PETILIA POLICASTRO Le derrate alimentari del progetto “Lotta alla povertà” finivamo nelle mani di amici, conoscenti e addirittura di persone appartenenti alla criminalità organizzata. E’ un quadro desolante quello emerso dalle carte dell’inchiesta che questa mattina ha portato i Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone ad eseguire otto misure nei confronti di altrettante persone. Tra gli indagati anche il sindaco di Petilia Policastro, Amedeo Nicolazzi finito ai domiciliari così come l’ex vicesindaco del comune Francesca Costanzo. (QUI LA NOTIZIA)
Il Comune di Petilia Policastro aveva stipulato una convenzione, il 5 marzo 2018, con il Banco delle Opere di Carità, stabilendo le regole che disciplinavano l’elargizione di beni alimentari da parte dell’ente assistenziale all’ente locale, per il sostegno delle persone indigenti. Alcuni di quei pacchi però non sono mai arrivati nelle case di chi davvero necessitava di un aiuto concreto. Sottratti alla povera gente, in barba al buon senso. Nel caso in questione, gli investigatori citano il sindaco Amedeo Nicolazzi, Francesca Costanzo (assessore e poi vice sindaco di Petilia Policastro), Palmo Garofalo, Marilena Curcio (dipendente del comune) e Antonio Curcio. Diversi gli episodi finiti nella lente di ingrandimento di chi indaga. Il 18 aprile 2018, Costanzo, complice l’assenso della delegata formale (Marilena Curcio), si attiva – secondo l’accusa – per il ritiro di derrate alimentari dal Banco delle Opere di Carità. L’ex vice sindaco, in una intercettazione telefonica, chiacchiera con Antonio Curcio per accordarsi sul ritiro dei pacchi viveri a Cirò Marina: «Facciamo la macchina mia che ce ne “capa” (entra, ndr.) roba a dire basta … senti a me, io ci ho messo un camion intero dentro al cofano mio … dieci pacchi ti danno, non è che quanti te ne danno». Poco dopo sempre la Costanzo contatta Paola Carvelli (all’epoca della captazione vice sindaco del Comune di Petilia Policastro), cui riferisce di essere andata a caricare i pacchi viveri. La Carvelli passa il telefono a Marilena Curcio, e nel corso del dialogo apprende dalla Costanzo il rilascio da parte del Banco Alimentare delle Opere di Carità di merce in misura superiore ai dieci pacchi previsti. «La differenza tra previsto e rilasciato lo avrebbe tenuto per sé». La volontà manifestata non incontra alcuna forma di dissenso da parte della Curcio, come evidenzia un colloquio telefonico captato dagli investigatori: «Poi io li ho “nciotati” (presi in giro) – confessa la Costanzo – proprio mi sono messa a piangere e me ne sono fatti dare altri cinque in più, poi di nuovo mi sono messa a piangere. Quelli che ho pianto io, me li porto a Pagliarelle». La Curcio non solleva perplessità di fronte alle dichiarazioni dell’ex assessore, anzi risponde: «Brava» e si compiace aggiungendo anche una risata.
Secondo gli investigatori «l’appropriazione e la successiva distrazione di beni rispondeva per la Costanzo ad una precisa logica: coltivare il proprio orticello elettorale nella frazione “Pagliarelle” dove avrebbe raccolto consensi nelle elezioni del giugno 2018». La Costanzo, risulterà la prima tra gli eletti alle competizioni comunali tenutesi a Petilia Policastro ottenendo ben 745 preferenze. E sono diverse le captazioni che spingono chi indaga a ipotizzare un reato commesso dalla Costanzo che avrebbe elargito i beni destinati alle famiglie bisognose ad alcuni abitanti della frazione “Pagliarelle” «altrimenti questi non l’avrebbero votata». «Provolino! L’ho dato a Mena… l’ho dato al figlio di compare Micuzzu… a Costanza… gliel’ho dato sennò non mi votavano!».
