”, come incluso nella comunicazione della Commissione del 18 febbraio scorso. Se quindi investimenti in infrastrutture stradali rimangono possibili (ammodernamento e/o nuove costruzioni), come nel caso della Strada Statale 106 “Jonica”, parte della rete TEN-T, questi ultimi dovranno essere accompagnati da dettagliate misure attenuanti per quanto riguarda l’attenzione verso il cambiamento climatico, la prevenzione e riduzione dell’inquinamento, la transizione verso un’economia circolare, e altre. Sarà quindi compito dello Stato Membro presentare dei piani nazionali di ripresa e resilienza che indichino chiaramente gli investimenti, le conseguenti riforme e, ove necessario, le misure relative al rispetto del principio di “non arrecare danno significativo”. Da parte sua, la Commissione Europea completerà una valutazione caso per caso degli investimenti e le riforme proposte nei piani nazionali di ripresa e resilienza».

Basta Vittime: «Tempi ben più lunghi di quelli necessari per il megalotto Sibari-Roseto»

Fin qui il capo della Direzione generale della mobilità e dei trasporti della Commissione Europea. L’associazione si ripropone, però, di «verificare i Recovery Fund che saranno presentati dagli altri Stati Membri pur certi che in nessuno di essi vi saranno costruzioni di nuove strade. Se, invece, non sarà così, dovremo eventualmente capire perché il Governo di Cancelleri non ha assunto la scelta politica di non utilizzare i fondi del Recovery Fond per finanziare la Statale 106».
«Il direttivo – prosegue la nota di Basta Vittime sulla statale 106 – evidenzia solo quanto, in una giornata che potrebbe risultare storica ed importante per l’intera Calabria, nell’ambito di una iniziativa aperta e trasparente, l’unica confusione sia stata generata dalla moltitudine di comunicati stampa che, dall’Amministrazione comunale di Corigliano Rossano, passando per gli On. Abate e Scutellà del M5S, dell’assessore regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo, per arrivare dopo tante e tante altre figure di rilievo fino al sottosegretario Cancelleri, vede tutti pronti e determinati nell’accaparrarsi i meriti di un’opera annunciata quasi fosse in procinto di essere avviata».
In proposito, Basta Vittime Sulla Strada Statale 106 «intende ricordare che se e quando il progetto definitivo preliminare sarà finanziato, se e quando sarà approvato da una Delibera Cipe e se e quando sarà pubblicato il bando per l’aggiudicazione, occorrerà poi per legge attendere i tempi dovuti all’iter procedurale: ad esempio occorrerà aspettare i pareri del Ministero dell’Ambiente in riferimento ai diversi agrumeti che saranno oggetto di valutazione di impatto ambientale, quelli del Ministero dei Beni Culturali in riferimento alle aree attigue agli scavi di Sibari ed, infine, la questione legata agli espropri non solo dei terreni ma, nel caso in oggetto, anche degli immobili privati di tanti cittadini poiché il tracciato proposto si sviluppa in un’area fortemente urbanizzata. Anche noi auspichiamo che i lavori dell’opera ancora non finanziata siano avviati e conclusi al più presto: ma non ci illudiamo e, anzi, siamo purtroppo convinti – augurandoci di sbagliare – che saranno necessari tempi di approvazione per la Sibari-Rossano ben più lunghi di quelli necessari al megalotto 3, un’opera di cui ancora oggi non si comprende se sia stata avviata o meno, giusto per fare un esempio evidente e sotto gli occhi di tutti. Per fortuna il sottosegretario ci ha garantito che entro il 2026 sarà completata». (l.latella@corrierecal.it)

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