ROMA «In Calabria si muore» è il grido di protesta che comitati, associazioni e cittadini hanno portato davanti alla sede del Ministero della Salute a Roma. I manifestanti chiedono l’immediato intervento del governo davanti all’emergenza sanitaria che si perpetua ogni giorno sulla pelle dei calabresi. «C’è grave carenza di posti letto, 15 ospedali sono chiusi, solo nella provincia di Cosenza, e non dimentichiamo i malati che vengono lasciati per ore nelle ambulanze davanti alle tende pretriage – affermano i militanti durante il presidio – pretendiamo interventi strutturali per una sanità pubblica e di qualità, perché le cittadine e i cittadini calabresi ne hanno diritto».
Oltre alla riapertura delle strutture ospedaliere i manifestanti chiedono: l’annullamento del debito sanitario perché «la gestione commissariale non si sta rivelando competente nemmeno in questo momento di pandemia e servono risposte dall’alto che siano risolutive». «Servono nuove assunzioni a tempo indeterminato – dichiarano ancora a gran voce – perché non si può rimanere indifferenti davanti ai fatti gravi successi in questi giorni a Cosenza. L’emergenza non solo non è stata tamponata, ma è mal gestita e i calabresi hanno paura».
«Questa mattina si è tenuto un presidio al Ministero della Salute, indetto dai calabresi fuorisede a Roma. Una momento significativo che ci conferma l’interesse e il legame della comunità calabrese residente in ogni angolo d’Italia». Lo affermano gli attivisti dell’associazione “Calabresi in mobilitazione per la sanità pubblica”. «Siamo stati ricevuti – aggiungono -dal capo segreteria tecnica del Ministro Speranza e dal capo della segreteria del Sottosegretario Sileri, al confronto ha preso parte anche l’on. Anna Laura Orrico».
«L’incontro prolungatosi per oltre un’ora è stato deludente, nessuna sorpresa. Il Governo, nonostante abbia a disposizione tutti gli strumenti, continua sostanzialmente ad ignorare il dramma che stanno vivendo 2 milioni di calabresi. Al tavolo siamo riusciti ad avere garanzie circa l’immediato inserimento nella struttura commissariale di 37 tecnici e due sub commissari, già nominati, come previsto dal Decreto Calabria. Inoltre arriveranno 60 milioni ogni anno fino al 2023 per il comparto sanitario calabrese. Misure che dovevano già essere state implementate mesi fa».
«Nessuna soluzione radicale – sottolineano – quindi, nessuna proposta di ristrutturazione del servizio sanitario pubblico. Servivano risposte radicali ma non sono arrivate. Nella mattinata di oggi, mentre a Cosenza prosegue l’occupazione della sede ASP, alcuni attivisti hanno presidiato il tetto della Cittadella regionale. Governo e Regione si stanno assumendo con il loro immobilismo la responsabilità dell’aumento delle vittime nella nostra terra».
«Senza giri di parole: Draghi e Speranza devono raggiungere la Calabria il prima possibile – concludono – intervenire e assumersi le loro responsabilità difronte al popolo calabrese una volta per tutte. Non arretriamo di un millimetro, la mobilitazione prosegue. Domani saremo alle ore 17 in piazza Cappello a Cosenza per un Sit- In di protesta».
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