Gli indagati – sempre secondo l’accusa – si sarebbero adoperati anche per gestire il ritiro e la consegna di interi carichi. In un episodio citato nelle carte dell’inchiesta, il Banco contatta il Comune per la consegna di generi alimentari e suggerisce l’invio di un camion vista il numero consistente di pacchi. Il sindaco Nicolazzi si adopera per trovare una soluzione, ma ad occuparsi della questione è Costanzo che contatta Palmo Garofalo (indagato) chiedendogli di occuparsi del recupero della merce a Cirò Marina. Garofalo accetta ma precisa: «Eh poi lasciateci qualche cosa sopra», la Costanzo rassicura il suo interlocutore: «Eh si… che adesso c’è bisogno che me lo dici?». Il sindaco Nicolazzi, preoccupato, chiama un uomo di fiducia e si assicura che il carico non finisca nella frazione “Pagliarelle” «che se no andiamo in galera tutti?… Eh ragazzi!». Il primo cittadino è turbato dai possibili sospetti in merito alla regolarità delle distribuzioni e lo fa presente alla Costanzo: «Ohi Frà non essere leggera ti sto dicendo, che questi qua poi ti dico altre cose che stanno facendo che al telefono non ti posso dire». La Costanzo non si preoccupa più di tanto e concorda con Palmo Garofalo la consegna del carico ed ovviamente inizia a ridisegnare la distribuzione di parte della merce. «Ci prendiamo una pedana e non uno scatolo! Te ne freghi!». E aggiunge: «Mo’ ti prendi tre o quattro cassette di meloni… ti prendi due, tre pacchi di pasta, una pedana la “smenziamo” ! (ndr. dividiamo) gli altri o li lasci sul camion e la mattina glieli portiamo… oppure li lasci e vengono loro con il furgone a prenderli». La Costanzo contatta «una non meglio identificata Marisa, eletta a beneficiaria, stante la sua vicinanza elettorale». Alla donna confessa «di aver personalmente fittato il magazzino per meglio pianificare e portare a compimento ruberie e spartizioni». Circostanza confermata da un’altra intercettazione che permette ai carabinieri in ascolto di ricostruire l’ennesimo episodio di appropriazione, con Garofalo e Costanzo protagonisti. I due si recano presso il Banco Alimentare di Cirò Marina. Dalle intercettazioni di quel giorno «emerge il proposito della donna di appropriarsi dell’intero carico dei viveri effettuato il giorno prima e trasportato in un locale che era nella sua diponibilità a “Pagliarelle”. La donna spiegava a Garofalo che il carico che erano in procinto di prendere in consegna sarebbe stato depositato presso il Comune di Petilia mentre quello effettuato il giorno precedente, sarebbe stato oggetto di personale apprensione, coltivando nella relativa distribuzione relazioni individuali». «Queste le scarichiamo a loro (inteso scaricare a Petilia Policastro – presso la biblioteca) e quelle cose ce le teniamo noi! Facciamo quello che vogliamo! Le diamo ai poveri… si, si… ci facciamo noi gli amici!».
L’ex assessore e vice sindaco di Petilia Policastro, prosegue «nelle arbitrarie distribuzioni dei prodotti alimentari ritirati dal Banco di Cirò Marina». Secondo gli investigatori, «i destinatari verosimilmente non aventi diritto raggiungevano il magazzino dove risultava presente anche il consigliere Antonio Curcio». Come il sindaco, anche il consigliere ricorda alla Costanzo di prestare attenzione «che se passano i carabinieri e ci arrestano!». «Tra i bisognosi la Costanzo elegge anche la figlia Maria», decisamente contraria al mercimonio dei generi alimentari: «non puoi fare ste cose Mà, sono del comune!». La Costanzo continua ad elargire pacchi e distribuire cibo ai suoi amici, addirittura per soddisfare le richieste di una donna desiderosa di ricevere dei biscotti, invia direttamente un pacco pieno zeppo di cibo, l’ennesimo cadeau. I timori del sindaco aumentano e Nicolazzi ricorda al suo vice di stare attenta perché «ti fanno qualche foto». In sintesi, secondo chi indaga, in alcuni casi gli indagati avrebbero agito per ingraziarsi simpatie elettorali, in altre per ringraziare delle scelte politiche effettuate nelle urne. «La profonda illiceità del complessivo mercimonio, inoltre, riposa sulla mancata compilazione di una lista di beneficiari per il mese di aprile 2018 da parte del Comune di Petilia Policastro». Ancora una volta il momento elettorale riveste ruolo cruciale. «La mancata compilazione delle liste, difatti, ricadeva in periodo immediatamente precedente le elezioni, ossia in periodo in cui risultava cruciale fare breccia nelle preferenze di quanti chiamati alle elezioni».
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