COSENZA «La salute prima di tutto» è lo slogan che campeggia sullo striscione di Piazza Cappello, a scritte rosse e nere. Sono decine le persone che hanno risposto all’appello lanciato da Radio Ciroma e dai Comitati civici che si stanno battendo per portare all’attenzione pubblica ed istituzionale la delicata – e per certi versi tragica – situazione della sanità nella provincia di Cosenza. Alle occupazioni simboliche sono seguite le mobilitazioni, fino al presidio al Ministero, per un incontro comunque ritenuto «non soddisfacente».
E così «la città scende in piazza in solidarietà al personale medico e sanitario, e a tutte le vittime del Covid-19 e della malasanità».
«Difendiamo i nostri ospedali, solidarietà al personale». «Cancella il debito», si legge sui cartelli dei primi accorsi. «Chiediamo subito un piano di assunzioni e la riapertura di tutti gli ospedali chiusi nel nostro territorio», dicono.
«Questa è stata una settimana campale per la nostra regione». Ad aprire la serie di interventi è Giuseppe Bornino. Il portavoce di “Prendocasa Cosenza” spiega come verrà si articolerà l’incontro che si concluderà con «un abbraccio simbolico» intorno all’ospedale di Cosenza.
«Abbiamo occupato i tetti della Cittadella regionale e dell’ufficio del commissario, tra tante virgolette, Longo», dice. «Molti di noi, tra fuorisede e persone partite da Cosenza, si sono riunite in presidio al ministero». E nonostante gli appelli di associazioni, comitati e persone che giocoforza si vedono costrette a sostituirsi all’inerzia politico-istituzionale, «siamo in zona arancione».
«Non si sa bene perché», dice ancora Bonino: «Dati falsati per motivi di natura economica che prevalgono sempre sulla salute delle persone. Siamo dunque qui per portare solidarietà agli operatori sanitari che sono allo stremo. Alcuni sono qui presenti e insieme a loro chiediamo ospedali funzionanti e l’azzeramento del debito sanitario».
L’attenzione è rivolta a tante situazioni del territorio, come quella di Cariati, dove l’ex ospedale Vittorio Cosentino è occupato ormai da 7 mesi. «Nell’Alto Ionio cosentino c’è una depressione sanitaria incredibile, non si sa dove andarsi a curare. Possiamo permetterci di tenere chiuso l’ospedale di Cariati e così altri 17 ospedali della regione?»
«Vogliamo che il ministro Speranza venga qui a Cosenza e ci dia ascolto. È allucinante che questa terra venga abbandonata a se stessa». Dopo gli interventi, la manifestazione si è unita in corteo per recarsi da Piazza Cappello verso l’ospedale dell’Annunziata. (f.d.)
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